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La trofiade la guerra del pelopeloso

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1La trofiade la guerra del pelopeloso Empty La trofiade la guerra del pelopeloso Gio Mar 25, 2021 12:00 pm

Genoveffa Frau

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Master of Horse
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La Trofiade

Narran muse d'antica pugna nel dolce e stopposo Mar Sala che le terre del Sott Acetòs separava dalla rocca di Trofia, regno della penisola del Sott Oliòs. Cantami oh Diva le gesta degli eroi che sfidarono la sorte per onore e gloria, combattendo sotto lo sguardo pervertito degli Dei del monte Olampone.

Il rapimento.
Nel sesto giorno di navigazione Cipollodoros, figlio del re di Trofia Melanzano, mentre si recava in missione presso il re del Pelopeloso, fu sospinto da una improvvisa tempesta verso le coste dell'isola di Brodos, nella regione del Sott Acetòs, governata dal re Glutammatone Monosodicos. La nave del principe riuscì a trovare rifugio in una piccola insenatura e gli abitanti accolsero con ospitalità lui e i suoi marinai. Dopo esser stato rifocillato con una scatoletta di salmoneinskatulas, il prode figlio di Trofìa, fu invitato dal re alla festa in onore della dea Athigna. Le sacerdotesse devote alla divinità, le formose Gnokkeisas, conosciute in tutte le isole vicine per la loro acetica bellezza, fungevano da intrattenitrici. Alla cerimonia partecipava anche la regina Mikateladogratis, donna dalla bellezza prorompente e ammaliante. Cipollodoratos non appena la vide si innamorò perdutamente di lei e progettò immediatamente il suo rapimento. Durante la notte penetrò di soppiatto nelle sale reali dove dormiva il re e, con l'ausilio di un potente spray all'estratto di aglios, costrinse tutti a scappare, compreso lo stesso re. Egli riuscì così a rapire la regina e a portarla sul Panfilos reale, che era spinto dalla forza di cento remi forniti dalla società canottieri gran figli di Trofia, con il quale prese il largo verso la rocca del re Melanzano, con la sua ambita preda.
La partenza verso Trofia.
Ripresosi dalla spruzzata di aglios il re Glutammatone, incazzato nero come un cavolo nero abbronzato, mandò messaggeri a tutti i re delle isole vicine per chiedere di unirsi a lui in una spedizione contro la città di Trofia, per riprendere la sua amata sposa e punire Cipollodoros e il re Melanzano, che gli era risultato da sempre indigesto. Fu approntata così una grande flotta che il 10 aprile del 400 a.c. partì verso la città di Trofia al comando del re Glutammatone Monosodicos. A dir il vero era una flotta veramente sgangherata: chi s'era messo in mare con la vasca da bagno, chi con la pilozza per lavare i panni.
Si notavano anche alcuni wc, modificati con ramponi per l'arrembaggio e vele di carta igienica. Lo spirito però era alto e la voglia di vendetta era tanta che trascureremo nel seguito della storia questi particolari. Ma torniamo ai fatti: dopo mezz'ora di navigazione il re Glutammatone fu preso da cognati di vomito per il mal di mare e fu costretto a lasciare il comando al fido controcontrocontro ammiRaglio Mulonis: originario dell'isola di Rapa Nuilessa.

L'assedio.
Finalmente la mattina del 10 giugno, dopo due mesi di navigazione, necessari per percorrere circa un miglio di mare, la flotta avvistò la spiaggia delle Mignottakis: sirene a pagamento che intrattenevano i naviganti della zona e pure del perizoma. Un marinaio ingrifato, non aspettando l'ordine del re, sbarcò attratto dal canto d'amore delle Mignottakis e cominciò a palparne una. Questa come d'incanto iniziò a suonare ininterrottamente come una sirena: essendo appunto una sirena. Ella avvisò così la vedetta posta sui bestioni della città di Trofia, che si ergeva sulla rocca soprastante, la quale dette immediatamente l'allarme. Agli assalitori non restò altro da fare che accamparsi sulla spiaggia e prepararsi a un lungo assedio, utilizzando per non stancarsi le sedie di paglia che si erano portate da casa. Iniziò così, come riportato nella tradizione orale dal filosofo ubriacone O Miero, allievo del dio O Vino, una delle più sugose guerre che la storia ricordi.

