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Una scommessa sciocca.

4 partecipanti

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1Una scommessa sciocca. Empty Una scommessa sciocca. Lun Gen 18, 2021 7:58 pm

Licia

Licia
Mamma Orsa
Mamma Orsa

UNA SCOMMESSA SCIOCCA
“Beh allora che ne dici?”
“Di cosa?”
“Non fare la finta ingenua, del nuovo prof naturalmente”
“Ah quello…” e si sentì arrossire come una presa in fallo “simpatico”
“Tutto lì? Solo simpatico?”
“Va bene, se vuoi sentirmelo dire è anche bello”
“Mo’ cominciamo a ragionare. Puoi dire pure bellissimo. Il più bel prof di tutta la scuola”
“Ora esageri mi pare”
“Ma va che piace anche a te”
“Come lo sai?”
“Ti ho vista arrossire, lo sai che tu sei sempre in piazza con il tuo rossore”
Le due amiche erano due tipi opposti. Elena era aggressiva, estroversa, allegra e disinvolta. Nora era dolce e malinconica, timida e pulita. Una ragazza d’ altri tempi si sarebbe potuto dire.
L’ una amava agire, l’ altra sognare , erano entrambe nell’ età dell’ amore ma ne avevano una diversa visuale.
Elena amava sedurre, esercitare la propria femminilità per farsi un’ idea del suo potere sugli uomini.
Nora era in attesa del Principe Azzurro sulle cui braccia raggiungere i lidi dell’ amore eterno.
Nora era la più bella delle due perché aveva occhi grandi e lunghi da gazzella, una massa di capelli castani, morbidi e leggeri, una pelle vellutata da magnolia, una boccuccia sinuosa e un corpo mediterraneo dove le rotondità infantili stavano facendo spazio alle forme opulente di una femminilità in boccio.
Però era Elena ad attirare i corteggiatori come miele perle mosche. La sua offerta sensuale, che pure non si traduceva mai in atti concreti, costituiva un richiamo al quale i giovani maschi non si sottraevano.
Lei era esperta nel prolungare all’ infinito le manovre del corteggiamento fino a che erano i maschi stessi ad esasperarsi e a guardare altrove.
Nora invece intimidiva. Il suo fare serio e riservato, la sua conturbante timidezza teneva, suo malgrado, a distanza. Alcuni compagni di scuola l’ amavano ma in rispettoso silenzio.
Ora camminavano l’ una di fianco all’ altra con un pacco di libri legati da una cinghia in un mano e l’ altra allacciata alla compagnia in una posa confidenziale.
“Vogliamo fare una scommessa?” propose Elena ridendo.
“Quale?”
“Chi lo conquista per prima”
“Elena, sei la solita. Tu lo sai che non ci so fare”
“Non fare la modesta. Lo sai anche tu che sei bellissima. Se ti metti a fissarlo, prima di sera ti chiede di uscire”
“E tu che farai?”
“Lo guarderò anche io fino a fargli abbassare gli occhi”
“Così chiederà di uscire a te”
“Se vuoi saperlo, è quello che spero ardentemente, perché mi piace da morire. È proprio il mio tipo con quella barbetta bionda e quegli occhi ironici.”
“E allora perché mi metti in mezzo? Cosa centro io? Mi vuoi umiliare?”
“Voglio svegliarti un po’. Impegnarti nella vita. Sei sempre lì a pensare al tuo Principe Azzurro invece di vivere.”
“Sono sicura che se lo fai per scommessa, ci riesci a darti da fare. E poi, vinca la migliore!”

