L’amante della Morte.
Era un tipo tristissimo di quelli che, quando li vedi, non puoi fare a meno di porre una mano sulla loro spalla a mo’ di consolazione. Aveva un solo problema nella sua vita: si era innamorato , fin da piccolo, della Morte. Quella signora austera, con la falce lucida, il cranio nudo e l’occhio implacabile lo attirava molto di più della Fata turchina. Bah! Ciascuno ne pensi ciò che vuole, ma lui era fatto così. La sua passeggiata preferita si svolgeva lungo i sentieri del cimitero. Era un piccolo, grazioso, cimitero e lì, lui era di casa. Conosceva vita, morte e miracoli di tutti gli abitanti. Soprattutto morte, ma anche qualche dato sulla vita che ricavava dalle scritte sulle lapidi, e dalla freschezza dei fiori e dalla quantità dei lumini. Quanto ai miracoli, aveva incontrato, più di una volta, qualcuno che assomigliava stranamente alla foto del morto e che passeggiava proprio come camminano i vivi…
A parte queste quotidiane passeggiate, non si perdeva un solo funerale! S’infilava tra i parenti lacrimanti come se fosse uno di loro. Non era un parente del morto ma era l’amante della Morte! E il posto gli spettava di diritto!
Componeva canzoni e poesie che dedicava all’innamorata sua e le recitava, accompagnandole da deliziose lacrime.
Sul comò, vicino al letto, vi era una sfilata di lumini e di teschi cui augurava la buona notte prima di addormentarsi. E poi sognava di lei che lo veniva a prendere per danzare con lui macabre danze, molto sensuali.
Ogni tanto buttava un occhio su qualche donna: però , per meritare un’ombra di desiderio doveva essere ossuta, con la faccia molto infarinata e le occhiate doverosamente “peste”: insomma assomigliare a “lei”.
Manco a dirlo, la sua festa preferita era Halloween ma gli piaceva pure il carnevale perché gli consentiva di indossare il suo abito preferito: quello da cadavere sanguinante, con il coltello infilato nel petto!
Che vi devo dire? Di amori strani ce ne sono tanti!.
Ma la storia non finisce qui! ”Amor che a nullo amato amar perdona” di ce il Poeta: E così la Morte, abituata al disprezzo e all’odio di tutti gli uomini che l’avvicinano, rimase incantata da quell’unico che era riuscito ad amarla, trovando in lei la bellezza ( diciamo un po’ insolita) che altri non riuscivano a vedere, capire ed apprezzare. E si sentì rammollire le ossa dalla tenerezza.
Gli si presentò una notte, vestita solo dai raggi della Luna e gli chiese di diventare il suo sposo e collaboratore. Gli disse che era stufa di falciare solo vecchi instupiditi o orribili malati o giovani disperati che la invocavano con la pistola in mano. Avrebbe voluto riempire il suo paniere di giovani donne belle, felici e spensierate. Doveva coglierle, dopo un lungo corteggiamento, nel momento più frenetico della passione, quando la Vita crede di trionfare nella sua Bellezza…
E lo sciagurato disse : “Si”
Era un tipo tristissimo di quelli che, quando li vedi, non puoi fare a meno di porre una mano sulla loro spalla a mo’ di consolazione. Aveva un solo problema nella sua vita: si era innamorato , fin da piccolo, della Morte. Quella signora austera, con la falce lucida, il cranio nudo e l’occhio implacabile lo attirava molto di più della Fata turchina. Bah! Ciascuno ne pensi ciò che vuole, ma lui era fatto così. La sua passeggiata preferita si svolgeva lungo i sentieri del cimitero. Era un piccolo, grazioso, cimitero e lì, lui era di casa. Conosceva vita, morte e miracoli di tutti gli abitanti. Soprattutto morte, ma anche qualche dato sulla vita che ricavava dalle scritte sulle lapidi, e dalla freschezza dei fiori e dalla quantità dei lumini. Quanto ai miracoli, aveva incontrato, più di una volta, qualcuno che assomigliava stranamente alla foto del morto e che passeggiava proprio come camminano i vivi…
A parte queste quotidiane passeggiate, non si perdeva un solo funerale! S’infilava tra i parenti lacrimanti come se fosse uno di loro. Non era un parente del morto ma era l’amante della Morte! E il posto gli spettava di diritto!
Componeva canzoni e poesie che dedicava all’innamorata sua e le recitava, accompagnandole da deliziose lacrime.
Sul comò, vicino al letto, vi era una sfilata di lumini e di teschi cui augurava la buona notte prima di addormentarsi. E poi sognava di lei che lo veniva a prendere per danzare con lui macabre danze, molto sensuali.
Ogni tanto buttava un occhio su qualche donna: però , per meritare un’ombra di desiderio doveva essere ossuta, con la faccia molto infarinata e le occhiate doverosamente “peste”: insomma assomigliare a “lei”.
Manco a dirlo, la sua festa preferita era Halloween ma gli piaceva pure il carnevale perché gli consentiva di indossare il suo abito preferito: quello da cadavere sanguinante, con il coltello infilato nel petto!
Che vi devo dire? Di amori strani ce ne sono tanti!.
Ma la storia non finisce qui! ”Amor che a nullo amato amar perdona” di ce il Poeta: E così la Morte, abituata al disprezzo e all’odio di tutti gli uomini che l’avvicinano, rimase incantata da quell’unico che era riuscito ad amarla, trovando in lei la bellezza ( diciamo un po’ insolita) che altri non riuscivano a vedere, capire ed apprezzare. E si sentì rammollire le ossa dalla tenerezza.
Gli si presentò una notte, vestita solo dai raggi della Luna e gli chiese di diventare il suo sposo e collaboratore. Gli disse che era stufa di falciare solo vecchi instupiditi o orribili malati o giovani disperati che la invocavano con la pistola in mano. Avrebbe voluto riempire il suo paniere di giovani donne belle, felici e spensierate. Doveva coglierle, dopo un lungo corteggiamento, nel momento più frenetico della passione, quando la Vita crede di trionfare nella sua Bellezza…
E lo sciagurato disse : “Si”