L’Amante arabo
In quell’armadio c’era di tutto: dai cappotti invernali ai calzini e c’era pure l’Amante che stava soffocando nella naftalina.
Quando il Marito entrò, era furioso perché aveva perso a poker. Perdeva sempre a poker ma quella sera, s’era giocato anche la casa. Non gli restava che la pistola.
Appunto la pistola. Non era nel suo cassetto.
“Dove hai messo la pistola?” chiese alla Moglie terrorizzata e incapace di spiccicare neppure un “non lo so”.
“ Sto parlando arabo? Dove l’hai nascosta?”
Si dà il caso che l’Amante fosse arabo e, messe insieme le parole pistola , arabo e nascosta, si sentì gelare quel suo povero sangue di fedifrago. E il peggio era che la pistola era proprio sotto il suo sedere in una custodia rossa. La Moglie lì l’aveva nascosta conoscendo il carattere turbolento del Marito e il pericoloso vizio del gioco.
Non si sa, dei tre, quale fosse il più alterato. Uno bestemmiava, gli altri due tremavano.
La mossa successiva appartenne al Marito che strinse la gola della poveretta non tanto per ucciderla, quanto per farla parlare. Ne uscì solo un gorgoglio che, vagamente, assomigliava alla parola “armadio”.
Intanto, l’Amante aveva preso la sua decisione. Spalancò la porta dell’ armadio con la pistola in mano.
“ Ma chi è questo qui?” chiese il Marito sbigottito. L’ira si era accucciata dentro di lui come un piccolo cane spaesato.1
In quell’armadio c’era di tutto: dai cappotti invernali ai calzini e c’era pure l’Amante che stava soffocando nella naftalina.
Quando il Marito entrò, era furioso perché aveva perso a poker. Perdeva sempre a poker ma quella sera, s’era giocato anche la casa. Non gli restava che la pistola.
Appunto la pistola. Non era nel suo cassetto.
“Dove hai messo la pistola?” chiese alla Moglie terrorizzata e incapace di spiccicare neppure un “non lo so”.
“ Sto parlando arabo? Dove l’hai nascosta?”
Si dà il caso che l’Amante fosse arabo e, messe insieme le parole pistola , arabo e nascosta, si sentì gelare quel suo povero sangue di fedifrago. E il peggio era che la pistola era proprio sotto il suo sedere in una custodia rossa. La Moglie lì l’aveva nascosta conoscendo il carattere turbolento del Marito e il pericoloso vizio del gioco.
Non si sa, dei tre, quale fosse il più alterato. Uno bestemmiava, gli altri due tremavano.
La mossa successiva appartenne al Marito che strinse la gola della poveretta non tanto per ucciderla, quanto per farla parlare. Ne uscì solo un gorgoglio che, vagamente, assomigliava alla parola “armadio”.
Intanto, l’Amante aveva preso la sua decisione. Spalancò la porta dell’ armadio con la pistola in mano.
“ Ma chi è questo qui?” chiese il Marito sbigottito. L’ira si era accucciata dentro di lui come un piccolo cane spaesato.1