Un bimbo di nome Amore
C’era una volta un Bimbo di nome Amore che si dilettava a creare cose meravigliose che poi amava. Ma si sentiva solo e pensò di creare un essere simile a lui, capace di amare ciò che creava. Gli mise nome Uomo e creò per lui un pianeta cui mise nome Terra.
A questo punto, fu preso da un tal entusiasmo e una tal commozione che originò un oceano di lacrime Allora creò un’ altra dimensione che chiamò Tempo e le affidò il compito di fare crescere il seme dell’Uomo, partendo da una piccola cellula del suo dna caduta nell’oceano. Ma serviva una madre che aiutasse le cellule ad organizzarsi. E la chiamò Natura. Passarono i millenni e fu pronto l’Uomo che si trovò circondato da tanti altri esseri simili a lui che chiamò poi vegetali e animali.
Il Bimbo intanto sorvegliava ma senza intervenire perché voleva che l’Uomo capisse qual’era il proprio compito: occuparsi del Pianeta Terra e di tutti gli esseri che lo abitavano.
Ma l’Uomo , come categoria, era diviso in tanti uomini diversi nati dal primo ceppo. Alcuni restarono fedeli alla loro missione mentre altri furono infettati da una mala erba chiamata, appunto,” Male” e furono presi dalla voglia, chiamata Potere, di diventare simili al Bimbo che li aveva creati . E allora sulla Terra nacquero le guerre degli uni contro gli altri e si invento la categoria ”Nemico” che generò l’odio. E intanto il Pianeta deperiva.
Ma il Bimbo allora, deluso ma non disperato, pensò di incarnarsi in un piccolo luogo nascosto della Terra, dopo aver scelto una “Donna” qualunque. E , una volta cresciuto come un uomo qualunque, cominciò a parlare e a indicare agli uomini il giusto comportamento secondo l’Amore scritto nel loro dna. Alcuni raccolsero la sua Parola e la tramandarono attraverso il Tempo.
Non tutti la raccolsero,. anche perché non riuscirono a interpretarla, ma la Parola rimase come una fiaccola accesa dal Bimbo incarnato,
Non conosco la fine di questa Favola né se si tratti di una Favola o della Verità ma io quella fiaccola la voglio imbracciare poiché mi piace e mi convince.
C’era una volta un Bimbo di nome Amore che si dilettava a creare cose meravigliose che poi amava. Ma si sentiva solo e pensò di creare un essere simile a lui, capace di amare ciò che creava. Gli mise nome Uomo e creò per lui un pianeta cui mise nome Terra.
A questo punto, fu preso da un tal entusiasmo e una tal commozione che originò un oceano di lacrime Allora creò un’ altra dimensione che chiamò Tempo e le affidò il compito di fare crescere il seme dell’Uomo, partendo da una piccola cellula del suo dna caduta nell’oceano. Ma serviva una madre che aiutasse le cellule ad organizzarsi. E la chiamò Natura. Passarono i millenni e fu pronto l’Uomo che si trovò circondato da tanti altri esseri simili a lui che chiamò poi vegetali e animali.
Il Bimbo intanto sorvegliava ma senza intervenire perché voleva che l’Uomo capisse qual’era il proprio compito: occuparsi del Pianeta Terra e di tutti gli esseri che lo abitavano.
Ma l’Uomo , come categoria, era diviso in tanti uomini diversi nati dal primo ceppo. Alcuni restarono fedeli alla loro missione mentre altri furono infettati da una mala erba chiamata, appunto,” Male” e furono presi dalla voglia, chiamata Potere, di diventare simili al Bimbo che li aveva creati . E allora sulla Terra nacquero le guerre degli uni contro gli altri e si invento la categoria ”Nemico” che generò l’odio. E intanto il Pianeta deperiva.
Ma il Bimbo allora, deluso ma non disperato, pensò di incarnarsi in un piccolo luogo nascosto della Terra, dopo aver scelto una “Donna” qualunque. E , una volta cresciuto come un uomo qualunque, cominciò a parlare e a indicare agli uomini il giusto comportamento secondo l’Amore scritto nel loro dna. Alcuni raccolsero la sua Parola e la tramandarono attraverso il Tempo.
Non tutti la raccolsero,. anche perché non riuscirono a interpretarla, ma la Parola rimase come una fiaccola accesa dal Bimbo incarnato,
Non conosco la fine di questa Favola né se si tratti di una Favola o della Verità ma io quella fiaccola la voglio imbracciare poiché mi piace e mi convince.