Si lasciarono al bivio da quale si dipartivano le due diverse vie. Nora si sentiva turbata, aveva quasi voglia di accettare la sfida. Sapeva che Elena, in cuor suo, era sicura di stravincere. Le sarebbe piaciuto darle una lezione di umiltà. Ma il gioco non era alla sua portata. Intanto non le sembrava una cosa seria, e poi non riusciva neppure a concepire di riuscire a guardare un uomo negli occhi con sfacciataggine. Se ne vergognava solo a pensarci. Certo, quel bel ragazzo biondo le piaceva, ed era pronta a proiettare su di lui una storia d’ amore. Era appena uscita da un’ ennesima delusione e quindi aveva fatto spazio dentro di sé ad una nuova avventura. Ma tutto si sarebbe risolto come sempre in sguardi fuggitivi, vampate di rossore, sospiri solitari, e fiumi di inchiostro sul suo diario, unico confidente dei suoi amori non corrisposti.
La sua amica invece la voleva obbligare a dare un’ altra impronta a quella avventura, ad osare ad uscir fuori dal guscio per inviare messaggi di femminile gradimento.
Si trovò davanti alla specchiera della sua stanza a fare prove di dardeggiare strali dagli occhi neri.
“No, è impossibile. Niente da fare. Non è per me. Quella è pazza” concluse. E andò a pranzare con i suoi.
Ma, al pomeriggio, non riusciva a studiare. Si sentiva inquieta ed eccitata. Non riusciva a stare ferma. Ogni poco si alzava per guardarsi allo specchio. Cercava di vedersi con gli occhi di lui. Che effetto gli avrebbe fatto? Troppo bambina? Troppo formosetta? Troppo impacciata? Forse con i tacchi e un abito scollato e un po’ di rossetto? No, no, meglio rimare fedele a se stessa, al proprio tipo acqua e sapone. Quanto a guardarlo, ci avrebbe almeno provato. Si trattava di resistere qualche istante, tanto per mandare un messaggio. Se non ci fosse stata risposta, si sarebbe potuto battere in ritirata.
Quella notte dormì male e sognò che il prof l’ aveva cacciata di classe come una svergognata mentre tutti i compagni ridevano.
La sua amica, il mattino dopo, la aspettava come sempre al bivio per fare l’ ultimo tratto di strada insieme.
“Ciao”
“Ciao”
“Allora accetti la scommessa?”
“Facciamo così, prova prima tu, se fallisci allora proverò io.”
“Ma se riesco ad uscire con lui, non sapremo mai se avrebbe dato la precedenza a te.”
“Tanto siamo così diverse che se gli piaci tu, non potrei piacergli io.”
“Va beh, sei il solito coniglio, ho capito”
“Hai pensato che potrebbe essere sposato?”
“Ma no, è così giovane, avrà al massimo 27 anni, e poi non ha la vera”
“Potrebbe essere fidanzato”
“E allora? Meglio, la sfida è più interessante”
Erano arrivate. Il prof era già in classe e fumava una sigaretta in attesa dell’ inizio della lezione.
Passarono davanti alla cattedra. Elena lentamente e Nora, rossa in viso, più velocemente. Lui le seguì con lo sguardo perché erano due belle ragazze. Per tutta la lezione Elena non si stancò di guardarlo languidamente. Lui se ne accorse, imbarazzato e infastidito. Sapeva di poter essere percepito come un oggetto di desiderio da delle adolescenti in fiore, ma la sfacciataggine delle donne era urtante.
Per vendicarsi di quegli sguardi assassini, chiamò Elena alla lavagna perché desse dimostrazione di quanto avesse capito.
Lei naturalmente non era stata attenta e fece una brutta figura. In cambio però considerò la chiamata quasi per una dichiarazione d’ amore e si congratulò con se stessa per il rapido successo.
A Nora, però, non era sfuggito il lampo di irritazione negli occhi di lui e ne era stata sinceramente felice, non per pura cattiveria, ma perché lo faceva salire nella sua stima.
Uscendo di classe, Elena non vedeva l’ ora di commentare la mattinata.
“E quasi cotto” disse
“Come lo sai?”
“Ma dai, si vede che sei inesperta. Mi ha chiamata alla lavagna. Come prima mossa è più che sufficiente. Domani secondo round”
“Contenta tu…”
“Di Nora, non sarai mica gelosa”
“Può darsi”
Passarono parecchi giorni perché Elena si rassegnasse ad avere perso. Lui aveva deciso di ignorarla e si riprometteva, in caso di insistenza, di farle un certo discorso a carattere educativo.
Elena cominciò a tormentare Nora perché ci provasse lei, lusingandola.
“Se non gli sono piaciuta io, gli piacerai tu. Già mi sembra che ti guardi. Non l’ hai notato?”