La guerra continua.
Trascorrevano intanto anni e anni di tremende battaglie, ma tra i due popoli nessuno riusciva a prevalere. Il re di Trofia, il saggio Melanzano, mandò un messaggio tramite picciobook al suo avogado di fiduzia, tal Zucchinotokis Frittos, chiedendogli un consiglio su come vincere la contesa. Dopo vari consulti con i suoi aiutanti, all'Avogados venne in mente di chiamare in aiuto il gigante Bulliver, un energumeno molto permaloso, ma fortissimo, figlio diretto del Dio Desparos e della dea Sthanda, il quale accettò l'invito e si recò, a bordo del suo Ferrarikis, nella città assediata, dove senza indugio, dopo essersi fatto pagare un milione di picciolos, assunse con sicurezza il comando delle truppe del Re, che per assicurarsi ancor maggiore protezione gli regalò un abbonamento gratis per il Crazyis Horsis: un locale da ballo molto in voga allora.

Gli Dei entrano in gioco.
Per controbattere tale mossa Glutammatone, che si era ripreso dai cognati di vomito con una iniezione di imotium, prescritta dal suo medico personale Tepiglioperkulos, invocò la dea Athigna. Ella apparve in tutta la sua bruttezza e tutti si inginocchiarono davanti a lei gridando “Te pigliasse 'na Thigna”, famosa preghiera rituale. La Dea, dopo essersi tolta il trucco dagli occhi, disse che avrebbe fatto arrivare sul campo di battaglia il re Culatellos e il famoso semidio, seminudo, seminato, semitutto A Cchillo, detto anche “A Cchillo il peloso terrone dei sette mari”. Detto ciò scomparve in una nuvola di monossido di carbonio alla diossina, intossicando tutti. Come per incanto, una volta dissolta la nube nera, apparvero i due eroi invocati: i quali seduta stante, presero il comando delle armate. Prima di partire per la battaglia finale diTrofia, essi chiamarono a rinforzo l'amico sultano “A Cet Bal Samic”, di padre modenese, il quale a sua volta pregò la dea Keciupp che lo proteggesse nell'avventura. S'accesero inoltre fuochi in onore della dea Mayo Nese, che promise di riferire la cosa a un suo fidato amico, il dio “Sal Sa Tartaracos”, che nonostante fosse impegnato in un tour musicale con il gruppo musicale “I Figli di Tritone”, in testa alle hit parade di tutto il mondo con il brano “Siamo i figli delle Triglie “, accontentò la cara amica e si recò in loco per partecipare alla pugna con le schiere dei sott' Acetòs. Ma il gigante Bulliver disse “Cca nisciuno è fesso!” e contattò su Wa Zapp il sultano Al Carciof, pregandolo di intervenire con la sua flotta, formata dai famigerati Surimi di Granchio, abitanti l'inospitale isola di Friol: essi erano temibili seguaci della dea Barbecue. Inoltre Bulliver inviò un messaggio d'aiuto anche al fraterno amico pomicione Rav Anello, cantante Hip Poppe, laureato in chirurgia plastica, che a sua volta per rimpolpare le fila telefonò con Skipeos al pirata Mer Luz, che giunse dall’Epiro accompagnato dal fedele Al Car Paccio, un tipo un po' fuori di testa che gestiva un ristorante: egli volle portare con sé la ninfa indiana dell'eros Giardi Niera per donare Agro-Dolce-Amore ai compagni.

Le cose si complicano.
Insomma in breve tempo il Mar Sala era divenuto talmente trafficato che il magistrato alle acque decise di mettere il senso unico alternato sulla tratta che portava a Trofia, introducendo anche le targhe alterne e la domenica ecologia: ma nessuno capì a cosa servisse e tutti violarono il blocco. Intanto il comandante veneziano Guido Ca' Rota insieme a un cugino orientale, tale Ra Pa e al cognato Se Dano, saputa della guerra su Euronews, decisero di unirsi nella lotta con i figli di Trofia, tanto per fare un po' di “casino”. Con loro fecero imbarcare anche il prozio Pepe detto “Rone”, di origini campane e il nonno Cicorione di Serra, saggio e genuino veggente vegetariano di Vigevano. Dopo aver fregato l'ultimo Bucintoro al doge di Venezia, partirono, dimenticando a casa il navigatore, un certo Gar Min, affidatogli dal gran figlio di Khan durante il loro ultimo viaggio in Cina. Così sbagliarono senso unico, perdendosi fra le calli della laguna e ritrovandosi sconsolati nel rio mare, vicino alla pescheria di Giovanni Istrice, che, essendo uscito un attimo, aveva appeso alla porta il cartello “ tonno subito”. Di loro non si seppe più nulla e si dice che le ricerche siano ancora in corso da parte dei discendenti. Tant'è che la nipote della nipote della pro pro pro pro pro nipote del comandante, “Anna Guilla” pare si sia rivolta pure a Chi L'ha Fritto?

