SEMPLICE!
Semplice: l’aveva lasciata perché non l’amava più. Qualcuno ha qualcosa da obbiettare?
Ma lei lo amava ancora?
Certo! Ma cosa significa? Lei era una “dove mi attacco muoio” (e per combinazione si chiamava Edera). Lui era un tipo d’oggi: dinamico, sportivo, aitante. S’innamorava facile e gli passava presto. Gli era sembrata carina, fresca appassionata. Ma poi...Voleva sempre parlare d’amore. Mi spiego? Parlare, non farlo. Mi ami? Quanto mi ami? Come mi ami? Come hai capito di amarmi? Perché mi ami? Fino a quando mi amerai? E tutto ciò prima, dopo e durante.
All’inizio era pure divertente perché era diversa. Oggi le donne sono più pratiche. E’ già tanto se ti chiedono una volta se le ami. E anche se rispondi di no, ci stanno lo stesso e devi stare pure attento a non seccarle tu con troppo domande. Ma poi...
Poi cosa?
Poi si è stancato. Gli appuntamenti gli pesavano. Le ore con lei non passavano mai. Gli sembrava che il suo orologio stesse fermo.
E poi?
Poi ce n’è stata un’altra, più giovane, più bella, più nuova, più tutto e allora......
Allora cosa?
Allora si è suicidata.
Chi?
Edera.
Suicidata come?
Vene. Era da lei. Romantico. Quando l’hanno trovata in bagno, aveva due fili rossi sulle braccia e i piedi in una pozza.
E lui?
Lui niente. Scusa tanto : se non l’amava più!
* * * § § § * * * § § § * * *
Niente un corno! Sono qui, seduto scomodo, con tanti occhi addosso che mi forano e un odore insopportabile di fiori. Mi hanno dato il posto d’onore, intorno al letto della morta, e non posso non guardarla. Dio, come è bianca! Sembra fatta di petali di magnolia. Si deve essere svuotata di tutto il sangue. Che idea! Ma perché non ha aspettato qualche giorno? Forse le sarebbe passata. Tutto passa. Anche a me è passata quando mi è morto il cane. Ne ho comprato un altro e via! Così è la vita. No?
Non sopporto più gli occhi di sua madre: mi odia, è evidente. Per lei è come se l’avessi ammazzata io. Si può anche capire. D’accordo. Non so che faccia fare. Qui piangono tutti. Soffoco. Perché non aprono una finestra? Darei un milione per una boccata d’aria fresca e tutto ciò che ho in banca per poter scappare di qui subito. Se penso che questa è solo la prima tappa.... Domani c’e il funerale, mi sento già male a pensarci. Non ho mai sopportato il momento in cui calano la bara nella fossa. Qui poi, è una ragazza di vent’anni a scendere,nel buio. I funerali sono un’assurdità. L’ho sempre pensato. Bisognerebbe salutarsi quando uno è ancora vivo e poi non saperne più niente. Ci sono le imprese, dovrebbero fare tutto loro. Invece c’è questo culto del dolore. Bisogna soffrire per forza e poi, fare il processo ai colpevoli. Qui, l’imputato sono io, è chiaro. Non stanno a vedere che Edera aveva il suicidio nel sangue; prima o poi l’avrebbe fatto comunque. Non era per questa vita. Voleva un amore che nessuno le poteva dare. Non come lo voleva lei, almeno: eterno, completo, sublime. Roba da romanzo, non da realtà. Mi sarei dovuto accorgere prima di dove mi impegolavo ma all’inizio mi piaceva tanto, proprio perché era così diversa, con quello sguardo profondo, malinconico e poi mi piaceva sentirmi amato, importante....Ah! Povera Edera, sei tanto pallida, ma sei bella! Dove sarai ora? Se almeno fosse vero che esiste un al di là, ci potremmo rincontrare, ti potrei chiedere perdono. Dovrò portarmi tutta la vita il peso di questo rimorso. Ormai, non sarà più come prima. Avrò sempre davanti a me quello sguardo disperato di quando le ho detto: “E’ finita”. Non ha pronunciato una sola parola, se ne è andata zitta come una brava bambina. Ma chi andava ad immaginare? E’ vero, me lo avevi anche detto Edera: “Se tu mi lasciassi, morirei”, ma ne dicevi tante di cose. Parlavi, parlavi sempre e io mica ti ascoltavo.