Ma Nora, pur innamorata, non sapeva decidersi ad un gesto che la ripugnava. Tra l’ altro, in effetti, le pareva proprio che lui appoggiasse abbastanza a lungo lo sguardo su di lei e, nel cuore, le fiorivano speranze come margherite in un prato a primavera.
Proprio in quel periodo un compagno di scuola le rivelò il suo amore.
Era un sentimentalone timido più di lei. Uno di quelli che si era covato in seno il sentimento per ben due lunghi anni scolastici limitandosi a guardarla da banco a banco con la speranza che gli occhi le portassero il messaggio del cuore senza bisogno di parlare (anche perché balbettava quando era emozionato)
Ma come avrebbe potuto questo adolescente sgraziato, punteggiato dall’ acne, rivaleggiare con quel magnifico ventisettenne esperto di cuori femminili oltre che di chimica?
Nora dovette respingerlo e lo fece con tutta la delicatezza che le fu possibile. Ma ovviamente se ne fece un nemico.
Elena, che pretendeva sempre di poter mettere a posto tutto lei, da quella donna navigata che era, gli disse che sì, Nora avrebbe anche potuto amarlo se non fosse che era già innamorata del prof di chimica.
Allora quel ragazzo dal cuore ferito prese un’ iniziativa che, nelle su intenzioni, gli avrebbe permesso di vendicarsi di Nora: scrisse un biglietto anonimo al prof nel quale lo informava che Nora era innamorata di lui.
Il prof ne fu semplicemente estasiato e cominciò a guardarla sempre di più per la gioia di vederla arrossire sotto quel suo sguardo carezzevole. Per ora non poteva fare di più perché la sua carica non gli consentiva di essere più esplicito, ma ormai era evidente anche ai ciechi quanto lui fosse innamorato.
Elena ebbe una crisi di rabbia impotente e studiava, giorno e notte, come rompere le uova nel paniere.
Le venne in mente che sarebbe potuta andare a raccontargli della loro scommessa per mettere Nora in cattiva luce. Evidentemente a lui piacevano le madonnine infilzate e sarebbe stato deluso di apprendere che anche Nora era stata disposta a conquistarlo per gioco.
A dire la verità, per spregiudicata che fosse, le rimordeva almeno un poco la coscienza ma, come noto a tutti, gli scrupoli vengono messi a tacere con relativa facilità.
Così un giorno lo fermò nel corridoio dicendo che voleva parlargli. Atteggiò il viso a grande imbarazzo e, tirando fuori a fatica le parole, gli disse: “Devo chiederle scusa ora che sta per finire l’ anno. Mi sono comportata male, lo capisco solo ora. Sono stata molto sciocca, certe volte…si fanno le cose così alla leggera…”
“A cosa ti riferisci?” fece lui stupito.
“Alla scommessa che ho fatto all’ inizio dell’ anno con una mia compagna” disse tutto d’ un fiato perché ormai il dado era tratto e aveva fretta di cominciare a pentirsi.
“Quale scommessa e quale compagna?”
“La scommessa di riuscire a conquistarla. E avessi almeno vinto…ma lei…”
“Io cosa?”
“È innamorato di Nora, no?”
“Te l’ ha detto lei?” fece allarmato e addolorato.
“Beh non proprio, ma è evidente, no?”
“Siete due povere sciocchine. Avete il latte sulle labbra e vi credete grandi. Pensate piuttosto a studiare che ne avete bisogno tutte e due”
La cattiva abbassò lo sguardo per nascondere il lampo di trionfo: aveva raggiunto lo scopo.
Il giorno dopo era l’ ultimo dell’ anno scolastico.
Nora era ignara di tutto ma si accorse subito che il prof era cambiato e non guardava più dalla sua parte. Non sapeva spiegarsene il motivo ma il cuore le pesava in petto. Ne parlò con l’ amica nell’ intervallo.
“Forse sarà perché gli ho detto della scommessa” disse Elena con leggerezza.
“Cosa gli hai detto?”
“Ho fatto male?”
“Sei una carogna, non ti perdonerò mai” e le scesero due lacrime sul viso.
“Beh ma scusa non fare così, che centra? Se lui ti ama non si lascerà smontare per così poco. Comunque se vuoi gli vado a dire che ho scherzato”
“Hai già fatto abbastanza guai. Lascia perdere”
Rientrarono in classe. Nora cercò di ricomporsi il viso ma le lacrime continuavano a scendere irrefrenabili.
Il prof se ne accorse e capì tutto in un volo.
A fine lezione le chiese di aspettarlo fuori per un chiarimento. Nora gli raccontò per filo e per segno la verità.
Quella sera uscirono insieme e fu la prima di molte altre volte

