Fuffo
Avevo un amico con un nome lunghissimo che non riuscivo mai a pronunciare.
Si chiamava Fuffo.
Aveva un cane dal nome semplicissimo che si pronunciava benissimo. Arturoguglielmariantonioronzoddonestevanicolandreabelardosvaldomero, per semplicità lui lo chiamava Adolfvonbrocchenvanderschoolonsigfriedulberteinstein.
Sembrava una bestiola molto intelligente.
Quando uscivano insieme nel parco questo meraviglioso cane di razza “corsa formula uno tedesca”, con un facilissimo bau gli faceva capire dove fare la pipi. Poi baurlava Fuffo vieni qua... e il mio amico volava da lui.
Spesso facevano della lunghissime passeggiate negli ipermercati e per non violare le leggi il cane metteva sempre Fuffo nell'apposito carrello per uomini.
Giravano sempre con un grosso badile per raccogliere immediatamente i bisognini di Fuffo.
Coccolato e rispettato come un re, il mio amico si sentiva finalmente un uomo.
Non era sempre stato così: quando i due si conobbero Fuffo era molto irrequieto, cosi l'amico cane lo iscrisse a una scuola d'addestramento per uomini. L'istruttore, cane dai modi molto severi, un certo Pit detto O Bull lo prese sotto la sua ala e in qualche mese Fuffo imparò a comportarsi da vero
uomo da compagnia, educato, equilibrato e obbediente.
Da parte sua il nostro Adolfvonbrocchen... per non essere da meno si iscrisse alla scuola primaria per mansitter e conseguì in breve il brevetto col massimo punteggio.
Una coppia inseparabile: Adolf... postava sempre su dogbook tutte le foto di Fuffo; mentre faceva pipì, mentre riportava l'osso indietro, mentre faceva la guardia al portone d'ingresso, insomma mentre...
Adolf... poi s'era iscritto in tutti i gruppi canini proprietari d'un uomo, dove poter condividere tutte le esperienze sulla convivenza con un umano.
Il tempo passava e come tutti quelli della sua razza Fuffo cominciava a invecchiare: un po' di reumatismi, la sciatica, non vedeva più come un tempo, qualche acufene qua e là, la gastrite. Per non farla lunga i soliti acciacchi che acciaccano questa razza particolare.
Adolf..., dal canto suo non faceva mancare nulla al suo amico Fuffo: medico della USSL ogni volta, analisi, compresse per l'osteoporosi, un paio di occhiali nuovi, un cappottino di lana merinos che gli stava a pennello, un paio di pantaloni imbottiti...
Certo ogni tanto si sporcava di pupù, ma nulla poteva intaccare l'amicizia indissolubile.
Come tutte le storie, anche la loro ebbe un fine. Arrivò l'ora e Fuffo, oramai vecchio e debilitato non camminava più.
La decisione fu per Adolf... tremendamente dolorosa. Una villa di ricovero per vecchi uomini.
La retta era un po' salata ma per Fuffo questo e altro.
Nel frattempo Adolf aveva messo su famiglia con una certa cokerina bionda ossigenata molto in e poco aut. Lei frequentava l'alta caneria e i salotti doglocati. Se la tirava molto ma lui la amava.
Erano nati quattro cucciolotti belli paffuti, ma avevano preso dalla mamma, tutti altezzosi e snob, d'altronde avevano il pedigree.
Il povero Adolf... aveva dovuto limitare le visite al vecchio amico: col passare del tempo si facevano sempre più rade.
Fuffo oramai fiaccato nel fisico s'avviava alla suo naturale traguardo. La sua mente però era giovane e mai aveva dimenticato le corse sui prati col suo amico Adolf...
I soldi della retta non arrivavano più alla pensione e il direttore Mastino decise di sopprimere Fuffo: non poteva essere più mantenuto.
L'inverno arrivò su Adolf e Fuffo e i fiocchi di neve coprirono le orme della loro storia.
Il ricordo s'affievolì e anche Adolf divenne vecchio: la moglie più giovane di lui lo mollò in un doghotel di lusso e i figli non andarono mai a trovarlo.
Una notte il respiro si fece flebile e Adolf... intravide di fronte al letto la figura del vecchio amico Fuffo: era venuto per lui.
Nel paradiso degli amici dove il tempo è sempre uguale a se stesso esiste un prato e due amici che sull'erba giocano.
Avevo un amico di nome Fuffo.
Aveva un cane di nome Arturoguglielmariantonioronzoddonestevanicolandreabelardosvaldomero.
