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Cara zia Laura

3 partecipanti

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1Cara zia Laura Empty Cara zia Laura Sab Mar 13, 2021 4:54 pm

Licia

Licia
Mamma Orsa
Mamma Orsa

CARA ZIA LAURA.....


Ora che la distanza e gli anni passati hanno messo al sicuro il mio segreto dai pericoli di una rivelazione precoce ed inopportuna, ecco che io posso confessarti, mia adorata zia Laura, quanto io ti abbia amata per tutto il tempo dell’infanzia e anche quello, più tormentato e difficile, dell’adolescenza.
Giuro, però, e chiamo a testimoni tutti gli alberi delle nostre passeggiate ed il fiume ed i sassi delle sue rive e gli uccellini che ci guardavano passare, che il mio è stato un amore puro, un sentimento di transizione tra l’amore per la mamma e quello per le donne che sono venute poi.
Era un amore senza brividi o turbamenti o calori improvvisi o vergogne. Era fatto del desiderio che avevo di stare con te, del benessere che me ne derivava. Mai con nessun altro, né prima né dopo, mi sono sentito così appagato dalla semplice compagnia.
Andavamo per i boschi, per i prati, lungo il fiume, a camminare, a parlare delle mie e delle tue cose e delle cose del nonno che non ti capiva perchè era troppo vecchio per quella figlia, ultima di sei fratelli.
Io mi gonfiavo d’orgoglio ad essere il tuo confidente, a soli nove anni, quando tutti gli altri mi consideravano ancora un bambinetto e mi tenevano all’oscuro di tutto mentre tu eri una ragazza, quasi una donna, alta, col seno già spuntato che si disegnava morbido sotto le camicette. Ero consapevole dell’onore che mi facevi elevandomi fino a te col chiedermi perfino il mio parere su questioni di un certo spessore. Una volta mi chiedesti se mi sembravi bella.
Preso alla sprovvista, non seppi che rispondere, balbettai qualcosa di confuso, forse che non me ne intendevo e tu, non certo rassicurata, se un complimento andavi cercando, ti mettesti comunque a ridere e mi passasti fra i capelli la tua manina bianca tutta ornata degli anellini da pochi soldi che compravi in cartoleria e dicesti: “Roby tu vai forte in complimenti, ti sei proprio sprecato! Per quando avrai la ragazza sarà meglio che ti eserciti, se no la perdi.”
Ci rimasi male anche per l’allusione a quel mio futuro amoroso al quale non volevo neppur pensare perché il mio cuore era già occupato da te e da un piccolo vago sogno di sposarti (che ne sapevo allora nella mia innocenza di incesti e di divieti giuridici?).
I complimenti però, e quanto belli, te li facevo in silenzio, in quell’angolino del mio cuore dove ti avevo creato un posto per averti vicina anche quando non c’eri.
Ricorrevo, per i paragoni, al regno animale che era il mio riferimento d’allora. Così ti dicevo che quando correvi, sopravanzandomi con le tue gambe lunghe, mi sembravi una puledrina e che i tuoi occhi erano più verdi e misteriosi di quelli di una lince selvaggia e che quando nuotavi nel fiume, sballottata tra i massi dalla corrente, così piena di spuma iridata dal sole mi sembravi proprio una trota d’argento. E quando ti sei tagliata i capelli ricci, corti corti, eri una deliziosa agnellina: la mia agnellina.
Ma tu niente sapevi di tutto questo candido amore di fanciullo. Se solo ne avessi avuto un pallido sospetto, ecco, quel giorno, non mi avresti spezzato il cuore presentandomi così, senza un minimo preavviso che mi permettesse di compormi sul viso un’espressione adeguata, quel tuo amico biondo che non apparteneva né alla mia età né alla tua.
Io avevo ormai quattordici anni e quella completa confidenza fisica tra noi, di baci e di carezze, si era affievolita. Forse tu pensavi che non essendo più bambino mi sarei potuto offendere per certe tenerezze. Io, a mia volta, non osavo sollecitarle, stretto in una morsa d’iniziale imbarazzo dovuto alla mia pubertà che mi andava trasformando. Per altro soffrivo la mancanza di quelle coccole che mi facevi prima.
Figurati quindi, in quel primo giorno della presentazione, e poi in tutti quegli altri successivi, quanto ho dovuto soffrire vedendovi camminare abbracciati, dimentichi di me che vi seguivo come un cagnolino umiliato ad aspettare le briciole di quel banchetto d’amore. “Vieni Roby, perché te ne stai indietro? Ora ci compreremo tutti e tre un bel gelato. Ti va tesoro?” “No grazie, non ne ho voglia, oggi”.
Ma tu, zietta cara, non rilevavi neppure quell’ “oggi” sottolineato. Eri troppo presa a baciarlo quell’orribile estraneo, quel vecchio di trent’anni che io odiavo e che non sapeva neppure correre nei prati con la mia puledra. E io pensavo: ma cosa se ne farà lei, così giovane, di un uomo fatto, con camicia e cravatta come mio padre e i miei zii più anziani?
Ma tu hai ben saputo cosa fartene visto che te lo sei sposato.
Il giorno del tuo matrimonio volevo darmi malato per starmene a casa nel letto, da solo, a soffrire la mia pena senza testimoni e a mordere i cuscini e ad urlare che non era giusto, ma poi ci ho ripensato.
In fondo sai ero ancora un po’ bambino e rinunciare a tutto mi dispiaceva. La cerimonia in chiesa con i fiori e l’organo e tu vestita di una nuvola bianca e poi la grande festa in giardino e quella torta a ripiani con la panna e gli sposini in cima (l’avevo vista mentre nonna la preparava). Così, come tu sai, sono venuto e mi è toccato pure di baciare quel mammalucco biondo e spilungone che da allora ho dovuto chiamare zio.
Ti devo anche dire, per alleggerire i tuoi rimorsi, che tranne che al momento del sì, in cui mi scappò un singhiozzo che fece voltare tutti e che venne variamente interpretato, per il resto della giornata io fui felice. Il completo blu, con la camicia bianca e il cravattino mi facevano bello e io lessi l’ammirazione negli occhi di diverse ragazzine.
Così, proprio in quel giorno della disperazione, ci fu l’inizio del distacco da te e da tutta la mia vita precedente. Capii che bisognava crescere ed uscire dai sogni dell’infanzia e che la vita, da parte sua, mi stava preparando un posto da giovanotto, anche piuttosto allettante.
Però, zia Laura, ciononostante, quel bacio che mi desti, prima di salire in macchina, quel bacio lungo, appassionato, quasi d’amore, io lo porto dentro come un gioiello di grande valore. Quel bacio è solo mio e c’è dentro tutto: le nostre passeggiate in riva al fiume, le confidenze, le risate, tutto quel bellissimo rapporto tra il mio bocciolo di vita ancora chiuso e la tua rosa appena sbocciata.

