Una fessa chiotta dimenticò d'allacciarsi le scarpe e inciampò.
Per magia, al posto della passera si ritrovò un mini pisellino che seppur gonfio per l'urto, non mutò dimensione poiché nella terra su cui era caduta, non aveva appartenenza.
Le bugie hanno sempre le gambe corte.
La terra che forse calpestò durante il servizio di leva lo ripudiò ma non per questione di sesso.
A quel tempo v'era una passera appollaiata su una fronda spoglia, il maestrale la fece sloggiare perché non era intonata, così se la scrollò di dosso.
Volò lontano dall'isola felice ma non fu una perdita, nessuno la conosceva.
Fece amicizia con un cane, faceva la guardia alle torri Pisane, là aveva nidificato e la prole pigolante non faceva riposare gli inquilini confinanti tant'è che ai piccoli volatili legarono i becchi con dei lacci per farli smettere.
Avvenimenti strani si susseguirono a ritmi ossessivi nelle lunghe notti del condor, le stelle dallo spavento chiesero protezione e rifugio alla luna che le sputò in un occhio facendole spegnere
senza il tempo di un lamento.
Semplici lacci lasciati sciolti scatenarono un putiferio talmente grande che la fessa chiotta chiosò nell'ignavia convincendosi d'esser furbacchiona.
Ormai a carte scoperte il gioco si faceva più duro e un silenzio inquietante veniva spezzato dall'urlo delle sirene della polizia che voleva vederci chiaro in quella strana e sporca faccenda di lacci e confusioni varie e inspiegabili.
Genoveffa Frauopere2021
Per magia, al posto della passera si ritrovò un mini pisellino che seppur gonfio per l'urto, non mutò dimensione poiché nella terra su cui era caduta, non aveva appartenenza.
Le bugie hanno sempre le gambe corte.
La terra che forse calpestò durante il servizio di leva lo ripudiò ma non per questione di sesso.
A quel tempo v'era una passera appollaiata su una fronda spoglia, il maestrale la fece sloggiare perché non era intonata, così se la scrollò di dosso.
Volò lontano dall'isola felice ma non fu una perdita, nessuno la conosceva.
Fece amicizia con un cane, faceva la guardia alle torri Pisane, là aveva nidificato e la prole pigolante non faceva riposare gli inquilini confinanti tant'è che ai piccoli volatili legarono i becchi con dei lacci per farli smettere.
Avvenimenti strani si susseguirono a ritmi ossessivi nelle lunghe notti del condor, le stelle dallo spavento chiesero protezione e rifugio alla luna che le sputò in un occhio facendole spegnere
senza il tempo di un lamento.
Semplici lacci lasciati sciolti scatenarono un putiferio talmente grande che la fessa chiotta chiosò nell'ignavia convincendosi d'esser furbacchiona.
Ormai a carte scoperte il gioco si faceva più duro e un silenzio inquietante veniva spezzato dall'urlo delle sirene della polizia che voleva vederci chiaro in quella strana e sporca faccenda di lacci e confusioni varie e inspiegabili.
Genoveffa Frauopere2021