La donna giaceva nel suo sangue.
Il marito, in piedi davanti a lei, con il coltello sgocciolante in mano, guardava affascinato quella macchia rossa che continuava ad allargarsi tutto intorno al corpo che ne era intriso.
Tra poco sarebbe arrivata la polizia con le manette e il cellulare. Sarebbe passato tra la folla che gli avrebbe dato il suo nuovo nome definitivo: “assassino”. Anche quelli che prima l’amavano lo avrebbero guardato con orrore: sua madre, suo padre, sua sorella, i suoi bambini. Solo lei, se ci fosse ancora stata, avrebbe continuato ad amarlo perché solo lei lo capiva. Conosceva quelle furie che gli prendevano la gola e quel buio che gli si faceva davanti agli occhi. Conosceva il mistero di quell’attimo in cui le mani gli diventavano indipendenti, non ubbidivano più a lui ma alla furia cieca che trovava sfogo sugli oggetti vicini. Lei sapeva che “dopo” lui diventava un cane bastonato e che si dava i pugni in testa per punirsi. Sapeva, soprattutto, quanto lui l’amasse e questo le dava la forza di perdonarlo.
E pur tuttavia, con uno sguardo triste, nel quale forse c’era già un presentimento, gli aveva detto: “Il giorno che tu ti trovi un coltello tra le mani mi uccidi”.
E quel giorno era venuto.
Il coltello affilato, con cui lui stava tagliando il pane nel momento del litigio, era affondato subito nella morbida carne bianca.
Com’è facile morire! Come sono fragili quelle vene, quelle arterie! Come si svuotano in un attimo di tutto il loro sangue! Il buio della collera, le mani che si muovono da sole, il lago di sangue, e l’anima della moglie che se ne fugge dalla finestra, su su, verso il Paradiso, tra gli angeli, al posto giusto e quanto meritato...
Si sentì felice per lei a questo pensiero. Sapeva che era morta perdonandolo.
Anche lui volle chiedere perdono. S’inginocchiò davanti al cadavere ancora caldo e quasi palpitante, sporcandosi di rosso i pantaloni. Con una mano prese del sangue, come si fa coll’acqua santa in chiesa, e si segnò la fronte e il petto e le spalle. Poi afferrò il coltello e, stringendo i denti per non urlare, con la mano sinistra, recise quella sua mano destra indipendente e sgocciolò il suo sangue sul corpo di lei finché il suo viso divenne bianco e le gambe cedettero facendolo stramazzare.
Anche la sua anima uscì dalla finestra e salì su fino in Paradiso, dove c’è un posto anche per gli assassini
