M’era ignoto
M’era ignoto...
«Mi ignoto son»
Disse il pescator cortesemente a Chioggia e il volgo sentì volgarmente e tal modo usò per abbreviare il verbo che divenne: «Mignotto son».
«Dunque chi fu codesto mignotto? Forse colui che in prostitudine andava per sollazzi?»
Già cosa vi può essere di più solitario se non la solitudine stessa nella sua prostituzione al nulla.
Quanta prostitudine nel mignotto che vive nell’ignoto… Certamente ricava qualcosa dalla prestazione ma prestare se stessi alla solitudine giova?
Domande o risposte retoriche?
«M’è ignota pure a me che son lo scrivano cantore del mignotto e delle sue gesta, un gesto val una prostituzione alla solitudine, di questo campava il mignotto che della prostitudine era l’eletto a letto.
Nel letto certo ci finiva spesso a vendere tutto se stesso per un qualcosa in cambio.
Anch’egli avrebbe voluto dare in cambio senza il cambio, satollo dell’egoismo che la prostitudine creava in lui.
«M’è ignoto dunque il fine del mignotto che a guardar bene non fa altro che derubare la sua solitudine prendendo dagli altri la vita e dando in cambio la sua prostitudine.»
Uno sguardo al mare.
A Chioggia non c’era il mare e tutta la laguna era un’invenzione del mignotto che oltre alla finzione
sapeva creare ad arte luoghi e situazioni per prostituirsi.
«E la solitudine? Dove vogliamo metterla?»
Avevo tre nonni che vivevano sul mare e agivano col male e per mare e conoscevano il nonno del mignotto che lavorava come scaricatore di porto in un fumetto.
Tipo fumantino... conobbe una ragazza che faceva la scaricatrice di porto in un fumetto.
«Che coincidenza, facciamo tutti e due gli scaricatori portuali quindi potremmo fidanzarci se ti va.
Tu come ti chiami?»
«Avamignotta, e tu?»
«Avomignotto»
La relazione ebbe una relazione e i due si relazionarono tanto che nacque un bel pargolo chiamato
“Ignoto figlio del mignottamignotto”
Ignoto crebbe robusto fra i pescatori e imparò a pescare già in tenera età senza mai finire accalappiato dalla rete.
Un giorno, mentre pescava, intravide una ragazza formosa che pescava.
«Anche tu peschi? Ma allora siamo colleghi, ti va se ci fidanziamo?»
E dalla pesca si passò al pescato e nacque un pargolo nipote di nonni mi-gnotti che fu chiamato Ignoto 2.
Appena venuto al mondo egli pronunciò questa frase al Gine che s’arrangiava a fare il cologo: “Mi ignoto son”
Questa in definitiva la storia del mignotto che essendo svogliato non ebbe la stessa verve dei suoi avi e finì in solitudine a praticare la prostitudine in giro per luoghi che non sono e per mari che nessuno sa e poi fu così che nacque la rete, dove ognuno navigava in prostitudine cercando
di fare il mignotto per campare.
M’era ignoto...
«Mi ignoto son»
Disse il pescator cortesemente a Chioggia e il volgo sentì volgarmente e tal modo usò per abbreviare il verbo che divenne: «Mignotto son».
«Dunque chi fu codesto mignotto? Forse colui che in prostitudine andava per sollazzi?»
Già cosa vi può essere di più solitario se non la solitudine stessa nella sua prostituzione al nulla.
Quanta prostitudine nel mignotto che vive nell’ignoto… Certamente ricava qualcosa dalla prestazione ma prestare se stessi alla solitudine giova?
Domande o risposte retoriche?
«M’è ignota pure a me che son lo scrivano cantore del mignotto e delle sue gesta, un gesto val una prostituzione alla solitudine, di questo campava il mignotto che della prostitudine era l’eletto a letto.
Nel letto certo ci finiva spesso a vendere tutto se stesso per un qualcosa in cambio.
Anch’egli avrebbe voluto dare in cambio senza il cambio, satollo dell’egoismo che la prostitudine creava in lui.
«M’è ignoto dunque il fine del mignotto che a guardar bene non fa altro che derubare la sua solitudine prendendo dagli altri la vita e dando in cambio la sua prostitudine.»
Uno sguardo al mare.
A Chioggia non c’era il mare e tutta la laguna era un’invenzione del mignotto che oltre alla finzione
sapeva creare ad arte luoghi e situazioni per prostituirsi.
«E la solitudine? Dove vogliamo metterla?»
Avevo tre nonni che vivevano sul mare e agivano col male e per mare e conoscevano il nonno del mignotto che lavorava come scaricatore di porto in un fumetto.
Tipo fumantino... conobbe una ragazza che faceva la scaricatrice di porto in un fumetto.
«Che coincidenza, facciamo tutti e due gli scaricatori portuali quindi potremmo fidanzarci se ti va.
Tu come ti chiami?»
«Avamignotta, e tu?»
«Avomignotto»
La relazione ebbe una relazione e i due si relazionarono tanto che nacque un bel pargolo chiamato
“Ignoto figlio del mignottamignotto”
Ignoto crebbe robusto fra i pescatori e imparò a pescare già in tenera età senza mai finire accalappiato dalla rete.
Un giorno, mentre pescava, intravide una ragazza formosa che pescava.
«Anche tu peschi? Ma allora siamo colleghi, ti va se ci fidanziamo?»
E dalla pesca si passò al pescato e nacque un pargolo nipote di nonni mi-gnotti che fu chiamato Ignoto 2.
Appena venuto al mondo egli pronunciò questa frase al Gine che s’arrangiava a fare il cologo: “Mi ignoto son”
Questa in definitiva la storia del mignotto che essendo svogliato non ebbe la stessa verve dei suoi avi e finì in solitudine a praticare la prostitudine in giro per luoghi che non sono e per mari che nessuno sa e poi fu così che nacque la rete, dove ognuno navigava in prostitudine cercando
di fare il mignotto per campare.
