IL CRONICARIO
Il silenzio nero dello sgabuzzino fu interrotto dalla voce della palla:
“Non ce la faccio più a stare qui a fare niente, proprio io che ho sempre corso nella mia vita”
“Non stiamo facendo niente” disse la racchetta da tennis, “stiamo aspettando il giorno della luce”
“La Pasqua?” chiesero ad una voce i pattini a rotelle che parlavano sempre insieme.
“Si la Pasqua” rispose la racchetta.
“Il giorno delle pulizie” interloquì la bambola “quando la padrona spalancherà la porta per spolverare e spazzare e per decidere chi di noi andrà in pattumiera”
Tutti si ribellarono: “ Ma perché sei così pessimista? Lo sai che i padroncini ci difendono, mai ci lascerebbero buttare”
“Eh!” disse la bambola “ Ormai i padroncini sono cresciuti e non pensano più a noi. Già l’anno scorso, dove credete che sia finito il pallone da calcio?
“E’ andato a fare una partita e si è perso nel prato, beato lui” dissero i pattini.
“Illusi che non siete altro, era sgonfiato ed è finito in pattumiera”
La palla si pavoneggiò: “guardatemi, io sono ancora gonfia e posso correre e saltare quanto voglio”.
La bambola (che aveva un occhio solo) la guardò con pena: “Sì, sì, sei gonfia è vero, ma la tua pelle è tutta screpolata e non si capisce neppure di che colore eri da giovane”.
La palla parve mortificata e tacque. I pattini gemelli dissero: “Dai su! Basta con questa mogeria, se riusciamo a sopravvivere alla pattumiera ancora per qualche anno, ci tireranno fuori per i nipotini e torneremo tutti per le strade a correre”.
“Mi piacerebbe tanto inseguire la pallina bianca” disse la racchetta sospirosa.
La pallina bianca, che se ne era sempre stata zitta, disse: “Eh sì racchetta! Tu ti divertivi a darmi botte, da mattina a sera ….”
“Sì è vero ma poi, se vincevamo, il padroncino ti baciava e tu ne eri innamorata, ti ricordi?”
La pallina si asciugò una lacrima e, nello stanzino buio, tornò cupa la tristezza