* * * § § § * * * § § § * * *
Eccolo lì, l’assassino di mia figlia. Non gli ho visto una lacrima. Ecco di chi ti eri innamorata, bambina mia adorata.... Ecco, per chi ti sei uccisa, per chi hai lasciato la tua mamma. Tesoro mio dolcissimo, lo so che tu non vuoi che dica così. Lo so che tu lo ami ancora e che lo hai perdonato. Ecco, guarda: per tuo amore, lo perdono anch’io. Anzi: andò a stringergli la mano, lo abbraccerò. Lascia solo che io gli dica quanto lo amavi. Voglio, almeno, che si porti dietro questo rimorso, per sempre. Lui ti ha buttata via come un limone spremuto ma gli dovrai rimanere dentro. Ti porterà con sè dovunque andrà. Non hai sacrificato la tua vita per niente. Ti avrebbe dimenticata subito e così non potrà dimenticarti mai.......
* * * § § § * * * § § § * * *
E poi, narratore? E poi? Come è finita tutta questa storia? Lui è andato il giorno dopo al funerale?
Sì, c’è andato.
Ed è riuscito a piangere?
No, neanche una lacrima, non era il tipo.
E poi?
La madre, il padre e la sorella l’hanno abbracciato e gli hanno regalato una foto di lei e lui, insieme, sotto un pergolato. Lei rideva felice e lui la guardava teneramente. Era una foto, in cornice d’argento, che lei teneva sempre sul comodino.
E poi?
E poi lui è tornato a casa e, incredibilmente, si è impiccato.
Perché incredibilmente?
Semplice: lui aveva tutto il diritto di lasciarla
Semplice: l’aveva lasciata perché non l’amava più. Qualcuno ha qualcosa da obbiettare?
Ma lei lo amava ancora?
Certo! Ma cosa significa? Lei era una “dove mi attacco muoio” (e per combinazione si chiamava Edera). Lui era un tipo d’oggi: dinamico, sportivo, aitante. S’innamorava facile e gli passava presto. Gli era sembrata carina, fresca appassionata. Ma poi...Voleva sempre parlare d’amore. Mi spiego? Parlare, non farlo. Mi ami? Quanto mi ami? Come mi ami? Come hai capito di amarmi? Perché mi ami? Fino a quando mi amerai? E tutto ciò prima, dopo e durante.
All’inizio era pure divertente perché era diversa. Oggi le donne sono più pratiche. E’ già tanto se ti chiedono una volta se le ami. E anche se rispondi di no, ci stanno lo stesso e devi stare pure attento a non seccarle tu con troppo domande. Ma poi...
Poi cosa?
Poi si è stancato. Gli appuntamenti gli pesavano. Le ore con lei non passavano mai. Gli sembrava che il suo orologio stesse fermo.
E poi?
Poi ce n’è stata un’altra, più giovane, più bella, più nuova, più tutto e allora......
Allora cosa?
Allora si è suicidata.
Chi?
Edera.
Suicidata come?
Vene. Era da lei. Romantico. Quando l’hanno trovata in bagno, aveva due fili rossi sulle braccia e i piedi in una pozza.
E lui?
Lui niente. Scusa tanto : se non l’amava più!
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Niente un corno! Sono qui, seduto scomodo, con tanti occhi addosso che mi forano e un odore insopportabile di fiori. Mi hanno dato il posto d’onore, intorno al letto della morta, e non posso non guardarla. Dio, come è bianca! Sembra fatta di petali di magnolia. Si deve essere svuotata di tutto il sangue. Che idea! Ma perché non ha aspettato qualche giorno? Forse le sarebbe passata. Tutto passa. Anche a me è passata quando mi è morto il cane. Ne ho comprato un altro e via! Così è la vita. No?
