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Biglietto di invito

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1Biglietto di invito Empty Biglietto di invito Mer Mar 17, 2021 6:19 pm

Licia

Licia
Mamma Orsa
Mamma Orsa

BIGLIETTO D’INVITO

“Beh! Che fa lei? Non entra?”
Quella specie di maggiordomo sussiegoso lo guardava con antipatia.
Dalla porta massiccia, di fronte a lui, usciva un suono di stoviglie, insieme a note musicali e a un vociare confuso e indistinto.
Lui fece un passo avanti, come punto da quella voce sgradevole e, nell’allungare la gamba, si accorse di essere in pigiama.
Troppo tardi per tornare indietro! Il maggiordomo, in elegante abito di velluto rosso, incalzava: “Ce l’ha il biglietto di invito?”
“No, no” rispose lui speranzoso, “non ce l’ho”. Ma il maggiordomo, con un fare autoritario, gli infilò due dita nel taschino della giacca e ne estrasse, trionfante, un bigliettino su cui erano vergate in oro, alcune parole che gli sfuggirono.
“Eccolo qui, può entrare” .
E la porta si spalancò davanti a lui rivelandolo, così misero e confuso, ai banchettanti.
Lui chinò il capo in un saluto timido, scusandosi come poteva per l’abbigliamento inadeguato. Le sue parole furono accolte da un coro di risate che lo fece rimanere male.
Ma subito il capo tavola gli fece posto vicino a lui come se fosse stato l’ospite d’onore.
La tavola era così lunga che si perdeva all’’ occhio e non se ne scorgeva la fine.
“Che novità ci porti, mio caro?” gli chiese il suo vicino di destra.
“Ma, non saprei...A dirla tutta, non so nemmeno come sono qui. L’ultima cosa che mi ricordo è di essere andato a letto e di avere preso un sonnifero con un bicchiere d’acqua. Poi tutto è buio”.
Una signora, tre posti avanti, disse sussurrando: “Poverino, non ha ancora capito dove si trova” .
Il suo vicino di sinistra gli versò da bere: “Su, su, coraggio amico, ormai sei dei nostri !”
“Dei nostri chi? Come sarebbe a dire?”
“Sarebbe a dire che...”
“Sei morto” lo aiutò a finire un altro.
“Cosa? “
Gli sarebbe stato difficile impallidire perché era già bianco come la cera ma tanto lì non si notava.
Si alzò però in piedi e non era più né timido, né imbarazzato. Anzi, aveva la grinta di quando aveva fatto la scenata al capoufficio che non voleva dargli le ferie nel mese che veniva comodo a lui.
“Voi siete pazzi” disse, “non se ne parla nemmeno”
“Ah se fosse per noi ti rimanderemmo giù. Che ce ne frega?”
“Ma non ho fatto neppure testamento, non ho avvisato nessuno, non mi sono confessato, non ho fatto pace con mia moglie, dovevo andare domani a vedere per la prima volta il mio nuovo nipotino e mia figlia ci rimarrà male. E poi ho qualche debituccio in giro da saldare. E non ho finito di verniciare l’armadio della mia stanza. E tante altre cose che non sto neppure a dirvi...”
Tanto nessuno lo ascoltava più. Un po’ di pietà non la si nega a nessuno ma questo la faceva lunga. E così i suoi vicini si erano girati dall’altra parte.
Lui, intanto, si era risieduto e si stava facendo il conto di tutto quello che aveva lasciato a metà strada.
Se ne uscì, dopo un po', in un singhiozzo che fece voltare tutti, anche i più lontani.
Le donne, soprattutto, si dettero da fare a consolarlo: “Che cosa ci vuoi fare ? Capita a tutti, una volta o l’altra. Qui non si sta mica male sai? Vedrai che, prima o poi, viene invitata anche tua moglie. Certo non avrà il posto vicino al tuo perché i posti sono in ordine d’arrivo ma vi potrete salutare da lontano. Con il tempo la vista si aguzza. Io, per esempio, vedo i miei genitori, in fondo, in fondo alla tavola, e ci mandiamo i baci...”
“Non m’importa niente” diceva lui testardo, ”voglio tornare giù. Non si può parlare con qualcuno?”
“Si, ci sono le petizioni. Vengono a ritirarle, di tanto in tanto, ma da una volta all’altra possono passare anche dei secoli e intanto capisci che giù cambia tutto...
“ E se io mi alzassi e tornassi via?”
“La porta è chiusa. Qualcuno ci ha provato a infilarsi ma il maggiordomo non si fa scappare nessuno”
“Insomma: non c’è speranza? Non ci si può nemmeno ribellare?”
“L’hai detto”
“E se io stessi solo sognando?”
“ Questo è possibile. Prova a darti degli schiaffi. Se ti svegli sei salvo”
“In questo caso saresti un sogno anche tu...”
“Certamente”.
Passarono alcuni momenti. O erano secoli?
“Beh, allora perché non provi?”
“Preferisco conservarmi la speranza di potermi svegliare in qualunque momento piuttosto che rischiare la disperazione di non avere vie di uscita.”
“Bravo ! Da diversi secoli non ne arrivava uno intelligente come te.”
Si udì una voce di donna, irritata, arrivare dalla porta. “Gino, Gino, ma cosa fai?”
“E’ mia moglie: Maria! Maria! Dove sei?”
“Dove vuoi che sia? Tu piuttosto, non ti ricordi che devi andare all’Ufficio Postale a pagare le bollette? Ma lo sai che ore sono? Vedi a prendere sempre il sonnifero cosa succede...”
E ricominciano a litigare come se neanche ci fosse stata di mezzo una notte lunga come l’eternità.

2Biglietto di invito Empty Re: Biglietto di invito Gio Mar 18, 2021 1:32 pm

Giancarlo Gravili

Giancarlo Gravili
Admin Master & Commander
Admin Master & Commander

Ecco la cena dei morti servita ma è un sogno? Una preveggenza visiva? O qualcuno ha concesso una prova? Non lo sapremo mai, intanto la vita continua nel quotidiano e quello par essere un brutto sogno, ma è davvero così?

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