A Genoveffa Frau e Angelica Loredana Anton piace questo messaggio.

2Una scommessa sciocca. Empty Re: Una scommessa sciocca. Lun Gen 18, 2021 9:23 pm

Genoveffa Frau

Genoveffa Frau
Master of Horse
Master of Horse

Scommessa vinta!

3Una scommessa sciocca. Empty Re: Una scommessa sciocca. Ven Gen 22, 2021 12:44 am

Angelica Loredana Anton

Angelica Loredana Anton
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Licia ha scritto:UNA SCOMMESSA SCIOCCA
“Beh allora che ne dici?”
“Di cosa?”
“Non fare la finta ingenua, del nuovo prof naturalmente”
“Ah quello…” e si sentì arrossire come una presa in fallo “simpatico”
“Tutto lì? Solo simpatico?”
“Va bene, se vuoi sentirmelo dire è anche bello”
“Mo’ cominciamo a ragionare. Puoi dire pure bellissimo. Il più bel prof di tutta la scuola”
“Ora esageri mi pare”
“Ma va che piace anche a te”
“Come lo sai?”
“Ti ho vista arrossire, lo sai che tu sei sempre in piazza con il tuo rossore”
Le due amiche erano due tipi opposti. Elena era aggressiva, estroversa, allegra e disinvolta. Nora era dolce e malinconica, timida e pulita. Una ragazza d’ altri tempi si sarebbe potuto dire.
L’ una amava agire, l’ altra sognare , erano entrambe nell’ età dell’ amore ma ne avevano una diversa visuale.
Elena amava sedurre, esercitare la propria femminilità per farsi un’ idea del suo potere sugli uomini.
Nora era in attesa del Principe Azzurro sulle cui braccia raggiungere i lidi dell’ amore eterno.
Nora era la più bella delle due perché aveva occhi grandi e lunghi da gazzella, una massa di capelli castani, morbidi e leggeri, una pelle vellutata da magnolia, una boccuccia sinuosa e un corpo mediterraneo dove le rotondità infantili stavano facendo spazio alle forme opulente di una femminilità in boccio.
Però era Elena ad attirare i corteggiatori come miele perle mosche. La sua offerta sensuale, che pure non si traduceva mai in atti concreti, costituiva un richiamo al quale i giovani maschi non si sottraevano.
Lei era esperta nel prolungare all’ infinito le manovre del corteggiamento fino a che erano i maschi stessi ad esasperarsi e a guardare altrove.
Nora invece intimidiva. Il suo fare serio e riservato, la sua conturbante timidezza teneva, suo malgrado, a distanza. Alcuni compagni di scuola l’ amavano ma in rispettoso silenzio.
Ora camminavano l’ una di fianco all’ altra con un pacco di libri legati da una cinghia in un mano e l’ altra allacciata alla compagnia in una posa confidenziale.
“Vogliamo fare una scommessa?” propose Elena ridendo.
“Quale?”
“Chi lo conquista per prima”
“Elena, sei la solita. Tu lo sai che non ci so fare”
“Non fare la modesta. Lo sai anche tu che sei bellissima. Se ti metti a fissarlo, prima di sera ti chiede di uscire”
“E tu che farai?”
“Lo guarderò anche io fino a fargli abbassare gli occhi”
“Così chiederà di uscire a te”
“Se vuoi saperlo, è quello che spero ardentemente, perché mi piace da morire. È proprio il mio tipo con quella barbetta bionda e quegli occhi ironici.”
“E allora perché mi metti in mezzo? Cosa centro io? Mi vuoi umiliare?”
“Voglio svegliarti un po’. Impegnarti nella vita. Sei sempre lì a pensare al tuo Principe Azzurro invece di vivere.”
“Sono sicura che se lo fai per scommessa, ci riesci a darti da fare. E poi, vinca la migliore!”

