Dormo eppure
Percorro i viali del cimitero
Conosco uno a uno i loculi e
Le posizioni dei lumini
Avverto gli odori dei fiori e il sentore della notte
Un saluto alla mia cappella
Chiudo la porta e gironzolo lungo
Il vialetto principale
Passo accanto alle tombe
Dei combattenti
Poi saluto sulla destra un caro amico
E mi dirigo sulla sinistra verso le cappelle antiche
Spingo la vecchia
Porta della prima cappella
In fondo a destra il vecchio sacerdote epifani guarda dalla foto con sorriso sornione
Di fronte fa eco il loculo di papa cavallo
Esco e chiudo il portone piano
Salgo tre scalini e oltrepasso il pozzo antico pieno di serpi
Uno spiazzo si apre sulle lapidi a terra
Con ai lati le tombe del 1800.
Entro in una nicchia con il pozzo vecchio delle ossa e ancora un paio di tombe semi aperte sembrano guardarmi
All'interno qualche lattina di coca cola.
Scendo 5 gradini e mi lasci alle spalle un ragazzo della mia età che faceva l'elettrauto.
Torno indietro e mi dirigo verso la parte nuova.
Sorpasso nuovamente la mia cappella
E saluto il mio vecchio professore di italiano morto troppo giovane quasi di fianco a lui ultimo arrivato un ex collega di mio padre che avevo visto tempo fa al suo funerale.
Dopo alcuni loculi trovo dei signori morti in un incidente stradale nel 1991 e di quell'episodio ne sono a conoscenza per esperienza diretta.
Era agosto e io andavo in vacanza a Firenze, la sera prima un amico sarebbe partito per la Puglia lasciandomi il suo appartamento libero.
Con lui alcuni parenti che dovevano
Prendere un treno
La sera persero la coincidenza
E il mio amico li accompagnò a Bologna per prendere il treno successivo.
Morirono tutti in un incidente...
Lascio questi ricordi e procedo diritto verso il muro di confine
Devo salutare il mio vecchio barbiere Tresca morto da qualche tempo così come sua nonna e sua mamma che erano le mie care tate.
Sono un po' stanco mi siedo su una panchina...
I lumini luccicano e la chiesa tace
Posso attendere tranquillo forse qualcuno vorra raccontarmi di sè.
Un po' di vento stanotte
Il mare non è lontano
Ho gli occhi da uccello notturno
Attendo...
E sono morto tra i vivi
E vivo tra i morti
Chi lo sa
Non posso saperlo nemmeno io
Ma so che qui sono a casa
E ogni cosa mi protegge.
Percorro i viali del cimitero
Conosco uno a uno i loculi e
Le posizioni dei lumini
Avverto gli odori dei fiori e il sentore della notte
Un saluto alla mia cappella
Chiudo la porta e gironzolo lungo
Il vialetto principale
Passo accanto alle tombe
Dei combattenti
Poi saluto sulla destra un caro amico
E mi dirigo sulla sinistra verso le cappelle antiche
Spingo la vecchia
Porta della prima cappella
In fondo a destra il vecchio sacerdote epifani guarda dalla foto con sorriso sornione
Di fronte fa eco il loculo di papa cavallo
Esco e chiudo il portone piano
Salgo tre scalini e oltrepasso il pozzo antico pieno di serpi
Uno spiazzo si apre sulle lapidi a terra
Con ai lati le tombe del 1800.
Entro in una nicchia con il pozzo vecchio delle ossa e ancora un paio di tombe semi aperte sembrano guardarmi
All'interno qualche lattina di coca cola.
Scendo 5 gradini e mi lasci alle spalle un ragazzo della mia età che faceva l'elettrauto.
Torno indietro e mi dirigo verso la parte nuova.
Sorpasso nuovamente la mia cappella
E saluto il mio vecchio professore di italiano morto troppo giovane quasi di fianco a lui ultimo arrivato un ex collega di mio padre che avevo visto tempo fa al suo funerale.
Dopo alcuni loculi trovo dei signori morti in un incidente stradale nel 1991 e di quell'episodio ne sono a conoscenza per esperienza diretta.
Era agosto e io andavo in vacanza a Firenze, la sera prima un amico sarebbe partito per la Puglia lasciandomi il suo appartamento libero.
Con lui alcuni parenti che dovevano
Prendere un treno
La sera persero la coincidenza
E il mio amico li accompagnò a Bologna per prendere il treno successivo.
Morirono tutti in un incidente...
Lascio questi ricordi e procedo diritto verso il muro di confine
Devo salutare il mio vecchio barbiere Tresca morto da qualche tempo così come sua nonna e sua mamma che erano le mie care tate.
Sono un po' stanco mi siedo su una panchina...
I lumini luccicano e la chiesa tace
Posso attendere tranquillo forse qualcuno vorra raccontarmi di sè.
Un po' di vento stanotte
Il mare non è lontano
Ho gli occhi da uccello notturno
Attendo...
E sono morto tra i vivi
E vivo tra i morti
Chi lo sa
Non posso saperlo nemmeno io
Ma so che qui sono a casa
E ogni cosa mi protegge.