A Genoveffa Frau piace questo messaggio.

2Cara zia Laura Empty Re: Cara zia Laura Sab Mar 13, 2021 8:31 pm

Genoveffa Frau

Genoveffa Frau
Master of Horse
Master of Horse

Prime emozioni e batticuori che tanto turbano i ragazzi, poi si cresce e tutto viene ridimensionato e la confessione alla zia ne è la prova!

3Cara zia Laura Empty Re: Cara zia Laura Mar Mar 16, 2021 7:20 am

Giancarlo Gravili

Giancarlo Gravili
Admin Master & Commander
Admin Master & Commander

Lauretta mia bella de tu nipote
damme sto bacetto che il mio cuor gode
nun te sposare
fuggi con me al mare
chi te lo fa fare
di quell'orango peloso pigliare

Le corse al prato
senza manco er fiato
ero piccino
ma ama anche un bambino
e mo cosa faccio?
Te ne sei ita con quel tipaccio
e a me resta solo un dispaccio
che me costringe a chiamar zietto
quel tipo coi peli lunghi sul petto...

https://thejarofpoetry.forumattivo.com

4Cara zia Laura Empty Re: Cara zia Laura Mar Mar 16, 2021 2:06 pm

Licia

Licia
Mamma Orsa
Mamma Orsa

Mio bel nipotino
sei troppo piccino
per certe cosette
per quelle mi occorre
un fidanzatino

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