Torniamo alla storia.
Il granduca del Mare-Blu, che vantava un credito con il re Glutammatone Monosodico per una partita di salmoneinskatulas non pagata, aveva chiamato a raccolta la squadriglia volante delle Pro Teine, temibili guerriere alate, i guerrieri rivoluzionari Carbo Idrati capitanati dal corsaro Mazz Ini, contando di partire al più presto per Trofia. Nel frattempo i famigerati banditi Grassi Pepticidicosi, amici intimi di Glutammatone che spesso si serviva di loro per i suoi unti scopi, abitanti la vicina regione della Burrata chiamarono a raccolta i vicini corsari siciliani Sa Turri, gli amici di bevute Mono Insa Turri e il terribile Pol Insa Turri, i quali essendo imparentati tra loro giunsero in massa corporea... Tutti partirono senza remore per unirsi all'esercito di re Glutammatone.

La guerra diviene mondiale.
Essendo la guerra divenuta di dominio mondiale, tutte le tv cominciarono a trasmettere le news sulle vicende tramite i loro inviati e le dirette televisive si susseguivano a ritmo continuo, tanto che una di queste tv mise in campo un noto giornalista, tale Runo Vespaio, che preso anch'egli dalla foga, riuscì a convincere, tramite sotterfugi vari, operatori e registi a formare una squadra e partire per la città di Trofia. Sulle spiagge delle Mignottakis la battaglia infuriava ancora...

La guerra delle spie
Mentre sulle spiagge delle Mignottakis infuriava la battaglia, tutti davano ampio spazio alle clamorose vicende che si susseguivano ininterrottamente. Il re di Trofia, osservando i suoi prodi ormai sfiancati e fiaccati nell'animo dallo stallo nella guerra, ordinò al filosofo greco Aristerco di Arrea di raggiungerlo immediatamente alla reggia, non fidandosi più della tattica militare del gigante Bulliver, che più che combattere se la spassava al Crazyis Horsis con le ballerine di Cai Cai: ballo che si svolgeva pestando il piede del vicino, molto famoso all'epoca. In men che non si dica Aristerco raggiunse il re Melanzano, il quale lo informò di tutto pregandolo vivamente di addivenire a una soluzione rapida del problema. Ad Aristerco di Arrea venne in mente un'idea geniale: convinse il re a impiantare svariati ritrovi sulla spiaggia delle Mignottakis: bar, sale giochi, saloni da parrucchieri e barbieri, sale di ristoro corporale e spirituale; insomma ogni bene del monte Olampone doveva essere approntato, poiché l'assedio e la battaglia sarebbero potuti durare nei secoli dei secoli. Gli introiti sarebbero serviti per pagare le truppe e i prodi guerrieri avrebbero avuto sollazzo e distrazione per rinvigorire l'animo, oramai troppo stanco. Il re Melanzano fece così chiamare il famoso dietologo giapponese Kala Kili per rimettere in forma i soldati, a cui erano venute delle panze degne d'un sedere d'elefante. Inoltre il re dette ordine di allestire sulle spiagge i vari chioschi e luoghi d’intrattenimento. A tale scopo fu incaricato il falegname di corte, immigrato cinese, “Cha Un Chio Din”, che si mise subito all'opera. Fu chiamato anche il gommista di formula biga, un inglese di nome “Cooper Tony”, per dotare l'esercito di speciali ruote per la sabbia, fornite dalla ditta Pivelli di Milano. Intanto alle pendici della rocca, nell'ambasciancata del regno di Zaurria, il console “Marim Bam Mbito”, telefonava al re Melanzano protestando energicamente per il frastuono che, salendo dalla spiaggia, gli impediva di dormire e minacciandolo poi di ritirare lo sponsor della squadra di calcio di Trofia. Non avrebbe sganciato più un benemerito cavolo per il preventivato acquisto del fortissimo portiere della squadra giapponese del CATZO TIRI: il celeberrimo Tutiri Yoparo e dei giocatori del TYRO FORI, Yoco Poco e Yoco Poco maYoco, suo fratello più piccolo. Tra la passione sportiva e le necessità economiche della guerra il re Melanzano fu costretto a cedere al bisogno, così l'ambasciatore Marimbam Mbito, ricevuta risposta poco chiara, chiuse la baracca e rientrò in patria molto contrariato. Quell'anno il campionato del Pelopeloso fu vinto dai rivali acerrimi di Trofia: il Real Athigna, mentre il Trofia f.c. 300 a.c. retrocesse in serie Pro Pro del Pò Pò.

