Occasione sprecata
La ragazza, appena uscita dalla lezione di catechismo, camminava pensosa lungo il viale di tigli. Non vedeva l’ora di donare il suo amore a qualcuno.
Ed ecco presentarsi l’occasione.
Una vecchia dall’aspetto triste, spettinata e malvestita, sedeva su di una panchina guardando in terra una fila di formiche che si arrampicavano sulle sue vecchie scarpe. Non ce l’aveva con le formiche.
In realtà non ce l’aveva con nessuno. Non le importava più di niente. Aveva lasciato da un pezzo il suo bagaglio di ricordi belli o brutti che fossero. Come se non le appartenessero. Il suo unico pensiero era quello di comprarsi qualche cosa da mangiare e poi di cucinarselo alla meno peggio in una padella.
Non si può neppure dire che soffrisse e tanto meno che godesse. Diciamo che sopravviveva.
La ragazza si buttò su di lei come il felino sulla preda.
Tirò fuori il più ammaliante dei suoi sorrisi e le chiese il permesso di sedersi sulla panchina.
“Non c’è problema” disse la vecchia quasi meccanicamente.
“Posso chiederle come si chiama? Io mi chiamo Maddalena ma per gli amici sono Maddy”
“Giovanna e non ho amici.”
“Ma adesso ha un’amica e sono io”
La vecchia alzò gli occhi su di lei con un’ombra di meraviglia e pensò:
“Ma cosa vuole questa qua da me?”
Le pareva maleducazione andarsene ma lo avrebbe fatto volentieri. Non era più abituata a parlare con nessuno tranne che con la panettiera che le chiedeva ogni giorno come stava e doveva sempre rispondere “Bene grazie e lei?”
Una volta parlava con gli uccelli che si posavano sul balcone ove lei scuoteva la tovaglia piena di briciole ma poi si era stufata anche di quello.
Un poco scoraggiata dall’atteggiamento, la ragazza provò a insistere:
“Sa, ho provato simpatia per lei appena l’ho vista, assomiglia alla mia nonna che era tanto buona e carina”
“Si? Io non sono né buona né carina”
“Forse perché si sente sola”
“Non mi sento sola , anzi sola sto meglio”
La ragazza mangiò la foglia e capì che non era il caso di insistere.
“Le chiedo scusa” disse con un briciolo di cattiveria. “Sa credevo che un po’ di amicizia facesse bene alla sua età”
Si alzò in piedi schiacciando qualche formica.
La vecchia non rispose e la seguì con lo sguardo sentendosi improvvisamente triste come una che ha perso un’occasione.
La ragazza, appena uscita dalla lezione di catechismo, camminava pensosa lungo il viale di tigli. Non vedeva l’ora di donare il suo amore a qualcuno.
Ed ecco presentarsi l’occasione.
Una vecchia dall’aspetto triste, spettinata e malvestita, sedeva su di una panchina guardando in terra una fila di formiche che si arrampicavano sulle sue vecchie scarpe. Non ce l’aveva con le formiche.
In realtà non ce l’aveva con nessuno. Non le importava più di niente. Aveva lasciato da un pezzo il suo bagaglio di ricordi belli o brutti che fossero. Come se non le appartenessero. Il suo unico pensiero era quello di comprarsi qualche cosa da mangiare e poi di cucinarselo alla meno peggio in una padella.
Non si può neppure dire che soffrisse e tanto meno che godesse. Diciamo che sopravviveva.
La ragazza si buttò su di lei come il felino sulla preda.
Tirò fuori il più ammaliante dei suoi sorrisi e le chiese il permesso di sedersi sulla panchina.
“Non c’è problema” disse la vecchia quasi meccanicamente.
“Posso chiederle come si chiama? Io mi chiamo Maddalena ma per gli amici sono Maddy”
“Giovanna e non ho amici.”
“Ma adesso ha un’amica e sono io”
La vecchia alzò gli occhi su di lei con un’ombra di meraviglia e pensò:
“Ma cosa vuole questa qua da me?”
Le pareva maleducazione andarsene ma lo avrebbe fatto volentieri. Non era più abituata a parlare con nessuno tranne che con la panettiera che le chiedeva ogni giorno come stava e doveva sempre rispondere “Bene grazie e lei?”
Una volta parlava con gli uccelli che si posavano sul balcone ove lei scuoteva la tovaglia piena di briciole ma poi si era stufata anche di quello.
Un poco scoraggiata dall’atteggiamento, la ragazza provò a insistere:
“Sa, ho provato simpatia per lei appena l’ho vista, assomiglia alla mia nonna che era tanto buona e carina”
“Si? Io non sono né buona né carina”
“Forse perché si sente sola”
“Non mi sento sola , anzi sola sto meglio”
La ragazza mangiò la foglia e capì che non era il caso di insistere.
“Le chiedo scusa” disse con un briciolo di cattiveria. “Sa credevo che un po’ di amicizia facesse bene alla sua età”
Si alzò in piedi schiacciando qualche formica.
La vecchia non rispose e la seguì con lo sguardo sentendosi improvvisamente triste come una che ha perso un’occasione.