Si lasciarono al bivio da quale si dipartivano le due diverse vie. Nora si sentiva turbata, aveva quasi voglia di accettare la sfida. Sapeva che Elena, in cuor suo, era sicura di stravincere. Le sarebbe piaciuto darle una lezione di umiltà. Ma il gioco non era alla sua portata. Intanto non le sembrava una cosa seria, e poi non riusciva neppure a concepire di riuscire a guardare un uomo negli occhi con sfacciataggine. Se ne vergognava solo a pensarci. Certo, quel bel ragazzo biondo le piaceva, ed era pronta a proiettare su di lui una storia d’ amore. Era appena uscita da un’ ennesima delusione e quindi aveva fatto spazio dentro di sé ad una nuova avventura. Ma tutto si sarebbe risolto come sempre in sguardi fuggitivi, vampate di rossore, sospiri solitari, e fiumi di inchiostro sul suo diario, unico confidente dei suoi amori non corrisposti.
La sua amica invece la voleva obbligare a dare un’ altra impronta a quella avventura, ad osare ad uscir fuori dal guscio per inviare messaggi di femminile gradimento.
Si trovò davanti alla specchiera della sua stanza a fare prove di dardeggiare strali dagli occhi neri.
“No, è impossibile. Niente da fare. Non è per me. Quella è pazza” concluse. E andò a pranzare con i suoi.
Ma, al pomeriggio, non riusciva a studiare. Si sentiva inquieta ed eccitata. Non riusciva a stare ferma. Ogni poco si alzava per guardarsi allo specchio. Cercava di vedersi con gli occhi di lui. Che effetto gli avrebbe fatto? Troppo bambina? Troppo formosetta? Troppo impacciata? Forse con i tacchi e un abito scollato e un po’ di rossetto? No, no, meglio rimare fedele a se stessa, al proprio tipo acqua e sapone. Quanto a guardarlo, ci avrebbe almeno provato. Si trattava di resistere qualche istante, tanto per mandare un messaggio. Se non ci fosse stata risposta, si sarebbe potuto battere in ritirata.
Quella notte dormì male e sognò che il prof l’ aveva cacciata di classe come una svergognata mentre tutti i compagni ridevano.
La sua amica, il mattino dopo, la aspettava come sempre al bivio per fare l’ ultimo tratto di strada insieme.
“Ciao”
“Ciao”
“Allora accetti la scommessa?”
“Facciamo così, prova prima tu, se fallisci allora proverò io.”
“Ma se riesco ad uscire con lui, non sapremo mai se avrebbe dato la precedenza a te.”
“Tanto siamo così diverse che se gli piaci tu, non potrei piacergli io.”
“Va beh, sei il solito coniglio, ho capito”
“Hai pensato che potrebbe essere sposato?”
“Ma no, è così giovane, avrà al massimo 27 anni, e poi non ha la vera”
“Potrebbe essere fidanzato”
“E allora? Meglio, la sfida è più interessante”
Erano arrivate. Il prof era già in classe e fumava una sigaretta in attesa dell’ inizio della lezione.
Passarono davanti alla cattedra. Elena lentamente e Nora, rossa in viso, più velocemente. Lui le seguì con lo sguardo perché erano due belle ragazze. Per tutta la lezione Elena non si stancò di guardarlo languidamente. Lui se ne accorse, imbarazzato e infastidito. Sapeva di poter essere percepito come un oggetto di desiderio da delle adolescenti in fiore, ma la sfacciataggine delle donne era urtante.
Per vendicarsi di quegli sguardi assassini, chiamò Elena alla lavagna perché desse dimostrazione di quanto avesse capito.
Lei naturalmente non era stata attenta e fece una brutta figura. In cambio però considerò la chiamata quasi per una dichiarazione d’ amore e si congratulò con se stessa per il rapido successo.
A Nora, però, non era sfuggito il lampo di irritazione negli occhi di lui e ne era stata sinceramente felice, non per pura cattiveria, ma perché lo faceva salire nella sua stima.
Uscendo di classe, Elena non vedeva l’ ora di commentare la mattinata.
“E quasi cotto” disse
“Come lo sai?”
“Ma dai, si vede che sei inesperta. Mi ha chiamata alla lavagna. Come prima mossa è più che sufficiente. Domani secondo round”
“Contenta tu…”
“Di Nora, non sarai mica gelosa”
“Può darsi”
Passarono parecchi giorni perché Elena si rassegnasse ad avere perso. Lui aveva deciso di ignorarla e si riprometteva, in caso di insistenza, di farle un certo discorso a carattere educativo.
Elena cominciò a tormentare Nora perché ci provasse lei, lusingandola.
“Se non gli sono piaciuta io, gli piacerai tu. Già mi sembra che ti guardi. Non l’ hai notato?”