L'epidemia.
In ogni caso sulle spiagge si procedeva con il lavoro e la gestione del chiosco di bibite fu affidata a un esperto del settore, l'orientale Na Bir Al Bar che aveva il commercio nel sangue. Il negozio di magliette commemorative e pubblicitarie fu affidato allo stilista tedesco Otto Maje, che essendo impegnato nelle sfilate di Pitu Pitumpa moda, inviò per la gestione il segretario personale Egon Von Katzen, che a dir il vero non era nelle grazie dello stilista per il suo scarso attaccamento al lavoro; anzi egli non vedeva l'ora di liberarsene. Nel frattempo il visagista e acconciatore nipponico Tora Sato, attirato dalle folte barbe dei contendenti decise di prendere il primo Pegaso Alato in partenza per il Pelopeloso, per impiantare il suo atelier lì. In breve tempo il posto divenne molto frequentato per via dell'epidemia di pidocchiotis grattulantis che si annidavano dentro le armature dei guerrieri e che non lasciavano tregua. Si dice che anche il peloso A Cchillo avesse dovuto suo malgrado farsi depilare, tanto che i commilitoni oramai lo prendevano in giro chiamandolo A Cchillo O' Pelato. Sconfortato dalle innumerevoli novità in casa del nemico, il re Glutammatone scrisse un twittokis al pensatore orientale Nakapito Nukatso per un urgente consiglio sul da farsi. Egli per prima cosa chiamò il possente lottatore di salsa cubana “Soshito Ntronato”, per dare un look diverso all'esercito; poi fece arrivare l'avvenente ventenne intrattenitrice e pissicologa “Lafica Mifuma” per farla introdurre nelle fila del nemico e carpire qualche segreto. Diede quindi disposizione affinché tutti i soldati si curassero i denti dal dentista di fiducia Tekuro Nakaria, in tal modo la dentatura avrebbe riflettuto i raggi del sole accecando gli avversari mentre era in atto il duello. Ma Glutammatone non sapeva che il re Melanzano aveva a sua volta ingaggiato una famosa spia, l'agente segreto Orekkhiònis Cimiciokkiutòs che era riuscito a sapere tutto in una bettola della spiaggia. Egli aveva preso così le contromisure dotando i guerrieri di occhiali da sole della Ray Banyis. A questo punto il re Glutammatone decise di chiedere una tregua al nemico per riordinare le idee e risparmiare un po' di forze. Melanzano accettò la tregua dietro consiglio di Aristerco di Arrea, infatti i nemici avrebbero potuto frequentare i ritrovi sulla spiaggia rimpinguando le casse del regno con denari freschi, questa idea fu appoggiata anche dal governatore della banca centrale Draghis.

La tregua e le orge
Nelle spiagge delle Mignottakis si scatenò una baldoria generale con i guerrieri ebbri di gioia per la tregua. Danze, canti e orge si susseguivano al ritmo del complesso musicale “The Zucculonis”: un trio che non era un trio ma che sembrava un trio perché erano tutti talmente ubriachi che non si faceva caso più a nulla. Pezzo forte del complesso era il brano “Pettinami i peli del Naso“, un folk campagnolo che piaceva molto, scritto dal compositore Mo Ngollo.

