Un grande poeta
![Un grande poeta Un_gra11](https://i.servimg.com/u/f49/20/29/76/46/un_gra11.jpg)
Nella stanza angusta, alla luce fioca di una candela, il poeta passava le sue giornate a scrivere versi; spesso non lo soddisfacevano e allora appallottolava i fogli che continuavano ad accumularsi nel cestino. Sovente dimenticava completamente l'ora di pranzo per cui spesso la serva, Annetta, era costretta a riscaldare le pietanze e portargliele in camera.
Lo trovava curvo a scrivere, oppure a recitare versi ad alta voce.
"Nel mezzo del cammin di nostra vita..."
Era così solenne quel suo declamare che lei non riusciva neanche a fiatare, poggiava la pietanza sul tavolo e usciva in punta di piedi per non distoglierlo dalla sua ispirazione.
Essendo alle prese con un lavoro molto impegnativo, il poeta aveva espresso la volontà di non essere | disturbato, nemmeno per il pranzo, per tre giorni. Si era portato del pane col formaggio e una brocca d'acqua. Quando giunse l'ora di pranzo del terzo giorno, la serva origliò dal buco della serratura.
"E quindi uscimmo a riveder le stelle..." stava declamando soddisfatto.
Annetta bussò alla porta.
–Messere, vi ho portato qualcosa da mangiare. Son giorni che state rinchiuso entro la stanza. Avrete pure fame, santa pace!
–Entra, Annetta!
La serva avanzò con un piatto fumante.
–Dove lo poggio, ché qui è tutto pieno di carte?
–Poggialo vicino al calamaio! L'odore del pollo con le patate calde si diffuse nella camera. Dante ne fu inebriato.
–Lo cibo, diletto de lo corpo, giace accanto a lo inchiostro, nutrimento de la mente e de lo core.
–È usci' fora de testa – mormorò la serva.
–Oh, che tu dici, Annetta! – Sentenziò lui di rimando.
–Nulla messere... diventerete un grande poeta – rispose lei, lasciandolo alla sua arte.
![Un grande poeta Un_gra11](https://i.servimg.com/u/f49/20/29/76/46/un_gra11.jpg)
Nella stanza angusta, alla luce fioca di una candela, il poeta passava le sue giornate a scrivere versi; spesso non lo soddisfacevano e allora appallottolava i fogli che continuavano ad accumularsi nel cestino. Sovente dimenticava completamente l'ora di pranzo per cui spesso la serva, Annetta, era costretta a riscaldare le pietanze e portargliele in camera.
Lo trovava curvo a scrivere, oppure a recitare versi ad alta voce.
"Nel mezzo del cammin di nostra vita..."
Era così solenne quel suo declamare che lei non riusciva neanche a fiatare, poggiava la pietanza sul tavolo e usciva in punta di piedi per non distoglierlo dalla sua ispirazione.
Essendo alle prese con un lavoro molto impegnativo, il poeta aveva espresso la volontà di non essere | disturbato, nemmeno per il pranzo, per tre giorni. Si era portato del pane col formaggio e una brocca d'acqua. Quando giunse l'ora di pranzo del terzo giorno, la serva origliò dal buco della serratura.
"E quindi uscimmo a riveder le stelle..." stava declamando soddisfatto.
Annetta bussò alla porta.
–Messere, vi ho portato qualcosa da mangiare. Son giorni che state rinchiuso entro la stanza. Avrete pure fame, santa pace!
–Entra, Annetta!
La serva avanzò con un piatto fumante.
–Dove lo poggio, ché qui è tutto pieno di carte?
–Poggialo vicino al calamaio! L'odore del pollo con le patate calde si diffuse nella camera. Dante ne fu inebriato.
–Lo cibo, diletto de lo corpo, giace accanto a lo inchiostro, nutrimento de la mente e de lo core.
–È usci' fora de testa – mormorò la serva.
–Oh, che tu dici, Annetta! – Sentenziò lui di rimando.
–Nulla messere... diventerete un grande poeta – rispose lei, lasciandolo alla sua arte.