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La mia VITA DI MARE

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1La mia VITA DI MARE  Empty La mia VITA DI MARE Sab Gen 16, 2021 6:49 pm

Saby72


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Ore 4.00 del mattino, il trillo della sveglia e’ cosi insopportabile che sarebbe impossibile non sentirlo, ma so’ che se non allungo il braccio per pigiare il tasto Adri continuerà a dormire indisturbato, faremo tardi e allora addio giornata di pesca. Mi alzo cercando di essere più rapida possibile, sapendo che ogni minuto e’ prezioso e che per arrivare al luogo di pesca ci impiegheremo almeno un ora buona. La prima cosa da fare dopo essere uscita dal bagno per svegliarmi un po’ e’ accendere la macchinetta del caffé, l’ unico modo che ho per convincere Adri ad alzarsi… il profumo del caffé. Una sbirciatina fuori dalla finestra e un sollievo, fuori il buio regna sovrano e il silenzio della notte viene spezzato qua e là solo dall’ abbaiare di qualche cane in lontananza. Dopo una colazione veloce e organizzato lo spuntino per metà mattina ci avviamo in macchina per raggiungere il porto. La brezza della notte mi convince che aver preso all’ ultimo secondo una calda felpa non e’ stata poi una cattiva idea. Un quarto d’ ora e siamo al porto, dove le sue luci, le barche illuminate dal chiarore della luna rendono l’ atmosfera molto suggestiva, peccato che siamo li per andare a lavorare, il che non ha niente di romantico. Qualche anno fa ci siamo tuffati in un impresa lavorativa che pensandoci oggi, non so’ se ci avremo riprovato; acquistare, pagandola piano piano, una barca da pesca, il doppio di quella che avevamo sia come stazza che come potenza da un caro amico di Adriano. E nonostante gli eventi negativi di questi ultimi anni, con tanti sacrifici e rinunciando a tante cose, anche le più scontate, quest’ anno siamo riusciti a saldare il conto, ora e’ nostra! E presi anch’ io i titoli per essere imbarcata con lui, ora sappiamo che tutto ciò che abbiamo passato ne e’ valsa la pena. Questa barca e’ il nostro capitale, il nostro futuro. Salgo sulla barca facendo un piccolo salto, dopo che Adri l’ ha avvicinata il più possibile al molo con la paura sempre di cadere in acqua. Il silenzio della notte viene spezzato improvvisamente dal rumore (per me) assordante del motore, noto che altre barche sono uscite prima di noi approfittando del tempo abbastanza sereno. E mentre mi accingo a sedermi fuori dalla cabina, Adri si appresta a fare le dovute manovre per uscire fuori dal porto e avviarci nel luogo dove un paio di giorni fà abbiamo calato le nasse per pescare i polpi. La sedia un po’ scomoda non m’ impedisce di chiudere gli occhi e appisolarmi un po’, alzarsi cosi presto, proprio nel momento in cui il sonno e cosi pesante non e’ per niente facile. Ho freddo! L’ aria e’ pungente, ma rifugiarmi in cabina dove starei più al caldo vorrebbe dire rischiare di perdermi tante cose. Verso le 5.00 del mattino la voce di Adri e’ come se la sentissi in lontananza, in quel momento capisco che sarei dovuta rimanere sveglia per evitare di svegliarmi in quel modo e sentirmi cosi intontita. Ci stiamo avvicinando al punto di arrivo e Adri mi chiede la cortesia di prendere il suo posto al timone in modo che lui cominci a preparare l’ attrezzatura per cominciare a pescare. Non me lo faccio ripetere 2 volte, oltre a piacermi e’ un modo come un altro per mantenermi sveglia. Intanto il cielo e’ diventato più chiaro, in lontananza verso il mare uno strano rossore comincia a colorare l’ atmosfera, e’ uno dei momenti che aspettavo di più, in fretta mollo per un attimo il timone, attraverso la barca e dalla cabina tiro fuori la mia inseparabile macchina fotografica per immortalare come ogni volta quegli attimi che per me sono magici; con una mano il timone con l’ altra la mac. fot. Comincio a scattare foto su foto che solo dopo mi accorgerò che molte sono poi superflue perchè molto simili fra di loro. Ormai sono anni che spesso mi capita di assistere alla nascita del sole eppure ogni volta ne rimango affascinata … come una bambina. Passati quegli attimi magici, che alla fine durano solo pochi minuti, ripongo a posto la mac. fot. e mi rimetto al timone. Arrivati nella zona prevista, controlliamo i dati degli strumenti di bordo che ci rivelano la profondità del mare in quel punto e la posizione delle boe dei calamenti calati in precedenza. Dall’ interno della cabina, con un paio di manovre riesco ad accostarmi alla prima boa. Ho ancora molto da imparare, e ogni tanto mi prendo anche qualche sgridata dal comandante, mio marito. “Gira a sinistra, vai avanti, gira a destra, fermati!” Devo seguire alla lettera le sue istruzioni se non voglio compromettere tutto il lavoro. Ma non sempre mi riesce facile soprattutto quando il mare inizialmente un piatto d’ olio comincia ad incresparsi, ed il rollio della barca rende difficoltose le manovre più semplici. Il mio compito e’ governare la barca mentre issiamo le nasse a bordo ed evitare di aggrovigliare le funi che le tengono legate, mentre Adri con l’ aiuto del vericello fa scorrere le nasse su di esso per poi portarle a bordo, svuotarle dai probabili e sospirati polpi ed escarle con dei granchi per poi passarle a me per sistemarle in modo ordinato sulla barca, mentre mi appresto, quando lo richiede l’ esigenza ad usare il timone esterno con i doppi comandi per andare incontro alle nasse che piano piano, una dopo l’ altra vengono sistemate in barca, solitamente 100 per ogni calamento, per poi ricercare il punto giusto ributtarle in acqua. Un operazione che a detta di molti può sembrare facile, ma non e’ proprio cosi, una minima distrazione e la corda che unisce le nasse potrebbe impigliarsi sui piedi di Adri col pericolo di far cadere tutte le nasse o peggio ancora far cadere in acqua Adri. Il mare poi non sempre e’ a nostro favore, e mentre ormai faccio certi movimenti quasi in automatico, lo sguardo fugge via oltre l’ orizzonte; quando lavoro, ho poca voglia di conversare, mi concentro solo su ciò che stò facendo anche se con la fantasia