Un incauto ladro si aggirava in un vecchio cimitero di campagna e appena il custode si allontanava lui sottraeva i lumini più belli.
Una volta fatto man bassa rivendeva la refurtiva al mercato rionale esponendo la scritta: Lavorazioni e decori artigianali" eseguiti da lui.
I morti, stanchi dei soprusi del malfattore, si riunirono in consiglio e mentre pasteggiavano stuzzichini, stabilirono che avrebbero punito il ladro.
Un giorno, l'ignaro millantatore entrò nel cimitero e fu attirato da una bellissima luce.
Costeggiando un vialetto giunse ad una cappella e vi entrò.
Alle spalle dell'altare vi era una nicchia con una porta spalancata, la splendida luce proveniva da lì.
Sbirciò e vide una bellissima lampada dai cristalli rossi che emanava un'incredibile luce, non seppe resistere alla tentazione e si introdusse oltre quella porta.
Appena toccò la lampada la porta alle sue spalle svanì lasciandolo prigioniero all'interno di una nicchia che non esisteva nel mondo reale e a nulla valsero le sue urla di terrore in cerca d'aiuto. Avrebbe dovuto vivere in eterno in quel luogo senza mai morire con accanto come unica compagnia quella luce che avrebbe voluto rubare.
Da quel giorno, ogni sera i morti si riunivano per fare la loro cena.
Al centro della grande tavola una bellissima lampada rossa illuminava il desco.
Tratta da: I racconti del cimitero
Genoveffa Frauopere2021
Una volta fatto man bassa rivendeva la refurtiva al mercato rionale esponendo la scritta: Lavorazioni e decori artigianali" eseguiti da lui.
I morti, stanchi dei soprusi del malfattore, si riunirono in consiglio e mentre pasteggiavano stuzzichini, stabilirono che avrebbero punito il ladro.
Un giorno, l'ignaro millantatore entrò nel cimitero e fu attirato da una bellissima luce.
Costeggiando un vialetto giunse ad una cappella e vi entrò.
Alle spalle dell'altare vi era una nicchia con una porta spalancata, la splendida luce proveniva da lì.
Sbirciò e vide una bellissima lampada dai cristalli rossi che emanava un'incredibile luce, non seppe resistere alla tentazione e si introdusse oltre quella porta.
Appena toccò la lampada la porta alle sue spalle svanì lasciandolo prigioniero all'interno di una nicchia che non esisteva nel mondo reale e a nulla valsero le sue urla di terrore in cerca d'aiuto. Avrebbe dovuto vivere in eterno in quel luogo senza mai morire con accanto come unica compagnia quella luce che avrebbe voluto rubare.
Da quel giorno, ogni sera i morti si riunivano per fare la loro cena.
Al centro della grande tavola una bellissima lampada rossa illuminava il desco.
Tratta da: I racconti del cimitero
Genoveffa Frauopere2021