Ti attendo

Parla il vento
Terrore e stanze piene di vuoto
Voli radenti
E l'anima va
Scappa
Tu che puoi
Io vedo
Io sento
Sciamher si tu eisen
Venni dal quarto
Salutai corpi
E fui diverso non corrispondente
Dove il cielo non può essere terra
E dove terra non ha aria
Appoggia il tuo dolore
Lo percepisco profondo
Tu vedi con me
Tu non dormi
Non puoi
Sei Ihert
Solleverò il macigno
Da te
E ti parlo
Tu che sei nel mondo
Circondato da acque
Io ho molti occhi non miei
Eppure sono
Colui che mai è stato
È giunta la veglia dell'adunanza
E io ti attendo.

Scritto in quello stato che non è veglia e non è sonno?

Ero sveglio ma molto inquieto...

Inquietudini o presagi, qualcosa turba il sonno e il giorno spazzerà col vento il male intorno che l'autore sensibile percepisce, in fondo egli appartiene a mondi a noi sconosciuti!

Ecco; lui appartiene a mondi a noi sconosciuti dove qualcuno lo chiama