faccio chilometri. Adri invece e’ solito fare le sue battute, per passarci il tempo, perche’ lui e cosi, con la battuta facile ed e impossibile non essere travolta dal suo modo di fare. Una volta issate e sistemate ordinatamente tutte le nasse in barca, visioniamo il pescato, che non sempre e’ quello che ci aspettavamo. Quando intraprendi la professione di pescatore lo fai principalmente per passione ma anche con l’ augurio che venga rispettato il tuo lavoro, compreso un qualunque pescatore dilettante (e non) che approfitta della tua assenza per controllarti l’ attrezzatura e accaparrarsi il pescato che tu hai atteso tanto. Delusione e’ scoprire che alla fine su cento nasse che hai controllato solo meno della metà ti ha dato buoni frutti. La faccia di Adri si trasforma in smorfia, lo sento imprecare come non lo sento mai, ed e’ più forte di me … vengo coinvolta dal suo stato d’ animo ma purtroppo non posso fare nulla per aiutarlo; in natura la legge dice che il più grande mangia il più piccolo, ma tra pescatori e’ un po’ diverso, il più furbo tenta di fregare il più ingenuo, colpa forse anche dei pochi controlli che ci sono in mare. Prima di imbarcarti ti fanno aspettare settimane, richiedendoti esami, documenti su documenti, marche da bollo e autorizzazioni e poi neanche sei tutelato. Ma andiamo avanti … Ne abbiamo ancora tante nasse da controllare, siamo a metà lavoro, si e’ fatto mezzogiorno, calato in mare il calamento di nasse escato, prendiamo il punto per la prossima volta e prima di ricominciare facciamo una meritata pausa. Mangiamo qualcosa al volo e anche se la voglia di sederci e’ tanta e le gambe cominciano a far male, sedersi vorrebbe dire non riuscire più ad alzarsi. Cinque minuti di brack e si ricomincia … si stà alzando il vento e bisogna sbrigarci, sistemato il pescato in cassette nel frigo di bordo, ci apprestiamo ad avviarci ad un altro punto indicato dall’ ecoscandaglio, ma nella vastità del mare non sempre e’ facile scorgere la boa con la bandierina del calamento successivo, soprattutto se le improvvise onde e la schiuma bianca del mare ingannano la vista facendoti vedere boe dappertutto. E finalmente, trovata la nostra boa marchiata con il nome della barca si ricomincia tutto da capo, con l’ unica differenza che ora le onde del mare rendono più difficoltosa l’ operazione, devo tenermi per non perdere l’ equilibrio e comincia a girarmi la testa! Mi ritrovo all’ improvviso sporta sul bordo della barca e comincio a sentirmi come Rose nel film il Titanic, in procinto di cadere ma per ovvi motivi differenti, e il mio Jack e’ troppo indaffarato per salvarmi. Non e’ molto in linea con il mestiere di pescatore ma credetemi, quando comincia a incresparsi il mare, la barca comincia a dondolare di quà e di là e tu hai mangiato da poco non e’ per niente facile rimanere lucidi. Con non poca difficoltà riusciamo a controllarci tutte le altre nasse, le onde sempre più alte rischiano di farle crollare tutte con il pericolo di aggrovigliare le corde, prontamente cerco di bloccarle con tutto il corpo, e in quel momento spero solo che il mare ci dia un po’ di tregua giusto il tempo di finire il lavoro. Come se non bastasse al nostro orizzonte una grossa barca (il Titanic ?) e’ in procinto di avvicinarsi indisturbata a poche decine di metri da noi, e nonostante la distanza non tanto piccola al suo passaggio le onde della sua scia fanno oscillare la nostra imbarcazione che, nonostante la stazza non cosi piccola ondeggia sulle onde improvvisamente più alte temendo di nuovo il peggio. Un imprecazione del capitano e le mie braccia che tentano di nuovo di fare da scudo al muro di nasse che fortunatamente rimane in piedi. Ma la soddisfazione più grande c’ e’ l’ abbiamo alla fine, quando nonostante le condizioni meteo e qualche nassa vuota riusciamo a riempire una quantità di cassette di polpi che neanche noi potevamo immaginare. A metà pomeriggio, controllati tutti i calamenti previsti ci accingiamo a compiere i consueti lavori per il rientro. Io dalla cabina inserisco la prima e mi avvio verso il porto. Ci manca poco più di un ora al nostro arrivo e Adri comincia a sistemare il rimanente pescato nel frigo insieme al ghiaccio per poter arrivare a destinazione con il prodotto fresco. Poi si accinge a ripulire la barca, cominciando dalla prua, mentre io in cabina al timone del MA VA sono sempre in tensione ogni volta che lo vedo sporgersi un po’ di più. Il vericello tirato a lucido per poi finire con la restante parte della barca; la stanchezza comincia a farsi sentire, tante ore in piedi e poche ore di sonno. Finite le ultime pulizie Adri mi dà il cambio al timone esterno, la tensione comincia a sciogliersi, la macchina fotog. momentaneamente messa a riposo, e’ ancora li che sembra chiamarmi, messa a tracolla, mi appresto ad avviarmi al fianco al capitano; il sole non più alto, ci fa capire che il tempo trascorso in mare stà giungendo al termine, ma soprattutto il paesaggio familiare del ritorno, le coste alte … le piccole spiaggette sparse quà e là che cominciano a riempirsi dei primi turisti stagionali, il mare che ricomincia a calmarsi, e quella leggera brezza che ora e’ quasi piacevole. E finalmente all’ orizzonte … il nostro isolotto sinonimo di rientro, ci passiamo a fianco ed io non mi stancherò mai di ammirarlo. Dieci minuti e siamo al porto, le manovre di attracco e i consueti saluti alle persone che si apprestano a fare domande sulla pesca, o due chiacchere con il pescatore vicino di barca. Ma il tempo e’ tiranno ed il lavoro non e’ ancora concluso. Il pescato, sistemato in cassette di polistirolo vengono caricate in macchina per essere pesate e vendute. Per poi scoprire che in fondo alzarsi alle 4.00 del mattino senza sapere come sarà la giornata, rimanere per 13-14 ore in mare, se trovi mare mosso, l’ attrezzatura trafugata, se pescherai tanto o poco... ne e’ valsa la pena. E’ una vita dura quella del pescatore ma che ti dà anche tante cose … libertà, ebrezza, un misto di emozioni inimmaginabili, saper conciliare lavoro, famiglia … Rientriamo a casa sfiniti ma questa e’ la nostra vita.