Ma Nora, pur innamorata, non sapeva decidersi ad un gesto che la ripugnava. Tra l’ altro, in effetti, le pareva proprio che lui appoggiasse abbastanza a lungo lo sguardo su di lei e, nel cuore, le fiorivano speranze come margherite in un prato a primavera.
Proprio in quel periodo un compagno di scuola le rivelò il suo amore.
Era un sentimentalone timido più di lei. Uno di quelli che si era covato in seno il sentimento per ben due lunghi anni scolastici limitandosi a guardarla da banco a banco con la speranza che gli occhi le portassero il messaggio del cuore senza bisogno di parlare (anche perché balbettava quando era emozionato)
Ma come avrebbe potuto questo adolescente sgraziato, punteggiato dall’ acne, rivaleggiare con quel magnifico ventisettenne esperto di cuori femminili oltre che di chimica?
Nora dovette respingerlo e lo fece con tutta la delicatezza che le fu possibile. Ma ovviamente se ne fece un nemico.
Elena, che pretendeva sempre di poter mettere a posto tutto lei, da quella donna navigata che era, gli disse che sì, Nora avrebbe anche potuto amarlo se non fosse che era già innamorata del prof di chimica.
Allora quel ragazzo dal cuore ferito prese un’ iniziativa che, nelle su intenzioni, gli avrebbe permesso di vendicarsi di Nora: scrisse un biglietto anonimo al prof nel quale lo informava che Nora era innamorata di lui.
Il prof ne fu semplicemente estasiato e cominciò a guardarla sempre di più per la gioia di vederla arrossire sotto quel suo sguardo carezzevole. Per ora non poteva fare di più perché la sua carica non gli consentiva di essere più esplicito, ma ormai era evidente anche ai ciechi quanto lui fosse innamorato.
Elena ebbe una crisi di rabbia impotente e studiava, giorno e notte, come rompere le uova nel paniere.
Le venne in mente che sarebbe potuta andare a raccontargli della loro scommessa per mettere Nora in cattiva luce. Evidentemente a lui piacevano le madonnine infilzate e sarebbe stato deluso di apprendere che anche Nora era stata disposta a conquistarlo per gioco.
A dire la verità, per spregiudicata che fosse, le rimordeva almeno un poco la coscienza ma, come noto a tutti, gli scrupoli vengono messi a tacere con relativa facilità.
Così un giorno lo fermò nel corridoio dicendo che voleva parlargli. Atteggiò il viso a grande imbarazzo e, tirando fuori a fatica le parole, gli disse: “Devo chiederle scusa ora che sta per finire l’ anno. Mi sono comportata male, lo capisco solo ora. Sono stata molto sciocca, certe volte…si fanno le cose così alla leggera…”
“A cosa ti riferisci?” fece lui stupito.
“Alla scommessa che ho fatto all’ inizio dell’ anno con una mia compagna” disse tutto d’ un fiato perché ormai il dado era tratto e aveva fretta di cominciare a pentirsi.
“Quale scommessa e quale compagna?”
“La scommessa di riuscire a conquistarla. E avessi almeno vinto…ma lei…”
“Io cosa?”
“È innamorato di Nora, no?”
“Te l’ ha detto lei?” fece allarmato e addolorato.
“Beh non proprio, ma è evidente, no?”
“Siete due povere sciocchine. Avete il latte sulle labbra e vi credete grandi. Pensate piuttosto a studiare che ne avete bisogno tutte e due”
La cattiva abbassò lo sguardo per nascondere il lampo di trionfo: aveva raggiunto lo scopo.
Il giorno dopo era l’ ultimo dell’ anno scolastico.
Nora era ignara di tutto ma si accorse subito che il prof era cambiato e non guardava più dalla sua parte. Non sapeva spiegarsene il motivo ma il cuore le pesava in petto. Ne parlò con l’ amica nell’ intervallo.
“Forse sarà perché gli ho detto della scommessa” disse Elena con leggerezza.
“Cosa gli hai detto?”
“Ho fatto male?”
“Sei una carogna, non ti perdonerò mai” e le scesero due lacrime sul viso.
“Beh ma scusa non fare così, che centra? Se lui ti ama non si lascerà smontare per così poco. Comunque se vuoi gli vado a dire che ho scherzato”
“Hai già fatto abbastanza guai. Lascia perdere”
Rientrarono in classe. Nora cercò di ricomporsi il viso ma le lacrime continuavano a scendere irrefrenabili.
Il prof se ne accorse e capì tutto in un volo.
A fine lezione le chiese di aspettarlo fuori per un chiarimento. Nora gli raccontò per filo e per segno la verità.
Quella sera uscirono insieme e fu la prima di molte altre volte
Non l'ho letto tutto ma cominciando dalle prime righe , mi piace. Continua la storia, è bella. Con calma lego il resto.

