Nel silenzio spettrale s'udiva un'agonizzante rintocco, un'anima dannata aggrappata a una cordicella
chiamava a raccolta i suoi eteronimi che non potevano presentarsi per evidenti ragioni.
Mani bruciate per il gran lavoro nel tirare quella corda affinché la pesante campana di bronzo potesse essere di forte richiamo, il segnale per quell'incontro disperato; la pelle delle mani cadeva a brandelli come le speranze che il suo piano riuscisse.
Non riusciva ad arrendersi, con le poche forze rimaste tentava ancora l'impossibile, ne era convinto.
Improvvisamente qualcosa si materializzò innanzi ai suoi occhi e indietreggiò lasciano la corda penzolante mentre la pesante campana continuava il richiamo per suo conto.
Povera anima dannata, non era che l'inizio del suo incubo peggiore.
Erano presenze conosciute, quasi familiari, cominciava a serpeggiargli un brivido, anime defraudate delle loro credenziali, decedute da anni e richiamate da quei rintocchi, comparse per riavere indietro i loro nomi e la loro dignità calpestata da uno squilibrato che si era divertito con astuzie macabre utilizzandoli per i suoi scopi.
Era giunto il giorno del riscatto, erano tanti, troppi, non avrebbe avuto scampo e la loro sete di vendetta era palese.
Lo avrebbero spolpato vivo, nutrendosi del suo sangue e della sua carne, le interiora le avrebbero appese sul tetto della cattedrale maledetta come il suo campanaro improvvisato e per i corvi che svolazzavano intorno un degno pasto.
Tutto questo apparve ai suoi occhi terrorizzati, morta la spavalderia, si accorse di essersi cagato addosso, ciò non lo avrebbe risparmiato.
Con l'ultimo rintocco la falce della morte lo raggiunse, riprendendosi ciò che giustamente gli apparteneva.
Genoveffa Frau opere
2016
chiamava a raccolta i suoi eteronimi che non potevano presentarsi per evidenti ragioni.
Mani bruciate per il gran lavoro nel tirare quella corda affinché la pesante campana di bronzo potesse essere di forte richiamo, il segnale per quell'incontro disperato; la pelle delle mani cadeva a brandelli come le speranze che il suo piano riuscisse.
Non riusciva ad arrendersi, con le poche forze rimaste tentava ancora l'impossibile, ne era convinto.
Improvvisamente qualcosa si materializzò innanzi ai suoi occhi e indietreggiò lasciano la corda penzolante mentre la pesante campana continuava il richiamo per suo conto.
Povera anima dannata, non era che l'inizio del suo incubo peggiore.
Erano presenze conosciute, quasi familiari, cominciava a serpeggiargli un brivido, anime defraudate delle loro credenziali, decedute da anni e richiamate da quei rintocchi, comparse per riavere indietro i loro nomi e la loro dignità calpestata da uno squilibrato che si era divertito con astuzie macabre utilizzandoli per i suoi scopi.
Era giunto il giorno del riscatto, erano tanti, troppi, non avrebbe avuto scampo e la loro sete di vendetta era palese.
Lo avrebbero spolpato vivo, nutrendosi del suo sangue e della sua carne, le interiora le avrebbero appese sul tetto della cattedrale maledetta come il suo campanaro improvvisato e per i corvi che svolazzavano intorno un degno pasto.
Tutto questo apparve ai suoi occhi terrorizzati, morta la spavalderia, si accorse di essersi cagato addosso, ciò non lo avrebbe risparmiato.
Con l'ultimo rintocco la falce della morte lo raggiunse, riprendendosi ciò che giustamente gli apparteneva.
Genoveffa Frau opere
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