Ladra di vite.
Era una povera donna molto sfortunata. Rimasta orfana appena nata, allevata da una zia carabiniere, cresciuta in una casa senza giardino, allergica al pelo dei cani e gatti e quindi priva di ogni affetto e compagnia, rimasta zitella e quindi senza speranza di qualche figlio. Nella casa della zia neppure una libreria cui attingere. Che noia la sua vita e che squallore!
Ma è noto che ognuno , per quanto maledetto dalla sorte, si arrangia come può. E anche la nostra eroina dello squallore si era saputa arrangiare.
Come?
Rubando la vita degli altri !
Ma dimmi scrittrice: come si fa a rubare la vita degli altri?
Semplice! Bisogna intrufolarsi nella loro intimità con delle tecniche che man mano si acquisiscono, approfittando del fatto che la gente non vede l’ora di venire ascoltata, di potersi sfogare . Quindi , ad ogni incontro occasionale, lei sfoderava simpatico sorriso , cenno di saluto, piccolo ammiccamento quasi per alludere a una certa complicità.
Al secondo incontro l’amicizia poteva iniziare.
“Cara signora, la vedo bene, io invece sto morendo dal caldo” ( oppure dal freddo a seconda della stagione)
Quella signora era praticamente obbligata a parlare.
“Non lo dica a me! Io soffro molto degli sbalzi di temperatura”
“ Sarà l’età oppure l’inquinamento”
Trovato l’argomento giusto si poteva proseguire, a chi più ne ha più ne metta, contro gli industriali, i politici, e tutti quei mascalzoni che se ne fregano delle sorti del pianeta.
Amicizia fatta.
L’altra signora pronta a lamentele più intime : il marito, i figli, la nuora, la cugina pazza. E giù tutta una vita di amori e di dolori, di dolcezze e di amarezze. Ah che bello quel primo amore, laggiù in cantina, di nascosto dai genitori! E il viaggio di nozze nei paesi del Nord! E l’arrivo del primo figlio con tutti quei fiori da parte del marito! Poi la suocera tra le palle! Senza parlare del cagnone che mordeva tutti e la causa in tribunale per i danni causati alla vicina di casa. E poi l’incidente di macchina con il successivo ricovero in ospedale dove si era innamorata del suo medico curante.
E , a un certo punto dell’amicizia, arrivano pure le corna che le ha infilato il marito.
Qui la povera ladra di vite ha gli occhi lucidi per l’emozione e si è talmente identificata con l’amica che vorrebbe strozzare quell’uomo e la notte successiva sogna pure di strozzarlo per davvero. Ma poi lui la bacia e le dice di amarla.
Ecco sta vivendo anche lei. Si è arrabbiata, si è innamorata. E’ pronta per un’altra avventura, per un altro film da fare suo, con tutte le emozioni connesse da trasferire nel sogno .
Era una povera donna molto sfortunata. Rimasta orfana appena nata, allevata da una zia carabiniere, cresciuta in una casa senza giardino, allergica al pelo dei cani e gatti e quindi priva di ogni affetto e compagnia, rimasta zitella e quindi senza speranza di qualche figlio. Nella casa della zia neppure una libreria cui attingere. Che noia la sua vita e che squallore!
Ma è noto che ognuno , per quanto maledetto dalla sorte, si arrangia come può. E anche la nostra eroina dello squallore si era saputa arrangiare.
Come?
Rubando la vita degli altri !
Ma dimmi scrittrice: come si fa a rubare la vita degli altri?
Semplice! Bisogna intrufolarsi nella loro intimità con delle tecniche che man mano si acquisiscono, approfittando del fatto che la gente non vede l’ora di venire ascoltata, di potersi sfogare . Quindi , ad ogni incontro occasionale, lei sfoderava simpatico sorriso , cenno di saluto, piccolo ammiccamento quasi per alludere a una certa complicità.
Al secondo incontro l’amicizia poteva iniziare.
“Cara signora, la vedo bene, io invece sto morendo dal caldo” ( oppure dal freddo a seconda della stagione)
Quella signora era praticamente obbligata a parlare.
“Non lo dica a me! Io soffro molto degli sbalzi di temperatura”
“ Sarà l’età oppure l’inquinamento”
Trovato l’argomento giusto si poteva proseguire, a chi più ne ha più ne metta, contro gli industriali, i politici, e tutti quei mascalzoni che se ne fregano delle sorti del pianeta.
Amicizia fatta.
L’altra signora pronta a lamentele più intime : il marito, i figli, la nuora, la cugina pazza. E giù tutta una vita di amori e di dolori, di dolcezze e di amarezze. Ah che bello quel primo amore, laggiù in cantina, di nascosto dai genitori! E il viaggio di nozze nei paesi del Nord! E l’arrivo del primo figlio con tutti quei fiori da parte del marito! Poi la suocera tra le palle! Senza parlare del cagnone che mordeva tutti e la causa in tribunale per i danni causati alla vicina di casa. E poi l’incidente di macchina con il successivo ricovero in ospedale dove si era innamorata del suo medico curante.
E , a un certo punto dell’amicizia, arrivano pure le corna che le ha infilato il marito.
Qui la povera ladra di vite ha gli occhi lucidi per l’emozione e si è talmente identificata con l’amica che vorrebbe strozzare quell’uomo e la notte successiva sogna pure di strozzarlo per davvero. Ma poi lui la bacia e le dice di amarla.
Ecco sta vivendo anche lei. Si è arrabbiata, si è innamorata. E’ pronta per un’altra avventura, per un altro film da fare suo, con tutte le emozioni connesse da trasferire nel sogno .