Avevo un amico con un nome lunghissimo che non riuscivo mai a pronunciare.
Si chiamava Fuffo.
Aveva un cane dal nome semplicissimo che si pronunciava benissimo. Arturoguglielmariantonioronzoddonestevanicolandreabelardosvaldomero, per semplicità lui lo chiamava Adolfvonbrocchenvanderschoolonsigfriedulberteinstein.
Sembrava una bestiola molto intelligente.
Quando uscivano insieme nel parco questo meraviglioso cane di razza “corsa formula uno tedesca”, con un facilissimo bau gli faceva capire dove fare la pipi. Poi baurlava Fuffo vieni qua... e il mio amico volava da lui.
Spesso facevano della lunghissime passeggiate negli ipermercati e per non violare le leggi il cane metteva sempre Fuffo nell'apposito carrello per uomini.
Giravano sempre con un grosso badile per raccogliere immediatamente i bisognini di Fuffo.
Coccolato e rispettato come un re, il mio amico si sentiva finalmente un uomo.
Non era sempre stato così: quando i due si conobbero Fuffo era molto irrequieto, cosi l'amico cane lo iscrisse a una scuola d'addestramento per uomini. L'istruttore, cane dai modi molto severi, un certo Pit detto O Bull lo prese sotto la sua ala e in qualche mese Fuffo imparò a comportarsi da vero
uomo da compagnia, educato, equilibrato e obbediente.
Da parte sua il nostro Adolfvonbrocchen... per non essere da meno si iscrisse alla scuola primaria per mansitter e conseguì in breve il brevetto col massimo punteggio.
Una coppia inseparabile: Adolf... postava sempre su dogbook tutte le foto di Fuffo; mentre faceva pipì, mentre riportava l'osso indietro, mentre faceva la guardia al portone d'ingresso, insomma mentre...
Adolf... poi s'era iscritto in tutti i gruppi canini proprietari d'un uomo, dove poter condividere tutte le esperienze sulla convivenza con un umano.
Il tempo passava e come tutti quelli della sua razza Fuffo cominciava a invecchiare: un po' di reumatismi, la sciatica, non vedeva più come un tempo, qualche acufene qua e là, la gastrite. Per non farla lunga i soliti acciacchi che acciaccano questa razza particolare.
Adolf..., dal canto suo non faceva mancare nulla al suo amico Fuffo: medico della USSL ogni volta, analisi, compresse per l'osteoporosi, un paio di occhiali nuovi, un cappottino di lana merinos che gli stava a pennello, un paio di pantaloni imbottiti...
Certo ogni tanto si sporcava di pupù, ma nulla poteva intaccare l'amicizia indissolubile.
Come tutte le storie, anche la loro ebbe un fine. Arrivò l'ora e Fuffo, oramai vecchio e debilitato non camminava più.
La decisione fu per Adolf... tremendamente dolorosa. Una villa di ricovero per vecchi uomini.
La retta era un po' salata ma per Fuffo questo e altro.
Nel frattempo Adolf aveva messo su famiglia con una certa cokerina bionda ossigenata molto in e poco aut. Lei frequentava l'alta caneria e i salotti doglocati. Se la tirava molto ma lui la amava.
Erano nati quattro cucciolotti belli paffuti, ma avevano preso dalla mamma, tutti altezzosi e snob, d'altronde avevano il pedigree.
Il povero Adolf... aveva dovuto limitare le visite al vecchio amico: col passare del tempo si facevano sempre più rade.
Fuffo oramai fiaccato nel fisico s'avviava alla suo naturale traguardo. La sua mente però era giovane e mai aveva dimenticato le corse sui prati col suo amico Adolf...
I soldi della retta non arrivavano più alla pensione e il direttore Mastino decise di sopprimere Fuffo: non poteva essere più mantenuto.
L'inverno arrivò su Adolf e Fuffo e i fiocchi di neve coprirono le orme della loro storia.
Il ricordo s'affievolì e anche Adolf divenne vecchio: la moglie più giovane di lui lo mollò in un doghotel di lusso e i figli non andarono mai a trovarlo.
Una notte il respiro si fece flebile e Adolf... intravide di fronte al letto la figura del vecchio amico Fuffo: era venuto per lui.
Nel paradiso degli amici dove il tempo è sempre uguale a se stesso esiste un prato e due amici che sull'erba giocano.
Avevo un amico di nome Fuffo.
Aveva un cane di nome Arturoguglielmariantonioronzoddonestevanicolandreabelardosvaldomero.
