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Un prosciutto da impazzire

3 partecipanti

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1Un prosciutto da impazzire Empty Un prosciutto da impazzire Lun Gen 25, 2021 6:48 pm

Licia

Licia
Mamma Orsa
Mamma Orsa

Un prosciutto da impazzire

La donna aveva una faccia larga e simpatica da massaia di una volta (di quando la parola non era ancora un insulto).
Camminava svelta lungo la strada semideserta che collegava con le zone più centrali le ultime case del paesotto. Aveva in mano un pacchetto di dolci e, a tracolla, una borsa contenente un portafoglio con pochi spiccioli ed un paio d’etti di prosciutto avvolto in carta oleata.
Il suo bastardino le camminava dietro, attardandosi spesso a leggere i messaggi odorosi dei colleghi della zona per poi raggiungerla velocemente.
Seduto su di un muretto sbrecciato, con le gambe allungate in una tipica posizione da perdigiorno, un uomo sui quaranta, dalla faccia scura che ne denunciava l’origine meglio di una carta di identità, era in attesa di un piccolo affaruccio quotidiano, tipo smerciare a poco prezzo qualche oggettino “trovato” nelle tasche o nella borsa di qualche distratto mentre era intento a chiacchierare con un amico, o sottratto nel locale supermarket alla sorveglianza dei commessi, o recuperato in uno dei sacchi neri della spazzatura lasciati all’angolo della strada.
Spesso la gente, pur di toglierselo dai piedi, così nero ed insistente, comprava per quanto richiesto e magari aggiungeva qualcosa purché non si facesse rivedere da quelle parti per un po’.
“Cambia zona amico che qui non è aria per te”
E lui obbediva spostandosi da una parte all’altra della cittadina, tanto una casa non l’aveva proprio. Dormiva, secondo le stagioni, su di una panchina oppure in qualche sottoscala o sulle panche della sala d’aspetto della stazione (i ferrovieri tolleravano purché non ci fosse una continuità assoluta che trasformasse ufficialmente la stazione in dormitorio). Non aveva bagagli, ogni tanto si cambiava d’abito con gli indumenti che gli regalavano i preti. Così viveva in attesa di qualche miracolo che cambiasse in meglio la sua vita: tipo trovare nella spazzatura un pacco di banconote o un anello di brillanti oppure sposare qualche vecchia signora ricca che gli lasciasse il gruzzolo e la casa.
Di lavorare non se ne parlava, a parte che non sapeva fare niente ma in quel paesone ove era, ad un certo punto della sua vita, approdato, il lavoro non c’era neppure per i giovani locali. In ogni modo così campava discretamente e non passava giorno che non mangiasse, sempre al di sotto della sua fame ma a sufficienza per non morire.
Il bastardino della passante gli annusò i piedi e sternutì. La signora lo richiamò a sé. Il povero cristo vide che la strada era deserta e gli venne la tentazione di avvicinarsi e di infilare la mano nella borsa a tracolla. La signora avrebbe urlato ma lui sarebbe scappato velocemente e lei non l’avrebbe certo rincorso. Si avvicinò con la scusa di fare una carezza al cane. L’odore di prosciutto lo fece quasi barcollare. Quel giorno aveva mangiato poco e, benché fosse musulmano, il prosciutto lo faceva impazzire. In quel momento il prosciutto era molto più allettante dell’eventuale portafoglio che non poteva essere consumato seduta stante. La signora intuì che qualcosa stava per accadere ma in lei la pietà prevalse di gran lunga sulla paura: quella era la faccia della fame e la fame, nella sua mentalità, giustificava ogni reato.
Gli disse: “giovanotto venga a casa mia che oggi festeggiamo il compleanno di mia figlia”.
Confuso, sconcertato, non sapeva se convenisse accettare o portare a termine il suo progetto. Ormai la voglia di prosciutto era irresistibile, quasi un delirio. Disse, con un fil di voce: “mi darebbe per favore una fettina?” La donna sorrise con indulgenza e aprì la carta oleata sprigionando all’intorno un profumo di Paradiso.
Con gli occhi abbacinati del cercatore d’oro di fronte al giacimento di pepite, il poveretto allungò la mano nera ad artiglio e si portò alla bocca la delizia porcina, mentre Allah sopra di lui chiudeva gli occhi per non vedere.
La donna buona sorrise e gli disse: “Su andiamo a casa mia, ci sono anche le paste

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2Un prosciutto da impazzire Empty Re: Un prosciutto da impazzire Lun Gen 25, 2021 7:15 pm

Giancarlo Gravili

Giancarlo Gravili
Admin Master & Commander
Admin Master & Commander

Ecco come l'Amore Universale si realizza in un unico Dio per tutto il mondo e nella fratellanza della condizione umana nascono e muoiono tutti i meccanismi della vita e dell'essere in vita. I viaggiatori che occupano il pianeta Terra dovrebbero capire che il biglietto non sempre è gratuito e che ogni azione ci consenti di finire il nostro viaggio nell'universo e consentire quello degli altri. Il rapporto di Amore universale per ogni essere e quello con l'autobus che ci trasporta è direttamente proporzionale.
Amiamo noi stessi, gli altri e contemporaneamente saremo in grado di amare anche il nostro pianeta che vive con noi e anche da noi è condizionato. Ecco allora che il messaggio di universalità del bene si estende al povero, ai bisognosi, ai meno fortunati e tutto insieme si rivolge alla nostra terra.

https://thejarofpoetry.forumattivo.com

3Un prosciutto da impazzire Empty Re: Un prosciutto da impazzire Lun Gen 25, 2021 9:05 pm

Genoveffa Frau

Genoveffa Frau
Master of Horse
Master of Horse

La bontà di una persona si evince da piccoli grandi gesti, la fame e il bisogno non hanno colore, molto bello Lycia!

4Un prosciutto da impazzire Empty Re: Un prosciutto da impazzire Mar Gen 26, 2021 8:20 am

Licia

Licia
Mamma Orsa
Mamma Orsa

Qui il vero protagonista è lui, visto non come il solito numero degli scocciatori,ma come persona umana piena di bisogni e di desideri. Ho cercato di trasmettere la sua fame capace perfino di fargli tradire il suo credo religioso. Ringrazio entrambi per i graditi commenti.

A Genoveffa Frau piace questo messaggio.

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