PICCOLI RESIDUI D’AMORE DIVINO
Indossò la notte come un mantello nero a lucidi pois stellati, per coprire la sua imbarazzante nudità.
L’inferno lo aveva risputato come un osso indigesto, anche per un cane affamato.
“Non abbastanza cattivo” recitava la sentenza, “Piccoli residui di amore divino. Pericolo di inquinamento”
Che assurda pignoleria! Dopo una vita intera trascorsa a fare il male, e con che impegno! E con che arte! Per poche briciole di amore... ma che dico, di pietà spicciola, condannato per sempre a vagare, senza un tetto né uno straccio di famiglia, una purché si voglia identità!
Espulso per termine vita dal mondo dei vivi, la terra nera, golosa, ne tratteneva il corpo già colonizzato da truppe affamate di vermi grassi. Del tutto inservibile, del resto. Con i collegamenti elettrici tagliati e la centralina in tilt. Impossibile qualsiasi progetto di recupero.
Senza corpo dunque, e senza anima. O meglio: con un’anima buttata da qualche parte come uno straccio sporco e bruciacchiato. Inservibile anch’essa.
Condannato, così, per un’eternità a vagare senza scopo e senza meta, senza qualche cosa contro cui scagliarsi e senza qualcosa su cui appoggiarsi, senza voce per gridare, né lacrime per piangere, né odio, né amore, né riposo , né pace. Nulla nel Nulla, deserto nel Deserto, solitudine nella Solitudine, noia nella Noia, desolazione nella Desolazione.
E tutto ciò per qualche spicciolo di pietà sfuggito dalle maglie sfilacciate della rete rossa di nefandezze che aveva avvolto la sua vita. Un attimo di distrazione, un rammollimento del cuore lo avevano proiettato nel limbo dei non esistenti.
Il silenzio del suo nulla fu percorso da una Voce: Salvo!
Non era dunque solo? Chi altro condivideva la sua sorte di errante? Dove sei compagno di sventura? E chi ti sta chiamando?
“Sei salvo!”” Ripeté la Voce mentre il mantello della notte sbiadiva alle prime luci dell’alba e si ritirava da lui, lasciandolo penosamente nudo.
“ Io non sono Salvo. Io sono Nessuno”
“Prendi la tua anima sporca e vestiti. La tua pietà ti ha salvato”.
E mentre il sole allagava il cielo con la sua luce, egli venne risucchiato in un vortice ascendente, su, su, sempre più su, infinitamente su
Indossò la notte come un mantello nero a lucidi pois stellati, per coprire la sua imbarazzante nudità.
L’inferno lo aveva risputato come un osso indigesto, anche per un cane affamato.
“Non abbastanza cattivo” recitava la sentenza, “Piccoli residui di amore divino. Pericolo di inquinamento”
Che assurda pignoleria! Dopo una vita intera trascorsa a fare il male, e con che impegno! E con che arte! Per poche briciole di amore... ma che dico, di pietà spicciola, condannato per sempre a vagare, senza un tetto né uno straccio di famiglia, una purché si voglia identità!
Espulso per termine vita dal mondo dei vivi, la terra nera, golosa, ne tratteneva il corpo già colonizzato da truppe affamate di vermi grassi. Del tutto inservibile, del resto. Con i collegamenti elettrici tagliati e la centralina in tilt. Impossibile qualsiasi progetto di recupero.
Senza corpo dunque, e senza anima. O meglio: con un’anima buttata da qualche parte come uno straccio sporco e bruciacchiato. Inservibile anch’essa.
Condannato, così, per un’eternità a vagare senza scopo e senza meta, senza qualche cosa contro cui scagliarsi e senza qualcosa su cui appoggiarsi, senza voce per gridare, né lacrime per piangere, né odio, né amore, né riposo , né pace. Nulla nel Nulla, deserto nel Deserto, solitudine nella Solitudine, noia nella Noia, desolazione nella Desolazione.
E tutto ciò per qualche spicciolo di pietà sfuggito dalle maglie sfilacciate della rete rossa di nefandezze che aveva avvolto la sua vita. Un attimo di distrazione, un rammollimento del cuore lo avevano proiettato nel limbo dei non esistenti.
Il silenzio del suo nulla fu percorso da una Voce: Salvo!
Non era dunque solo? Chi altro condivideva la sua sorte di errante? Dove sei compagno di sventura? E chi ti sta chiamando?
“Sei salvo!”” Ripeté la Voce mentre il mantello della notte sbiadiva alle prime luci dell’alba e si ritirava da lui, lasciandolo penosamente nudo.
“ Io non sono Salvo. Io sono Nessuno”
“Prendi la tua anima sporca e vestiti. La tua pietà ti ha salvato”.
E mentre il sole allagava il cielo con la sua luce, egli venne risucchiato in un vortice ascendente, su, su, sempre più su, infinitamente su