Nei verdi prati del Quan Ming Ci Fa viveva, in una casupola di legno e paglia, una signora saggia e buona: il suo nome era Lyciacan.
Tutti nel villaggio vicino la conoscevano e dai consigli che lei elargiva con amore traevano grandi benefici.
Lei amava coltivare fiorellini d'ogni colore, così che l'arcobaleno fosse anche in terra.
Nella stagione del grande freddo, quando i fiori andavano in letargo, lei si chiudeva nel suo piccolo rifugio e da lontano si poteva vedere il fumo del camino sempre acceso.
Un giorno dall'alto della montagna un piccolo aquilotto smarrito, che non trovava più la via di casa, scorse la scia di nero fumo che fuoriusciva dal comignolo della casetta di Lyciacan.
Gianaquilott, questo il suo nome, oramai stremato da un lungo viaggio alla ricerca della sua casa, decise di picchiare in discesa su quella casa prima che le forze venissero meno.
Posatosi sull'uscio bussò alla porta con le ultime risorse che gli erano rimaste nel corpo.
Lyciacan si stupì che qualcuno con quel tempaccio bussasse con tanta forza: chi mai poteva essere?
Aprì intimorita la porta e alla vista di quel aquilotto tutto infreddolito e impaurito lo fece entrare...
Preparò una bella tisana calda e lo invitò a sedersi sulla sedia a dondolo accanto al camino.
Lei prese una piccola sedia di paglia e si sedette accanto.
Storie di draghi e di fanciulle, di paesi misteriosi e lontani furono piacevole argomento di conversazione.
Quando la stanchezza prevalse il sonno s'impadronì dei due.
La mattina dopo l'aquilotto, rinvigorito e rifocillato, ringraziò la sua nuova cara amica e volò via.
La tempesta di neve era terminata e un bel sole splendeva in cielo.
Gianaquilott riuscì a trovare la sua strada e da allora, quando la stagione lo permetteva, tornò sempre a trovare la sua cara amica... e fiabe e racconti volavano... dove l'amicizia era nata.
Quando la tempesta infuria, non disperare mai, in lontananza v'è sempre un fuoco acceso...
Tutti nel villaggio vicino la conoscevano e dai consigli che lei elargiva con amore traevano grandi benefici.
Lei amava coltivare fiorellini d'ogni colore, così che l'arcobaleno fosse anche in terra.
Nella stagione del grande freddo, quando i fiori andavano in letargo, lei si chiudeva nel suo piccolo rifugio e da lontano si poteva vedere il fumo del camino sempre acceso.
Un giorno dall'alto della montagna un piccolo aquilotto smarrito, che non trovava più la via di casa, scorse la scia di nero fumo che fuoriusciva dal comignolo della casetta di Lyciacan.
Gianaquilott, questo il suo nome, oramai stremato da un lungo viaggio alla ricerca della sua casa, decise di picchiare in discesa su quella casa prima che le forze venissero meno.
Posatosi sull'uscio bussò alla porta con le ultime risorse che gli erano rimaste nel corpo.
Lyciacan si stupì che qualcuno con quel tempaccio bussasse con tanta forza: chi mai poteva essere?
Aprì intimorita la porta e alla vista di quel aquilotto tutto infreddolito e impaurito lo fece entrare...
Preparò una bella tisana calda e lo invitò a sedersi sulla sedia a dondolo accanto al camino.
Lei prese una piccola sedia di paglia e si sedette accanto.
Storie di draghi e di fanciulle, di paesi misteriosi e lontani furono piacevole argomento di conversazione.
Quando la stanchezza prevalse il sonno s'impadronì dei due.
La mattina dopo l'aquilotto, rinvigorito e rifocillato, ringraziò la sua nuova cara amica e volò via.
La tempesta di neve era terminata e un bel sole splendeva in cielo.
Gianaquilott riuscì a trovare la sua strada e da allora, quando la stagione lo permetteva, tornò sempre a trovare la sua cara amica... e fiabe e racconti volavano... dove l'amicizia era nata.
Quando la tempesta infuria, non disperare mai, in lontananza v'è sempre un fuoco acceso...