http://areacultura.it/

4Una scommessa sciocca. Empty Re: Una scommessa sciocca. Ven Gen 22, 2021 9:18 am

Giancarlo Gravili

Giancarlo Gravili
Admin Master & Commander
Admin Master & Commander

Storia da liceo e vita di due adolescenti e dei primi amori. Ambientazione ideale e poi si scava nell'agire umano, quello acerbo e quello maturo e si scopre che la verità non sempre è scontata. Messaggio positivo nell'amore che in fine vince sulle ripicche e sugli agguati giovanili.
Una bella storia collegiale che coinvolge molti aspetti psicologici di età diverse.

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5Una scommessa sciocca. Empty Re: Una scommessa sciocca. Ven Gen 22, 2021 10:03 am

Licia

Licia
Mamma Orsa
Mamma Orsa

Adoro nei miei racconti cogliere le sottigliezze psicologiche nei rapporti. Naturalmente riferite ai tempi miei. Oggi i rapporti sono cambiati. Posso interessare veramente solo ai miei coetanei.

6Una scommessa sciocca. Empty Re: Una scommessa sciocca. Ven Gen 22, 2021 10:44 am

Giancarlo Gravili

Giancarlo Gravili
Admin Master & Commander
Admin Master & Commander

Coe e Tanei erano due ragazzi semplici che vivevano fuori dai soliti contesti del loro tempo, spesso erano presi in giro dagli altri amici.
S'erano innamorati al primo sguardo in quei giorni di liceo quando l'età ti permette ancora di sognare e loro sognavano molto e questo li aveva uniti profondamente.
Coe veniva da una famiglia disagiata, il padre alcolizzato e la madre che doveva tirare la baracca da sola inventandosi più d'un lavoro.
Tanei era la primogenita di una famiglia della mezza borghesia, genitori impiegati e distrattamente assenti dalla famiglia, presi soprattutto dal voler apparire in una società di pseudo benestanti...

Tu be continued per chi vuole può aggiungere un pezzo...

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7Una scommessa sciocca. Empty Re: Una scommessa sciocca. Ven Gen 22, 2021 10:58 am

Licia

Licia
Mamma Orsa
Mamma Orsa

... forse li aveva uniti proprio quella loro condizione di perseguitati da quel fenomeno alla moda di nome " bullismo". Ma ci si può domandare perché fossero perseguitati. Forse per il loro non aderire alla moda del tempo? Non amavano i tatuaggi né il piercing, né i continui self. Pensavano all'amore come a qualcosa di duraturo più che ad un insieme di sveltine. Sembrano usciti fuori da una foto in bianco e nero simile a quella dei bisnonni...
To be continued

8Una scommessa sciocca. Empty Re: Una scommessa sciocca. Ven Gen 22, 2021 12:32 pm

Giancarlo Gravili

Giancarlo Gravili
Admin Master & Commander
Admin Master & Commander

La domanda aveva la risposta nell'infanzia vissuta dai due che forse era diversa e uguale al tempo stesso.
La ricerca d'affetto era il collante che univa e la sua palese mancanza nell'ambito familiare aveva fatto nascere in loro il desiderio di creare una famiglia che fosse normalmente felice e non stereotipata dalla società.
Sì, la semplicità era il volano della storia d'amore e poi in comune la passione per la scrittura...
"Quando la vita ti estrania cerchi sempre di esporre e gridare al mondo i perché della tua anima"
Coe era un ragazzo molto timido e non era stato lui a fare il primo passo...

https://thejarofpoetry.forumattivo.com

9Una scommessa sciocca. Empty Re: Una scommessa sciocca. Ven Gen 22, 2021 2:16 pm

Licia

Licia
Mamma Orsa
Mamma Orsa

... era stata lei mossa da quell'urgenza d'amore che spesso le ragazze di tutte le epoche hanno.. Gli aveva chiesto un sigaretta, proprio lei che non fumava...E lui aveva provveduto subito ad offrirglierla con un certo entusiasmo sospetto di vivo interesse. Si erano messi a ridere entrambi subito dopo consapevoli di cosa la richiesta potesse significare.

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