Non sopporto più gli occhi di sua madre: mi odia, è evidente. Per lei è come se l’avessi ammazzata io. Si può anche capire. D’accordo. Non so che faccia fare. Qui piangono tutti. Soffoco. Perché non aprono una finestra? Darei un milione per una boccata d’aria fresca e tutto ciò che ho in banca per poter scappare di qui subito. Se penso che questa è solo la prima tappa.... Domani c’e il funerale, mi sento già male a pensarci. Non ho mai sopportato il momento in cui calano la bara nella fossa. Qui poi, è una ragazza di vent’anni a scendere,nel buio. I funerali sono un’assurdità. L’ho sempre pensato. Bisognerebbe salutarsi quando uno è ancora vivo e poi non saperne più niente. Ci sono le imprese, dovrebbero fare tutto loro. Invece c’è questo culto del dolore. Bisogna soffrire per forza e poi, fare il processo ai colpevoli. Qui, l’imputato sono io, è chiaro. Non stanno a vedere che Edera aveva il suicidio nel sangue; prima o poi l’avrebbe fatto comunque. Non era per questa vita. Voleva un amore che nessuno le poteva dare. Non come lo voleva lei, almeno: eterno, completo, sublime. Roba da romanzo, non da realtà. Mi sarei dovuto accorgere prima di dove mi impegolavo ma all’inizio mi piaceva tanto, proprio perché era così diversa, con quello sguardo profondo, malinconico e poi mi piaceva sentirmi amato, importante....Ah! Povera Edera, sei tanto pallida, ma sei bella! Dove sarai ora? Se almeno fosse vero che esiste un al di là, ci potremmo rincontrare, ti potrei chiedere perdono. Dovrò portarmi tutta la vita il peso di questo rimorso. Ormai, non sarà più come prima. Avrò sempre davanti a me quello sguardo disperato di quando le ho detto: “E’ finita”. Non ha pronunciato una sola parola, se ne è andata zitta come una brava bambina. Ma chi andava ad immaginare? E’ vero, me lo avevi anche detto Edera: “Se tu mi lasciassi, morirei”, ma ne dicevi tante di cose. Parlavi, parlavi sempre e io mica ti ascoltavo.
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Eccolo lì, l’assassino di mia figlia. Non gli ho visto una lacrima. Ecco di chi ti eri innamorata, bambina mia adorata.... Ecco, per chi ti sei uccisa, per chi hai lasciato la tua mamma. Tesoro mio dolcissimo, lo so che tu non vuoi che dica così. Lo so che tu lo ami ancora e che lo hai perdonato. Ecco, guarda: per tuo amore, lo perdono anch’io. Anzi: andò a stringergli la mano, lo abbraccerò. Lascia solo che io gli dica quanto lo amavi. Voglio, almeno, che si porti dietro questo rimorso, per sempre. Lui ti ha buttata via come un limone spremuto ma gli dovrai rimanere dentro. Ti porterà con sè dovunque andrà. Non hai sacrificato la tua vita per niente. Ti avrebbe dimenticata subito e così non potrà dimenticarti mai.......
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E poi, narratore? E poi? Come è finita tutta questa storia? Lui è andato il giorno dopo al funerale?
Sì, c’è andato.
Ed è riuscito a piangere?
No, neanche una lacrima, non era il tipo.
E poi?
La madre, il padre e la sorella l’hanno abbracciato e gli hanno regalato una foto di lei e lui, insieme, sotto un pergolato. Lei rideva felice e lui la guardava teneramente. Era una foto, in cornice d’argento, che lei teneva sempre sul comodino.
E poi?
E poi lui è tornato a casa e, incredibilmente, si è impiccato.
Perché incredibilmente?
Semplice: lui aveva tutto il diritto di lasciarla