La tempesta inaspettata.
In quel preciso momento, ma in un'altra epoca e in un altro spazio, Tele Nerone Impero trasmetteva le previsioni del tempo a cura del colonnello Serghiej Nonsosichiove, delle steppe della stoppa di Gengiv khan (ma questa è un altra storia). Il meteo prevedeva una tempesta magnetica sul mar Tirreno con conseguente formazione di area ciclonica che si sarebbe scontrata con l'anticiclone di Zorro che insisteva sulla penisola Iberica, insomma stateve a casa che è meglio! Mentre le previsioni andavano in onda, nel suo televisorium di bordo il comandante della flotta romana Sciupone detto L'Africano, che veleggiava verso l'Africa, vedeva il pericolo annunciato. Oramai era troppo tardi, allorquando le galee romane si trovavano in vista di Cartagine, una nuvola immensa e scurissima avvolse le navi facendole scomparire dall'orizzonte, tanto che la vedetta cartaginese, nipote di Annidupalle, cominciò a gridare di gioia “Minchia che scantu mi pigghiai, evviva evviva simu salvi!”. Ma dove era finita la flotta? La tempesta magnetica da 10.000.000 di Parakulowatt, come per incanto l'aveva trasportata sulle rive della spiaggia delle Mignottakis, nel pelopeloso del 400 a.c. Esattamente nel pieno della guerra di Trofia.

La sorpresa.
Il comandante Sciupone ebbe un momento di smarrimento e inforcando il suo personale binoculos bifocalis, osservando quello che accadeva sulla spiaggia, esclamò la mitica frase “Ndo cacchio semo iti a finì? Per le poppe di Poppea!”. Dopo questo piccolo istante di incertezza, i suoi occhi videro le gambe d'una frequentatrice della spiaggia e, sentendo il frastuono che da essa proveniva, così seduta stante urlò agli uomini: “Centuroni via le armature imo! Aoh! ...calma non spignete c'è posto per tutti, li mortali vostri, spettate che mo scinno anch'io!”.

Il business della guerra e la seconda epidemia.
Insomma per farla breve sulla spiagge non c'era più un centimetro libero. Non vi dico la gioia del re Melanzano che al posto degli occhi aveva due pepite d'oro, visto che erano arrivati i sesterzi romani. Furono giorni e giorni di gozzoviglie senza fine, finché un bel giorno tutti cominciarono a sentirsi male per una epidemia di Diarreas kakamollis. I poveri guerrieri allora, piegati in due dagli atroci dolori di panza, furono mandati a inaugurare il nuovo studio medico del dottor Kakapoco Kifapokomoto, il quale, dopo aver esaminato i pazienti, li mandò con urgenza da un luminare della scienza: l'urologo Urinu Suimuri. Egli, vista la gravità della situazione, fece ricoverare tutti all'ospedale di “ S. Thascesa Labile”, dove furono accolti dall'assistente Fatu Nacatsata che provvide immediatamente a metterli in quarantena a causa del virus contratto.

Gli accordi segreti.
Intanto il re Glutammatone e il re Melanzano di comune accordo decisero di spartirsi i ricavi ottenuti fin d'ora, con la promessa da parte di Glutammatone di levare l'assedio e di ritornare a casa, lasciando la regina Mikateladogratis insieme a Cipollodòros.

Pace! (ma a caro prezzo...)
Gli accordi di pace furono siglati in men che non si dica e, visto che erano nel frattempo tornati i soldati dall'ospedale, ripresero le danze per festeggiare l'evento. Per l'occasione fu fatto venire il famoso lanciatore di coltelli Dokojo Kojo e la moglie Sotu Tutantayo. Ma tra gli spettatori uno scocciatore di professione, un certo Kakamy Okatsu fischiava a più non posso per disturbare il fenomeno. Così Dokoyo sbagliò lancio e tirò il coltello dritto nelle bolas reali di Glutammatone che subì una recisione di netto di tutto l'apparato idraulico. A questo punto il re Melanzano disse, rivolgendosi a lui, “Caro amico, avete visto?: la vostra sposa non vi serve più, l'accordo è stato preso con una decisione molto saggia!”. Il povero Glutammatone fu costretto a ritirarsi in esilio, imbarcandosi su un barcozzo che lo avrebbe portato in Trans-Silvana.