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2La mia VITA DI MARE  Empty Re: La mia VITA DI MARE Sab Gen 16, 2021 8:39 pm

Genoveffa Frau

Genoveffa Frau
Master of Horse
Master of Horse

Una vita di sacrifici ma compensata dalle soddisfazioni che se il mare lo permette di rientrare con una buona pesca, la libertà poi di vivere il mare dev'essere un'emozione irrinunciabile.
Sei anche coraggiosa un vero lupo di mare, io andavo a pesca in barca con mio marito ma appena il mare si increspava urlavo per farmi riportare a riva, figurati non so neppure nuotare!
Molto bello questo tuo scorcio di vita, grazie per averlo condiviso Saby!

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3La mia VITA DI MARE  Empty Re: La mia VITA DI MARE Dom Gen 17, 2021 7:34 am

Licia

Licia
Mamma Orsa
Mamma Orsa

Uno scorcio offerto a chi di pesca e pescatori non sa niente essendo sempre vissuta tra grattacieli fumosi e tristi. Un mondo tutto da scoprire nel suo fascino tra fatiche e soddisfazioni. Brava pescatrice complimenti!

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4La mia VITA DI MARE  Empty Re: La mia VITA DI MARE Dom Gen 17, 2021 10:35 am

Saby72


New entry
New entry

Grazie, devo ammettere che non è semplice conciliare il mio lavoro (insolito per una donna), con la famiglia, la casa... ma andare per mare per lavoro offre anche i suoi vantaggi, la libertà prima di tutto, il profumo del mare, i suoi colori. E poi son fortunata vado molto d'accordo col mio "collega" Wink

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5La mia VITA DI MARE  Empty Re: La mia VITA DI MARE Dom Gen 17, 2021 10:42 am

Licia

Licia
Mamma Orsa
Mamma Orsa

Ogni felicità ha un prezzo da pagare.

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