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Avventura nella notte

2 partecipanti

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1Avventura nella notte Empty Avventura nella notte Mer Gen 13, 2021 6:41 pm

Licia

Licia
Mamma Orsa
Mamma Orsa

AVVENTURA NELLA NOTTE
La luna uscì spavalda dalla nuvola che tentava di avvilupparla e i suoi raggi inargentarono la piccola pantera nera che s’acquattò timorosa. La neve intorno era ricamata d’ impronte che essa aveva lasciato nei suoi balzi leggeri. Il freddo notturno le aveva irrigidito i baffi. Nei suoi occhi c ‘era ancora il riverbero rosso della fiamma del camino; sul dorso il tepore della carezza del padrone e sulle labbra una goccia di latte raggrumato: tutti segni della sua appartenenza alla “casa” e all’uomo.
Il suo mondo erano state quattro pareti bianche, un divano di velluto e l’odore di cucina. Vi era approdata avvolta in un pannicello, con gli occhi ancora chiusi ed un bottoncino nero per naso. Tutto ciò che esisteva al di fuori della casa era l’Ignoto, misterioso, pericoloso ed affascinante: spazio luminoso o nero al quale essa si affacciava, attraverso il vetro della finestra, per contemplarne il grembo, percorso in ogni direzione da esseri conturbanti che le provocavano uno strano solletico agli artigli.
Della vita sapeva solo quella quieta felicità domestica, punteggiata dai suoi ron ron. Sapeva il passo del padrone lento e strascicato, il tic tac dell’orologio a pendolo, il trillo elettrizzante del telefono, il fischio della pentola a pressione. La sua unica fatica era digerire i pasti e farsi la quotidiana toilette al pelo con la linguetta rosa, rapida come un motorino.
Nulla sapeva delle sue lontane antenate, figlie della selva, che erravano fameliche, con i sensi all’erta e le orecchie dritte per cogliere i fruscii, i battiti d’ala, il rumore di una bacca sgranocchiata nel buio di una tana. Non sapeva gli agguati tra le fronde degli alberi e il balzo dei corpi tesi e il grido di morte delle prede. E gli occhi fieri della vittoria. E il tepore delle carni insanguinate tra i denti affilati. E gli amori selvaggi con i maschi ferini nelle notti di luna e la resa spossata e felice dopo i lunghi, rituali inseguimenti. E il palpito della nuova vita nel ventre. E la ricerca di un luogo sicuro, riparato dalle intemperie e dalle presenze indiscrete. E lo scivolare caldo-umido dei corpiccioli dal buio dell’utero alla luce verde del bosco.
Né sapeva delle sue ave più prossime, figlie della strada. Del loro vagabondare sui tetti e lungo i muri. Di come le zampe ruvide scavavano tra i rifiuti. Degli agguati ai topi e agli uccelli. Delle fughe , con il cuore in gola, all’apparire dei cani. Della fame cronica che ne scavava i fianchi e di quel raro ma meraviglioso senso di sazietà nei giorni della fortuna. Delle notti d’amore con i maschi spelacchiati. Del perenne stato di allerta. Della carezza calda del sole primaverile sul pelo umido della rugiada del primo mattino. Dell’intimità materna con i cuccioli nel buio delle cantine, dei cortili, dei sotto-scala. Del contatto emozionante delle loro zampette, dai cuscinetti rosa, con le mammelle gonfie. Di tutta una vita di spasimi e di delizie, di tormenti e di speranze, di pericoli e di avventure: una vita all’altezza della dignità delle discendenti della nobile razza felina.
Tutto ciò non sapeva. Giaceva sepolto nei suoi geni in attesa del “risveglio”.
E in quella notte magica di luna piena il suo padrone aveva lasciato, per errore, la porta socchiusa ed un raggio era penetrato attraverso la fessura. E la piccola pantera flessuosa, seguendo il filo di luce, si era trovata all’aperto in quella bianca immensità gelata.
Il silenzio era rotto soltanto dai battiti del suo cuore e dal richiamo intermittente di un uccello notturno. Al di là della spianata bianca cominciava il bosco fitto di alberi dalle chiome chiare e dal fusto nero. Lì l’inverno aveva fatto le sue vittime e la neve ne aveva ricoperto le spoglie. Ma, nascosto nei buchi degli alberi, nelle gallerie sotterranee, sotto i sassi, tra le radici aggrovigliate dei cespugli, tutto un popolo di superstiti attendeva la primavera centellinando le ultime energie. Occhi gialli o fosforescenti lampeggiavano nell’ombra. La gatta , chiamata da una voce più forte della paura, vi si diresse imboccando il sentiero che si inoltrava nel folto. Le narici vibravano per cogliere gli odori che il gelo non era riuscito, del tutto, a domare. Sentiva, “sapeva” che sotto quel finto silenzio si celavano prede e predatori, insidie e promesse. Il suo piccolo cuore felino si gonfiò di desiderio, di felicità e di orgoglio: era arrivata alle radici del suo essere. In lei le antenate gridarono il canto della verità raggiunta.
Per un attimo almeno, la gatta “fu”.
Poi, da lontano, si udì la voce dell’uomo che la chiamava disperatamente.
Fece dietro front ed imboccò la strada del ritorno.
Dal camino della casa usciva un filo di fumo. La porta era spalancata come una bocca aperta che la inghiottì

A Genoveffa Frau piace questo messaggio.

2Avventura nella notte Empty Re: Avventura nella notte Mer Gen 13, 2021 8:20 pm

Genoveffa Frau

Genoveffa Frau
Master of Horse
Master of Horse

Brevissimo il tempo della sua libertà, l'uomo l'ha resa dipendente nonostante il desiderio di appartenenza alle gioie esterne tutte da scoprire! Evil or Very Mad

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