La finta partenza e il tradimento.
Il comando della flotta dei sott' Acetòs fu affidato ad A Cchillo, che però non era tranquillo perché, durante la notte, nel campo si aggirava uno strano individuo dai gusti particolari: era Otto Von Pippen che saputo della guerra in tv si era fiondato immantinente per cercare di trovare finalmente l'amore della sua vita fra così tanti bei omaccioni. A Cchillo intanto passava le giornate al chiosco dell'amico Klaus Von Dent bevendo cioccolata calda per riprendersi dai dispiaceri amorosi che oramai lo perseguitavano. Arrivò finalmente il giorno del ritorno a casa degli assalitori, i quali però s'accorsero che le navi erano tutte sgarrupate, così chiamarono un noto e velocissimo fabbro tedesco che aveva la passione per il mare, un certo Otto Vasken, che in men che non si dica preparò tutte le attrezzature, se le mise in spalla e si gettò in acqua verso il mar Sala. Nel frattempo fu costruito un grande mulo di legno per ringraziare gli dei della fine della guerra. Ma il re di Itakaka, il furbissimo e tenebroso Ululisso convinse A Cchillo a far nascondere all'interno del mulo un uomo dotato di Cimici contagiose perniciose puzzolentose. Certamente i figli di Trofia avrebbero portato il mulo all'interno della città per devozione e notte tempo, aperto il mulo mentre tutti dormivano quell'uomo avrebbe potuto far uscire le cimici, vendicando così l'onore del povero re Glutammatone, che proprio non aveva mandato giù tutta la storia. A Cchillo acconsentì allo stratagemma e i prodi guerrieri partirono lasciando sulla spiaggia delle Mignottakis un enorme mulo di legno che, secondo le previsioni, fu trascinato in città nella piazza centrale Mosokazzivostris dedicata all'omonimo dio.

Trofia brucia!
Durante la notte il prescelto: “FiLiO Di CiMi Chin, uomo personale di Glutammone, pose in essere il piano. La città fu invasa e tutti furono puzzosamente contagiati, tanto da dover bruciare tutto per disinfettarsi. Trofia bruciava, il re Melanzano disperato malediva gli Dei... Glutammatone partito per la Trans Silvana...

La grande Trofia.
Pugna amara per la storia che di tutto sto pugnare finiron tutti a c... Che si narri per mari e monti di eroi e Dei incazzati e pur d'amanti sfortunati che se ne annarono a morì ammazzati. Narrate dunque oh uomini del tremila la storia della grande Trofia che dal mar fu invasa e distrutta nella lotta pe colpa de na gran Mign...

(Poi dove erano finiti Cipollodòros e Mikateladogratis e tutti gli altri eroi? La tv aveva interrotto la diretta e ora trasmetteva una replica di Sandokacchio Sta e i pirati della Magnesia. Di tutto questo l'unico eroe che ululava contento era l'astuto Ululisso re di Itakaka. Era talmente contento che si era iscritto pure al programma “ Ballando nelle Stalle”, una gara di mungitura estrema a ritmo di merenghe e merende. Nel frattempo il destino riservava cattive sorprese...
Ma questa è un'altra storia.
A presto con “L'ULUSSEA”

“Da un manoscritto a quattro mani di Giankarlotos Gravilotis e Genoveffakis Fraukos”
La trofiade la guerra del pelopeloso Fototr10

2La trofiade la guerra del pelopeloso Empty Re: La trofiade la guerra del pelopeloso Gio Mar 25, 2021 7:30 pm

Licia

Licia
Mamma Orsa
Mamma Orsa

Letta divertendomi la prima parte ma essendo giunta per me l'ora della nanna quando gli occhi si chiudono mio malgrado, rimando alle prime ore di domattina il seguito. Intanto vi invio la lode per fantasia e humor.

3La trofiade la guerra del pelopeloso Empty Re: La trofiade la guerra del pelopeloso Ven Mar 26, 2021 1:38 pm

Licia

Licia
Mamma Orsa
Mamma Orsa

Finita ora di leggere divertendomi anche se pure qui si parla di guerre, rapimenti, epidemie, Molti degli eroi sanno di cucina, di pranzi con verdure varie e condimenti. Ma non manca l'erotismo ( Erotikus , Gnokkeisas. Miktladograits Laficamifuma ecc: non adatte ai minori di 3 anni ,quelli che non sanno ancora leggere.) Insomma si tratta di avventure che riesumano eroi antichi ma ambientati nel moderno. Come sempre la coppia offre risate a volontà e sa ben usare cultura e fantasia.

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