Tre tipi strani su di una panchina
Sedevano sulla panchina di un parco tre tipi strani.
Erano la passione, l’amore e l’Amore vero.
La passione era talmente calda da rendere la panchina quasi inabitabile. Bellissima nel suo abito rosso sgargiante che lasciava intravvedere le sue gambe nude.
L’amore sembrava timido ma era, a sua volta, molto affascinante. Si stringeva alla passione per farsi riscaldare da lei. Teneva sulle ginocchia un mazzo di rose rosse con piccole sfumature di giallo sulle cime.
Un po’ in disparte sedeva l’Amore vero, vestito di una tunica azzurro cielo.
I tre parlavano del cuore umano, loro residenza in tutte le stagioni.
La voce della passione era la più alta e sovrastava le altre. Dalla sua bocca sinuosa, usciva un fiume di parole.
Ascoltai:
“ Sono io a dare un senso alla vita di tutti gli uomini e a fare battere all’impazzata il loro cuore. Con me, loro cavalcano sogni meravigliosi, e sono pronti a ogni impresa, anche la più audace, senza guardare indietro e neppure avanti, indifferenti a qualsiasi altra cosa. Io li tengo in pugno e li rendo schiavi.”
“ E’ vero, confermò l’amore, “ e aiuti pure me ad amare al meglio, ma vedi dove sta la differenza: la tua vita è breve e ti spegni presto come una candela che consuma la sua cera, mentre io metto le radici nel cuore in cui abito. Io non brucio ma riscaldo e accarezzo piano piano.”
“ Sì, tu accarezzi ”, disse a bassa voce l’Amore vero, “ ma non sai resistere alle intemperie se io non sono con te. Il cuore umano è come una foresta nella quale ci si può perdere e scoraggiare. Ma se tu mi chiami io corro da te e così tu puoi durare una vita intera nel cuore di chi tu hai scelto di amare e che abita nel cuore tuo con l’amore suo.
Pensai che nel cuore umano c’è posto sia per la passione che per l’amore, ma solo l’Amore vero consegna il cuore alla felicità condivisa.
Sedevano sulla panchina di un parco tre tipi strani.
Erano la passione, l’amore e l’Amore vero.
La passione era talmente calda da rendere la panchina quasi inabitabile. Bellissima nel suo abito rosso sgargiante che lasciava intravvedere le sue gambe nude.
L’amore sembrava timido ma era, a sua volta, molto affascinante. Si stringeva alla passione per farsi riscaldare da lei. Teneva sulle ginocchia un mazzo di rose rosse con piccole sfumature di giallo sulle cime.
Un po’ in disparte sedeva l’Amore vero, vestito di una tunica azzurro cielo.
I tre parlavano del cuore umano, loro residenza in tutte le stagioni.
La voce della passione era la più alta e sovrastava le altre. Dalla sua bocca sinuosa, usciva un fiume di parole.
Ascoltai:
“ Sono io a dare un senso alla vita di tutti gli uomini e a fare battere all’impazzata il loro cuore. Con me, loro cavalcano sogni meravigliosi, e sono pronti a ogni impresa, anche la più audace, senza guardare indietro e neppure avanti, indifferenti a qualsiasi altra cosa. Io li tengo in pugno e li rendo schiavi.”
“ E’ vero, confermò l’amore, “ e aiuti pure me ad amare al meglio, ma vedi dove sta la differenza: la tua vita è breve e ti spegni presto come una candela che consuma la sua cera, mentre io metto le radici nel cuore in cui abito. Io non brucio ma riscaldo e accarezzo piano piano.”
“ Sì, tu accarezzi ”, disse a bassa voce l’Amore vero, “ ma non sai resistere alle intemperie se io non sono con te. Il cuore umano è come una foresta nella quale ci si può perdere e scoraggiare. Ma se tu mi chiami io corro da te e così tu puoi durare una vita intera nel cuore di chi tu hai scelto di amare e che abita nel cuore tuo con l’amore suo.
Pensai che nel cuore umano c’è posto sia per la passione che per l’amore, ma solo l’Amore vero consegna il cuore alla felicità condivisa.
