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Non è poesia, non è racconto e allora andate a fancucù

4 partecipanti

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Giancarlo Gravili

Giancarlo Gravili
Admin Master & Commander
Admin Master & Commander

Non è poesia, non è racconto e allora andate a fancucù.

Campi o muori
Andate a fancucù
Cosa farai ora?
Andrò a fancucù

Leggevo il tufo
e mangiavo vetri e volantini
nel tv vedevo puntini neri
e vinse il portiere della squadra avversaria

Andate a fancucù
maledetti siano gli orologi
e gli argani
e le rotelle
e tutti a fancucù

Pensavo diverso
aspettavo sedie rosse
intonaci freschi e tavole marce
qualche neon appeso

Ora lo posso gridare

Andate tutti a fancucùùùùùùùùùùùù

«Allora cosa fai? Campi o muori?»

Si vive in mondi diversi pur vivendo nello stesso
Si vive come si è
Fra urla, grida e vassoi di bignè
Poi vivi e pensi
ma di te chi pensa?
Costruisci ponti di carta
e piove
piove
e quando piove tanto...
Crollano gli scritti, muore la gente
e ognuno resta all’altro indifferente
Si vive in mondi diversi pur morendo nello stesso

E campi o muori
e di te le carte dicono picche e fiori
E scavi la fossa con la picca
e butti crisantemi su inermi colori

Cambia dicevano
vesti alla moda
vesti con la cravatta
ti servirà per impiccarti
quando il messo dell’inferno
ti chiederà la licenza
e tu mostrerai solo un’autorizzazione provvisoria
alla maledizione

«Mi dispiace vederti morire così»

«Ma dove mi trovo?
È questo l’infermo
che m’ha venduto il biglietto
per la provinciale?»

Visita e prova
ore 7:30
prova il freno
trova lo scemo
firma il modello e paga 10.000 mila di mila lire

«Lei è ammesso alla prova revisione dei dannatamente maledetti,
lasci l’obolo in sala macchine e porti pure una tanica di vinello rosso
che l’ingegnere s’embriaga ogni giorno e poi evviva gli agenti.
Quelli che vestono in blu o grigio senza nemmeno avere sotto la scrivania
un pezzo di focaccia di cipolle»

Era un agosto senza ferie e guidavo una Renault Espace rossa senza condizionatore funzionante ed ero condizionatamente fradicio di sudore mentre quella stradina di campagna mi portava alla villa dei pini e un via vai tra ore e ore e vai e vieni e… Fancucù e che senza puntini di sospensione
Avevo un anima pure io e indossavo pure mutande normali e la pelle del sedile si confondeva alla mia.

«Grazie per la revisione, ecco le sue 30.000. La vedo un po’ sudaticcio, tutto bene?»

Lo guardai con sguardo vitreo alla polivetril, allungai la mano e presi quei soldi,
nel salutare per andar via gli lasciai un cortese fancucù.
Mi fermai alla pompa self e misi benzina alla mia Nissan.
Me la fregarono la sera della vigilia di Natale al supermarket discount dei prezzi impossibili.
Ero uscito con un carrello oblungo di delizie e con quello rimasi.

«Paga stronzo d’un professionista, paga per le tue colpe, per la tua onestà, paga, paga, paga»

Ancora con cortesia elargii un fancucù e mi comprai un’Alfa Romeo 2500 mangia tutto dipinta di blu notte, anti rapina, antisfiga.
L’amico carogna di nome Caronte detto Peppino il baro mi comunicò all’indomani del primo giorno di lavoro che la mia licenza di maledizione non era valida per via d’un consiglio dei ministri che aveva nominato tutti consulenti per la circolazione e che se non paghi la tangenziale e i figli di puttana non ti danno l’esame professionale e poi sono cazzi tuoi che il capannone dove si svolge l’esame è in zona malfamata e ti fottono di nuovo la macchina e quella legge che tu hai indicato è obsoleta e te la devi andare a prendere alla capitaneria di porto o dall’emerito conservatore del P.R.A. che non la conosce ma la applica e Peppino ti chiede dove accidenti hai lasciato il vassoio di paste.
Andai a fancucù lasciando la porta aperta al vicino orafo per un caffè, magari m’avrebbe venduto la stampante e la sedia nera e forse qualche scaffale.
Comprai con i soldi dei dannati due cambiali alla fiera dell’est (Esiste davvero) saldai il sangue con lo stagno, me lo succhiarono lo stesso e mi impiccarono allo sciacquone del cesso dell’antibagno.
Mi salvò un tizio che vendeva auto usate e ben malconce in uno sperduto spiazzo in fondo alla fine delle terre.

«Ma ora cosa farai?»

Comprai una Ford Sierra pagandola con i miei volantini ricchi di volontà e basta.
Durò poco la vita di quel mezzo, mi lasciò un giorno di dicembre sulla superstrada del mare con un lungo saluto di fumo bianco in stile Toro Seduto.
Mi sedetti sugli scoglioni della costa e mi gustai il mare della mia vita che sbatteva sulla spiaggia adorna di polvere nera offerta da una centrale elettrica a carbone.
L’acqua era d’un puzzo invitante e le alghe squamavano le lische dei pesci morti e le conchiglie si mangiavano tra loro e io sorridevo all’alba del giorno dopo aspettando che tornasse una bomba all’idrogeno a colorarmi la mia sbiadita faccia.
Maledetto il giorno che t’ho incontrata brutta targhetta di plastica bronzea che porti il mio nome all’ingresso dell’ufficio.
Era arrivato il momento d’incassare la polizza sulla vita che m’ero stipulato da solo, mi recai allora da me stesso e pretesi il saldo del rateo dei primi premi versati…
M’accorsi che non potevo pagarmi e fu da allora che mi assegnai il ruolo di affancucù delle Dolomiti di passo Rolle.
Lasciai un cartello sulla serranda e per ricordo asportai il lucchetto in cemento e acciaio che ancora conservo e una valigetta di pelle di stronzo con qualche timbro e una chiave per aprire il vaso canopo delle mie ceneri.

«E ora cosa farai?»

«Non abbia timore, la sua polizza sarà consegnata regolarmente al suo domicilio nelle scadenze programmate e con sua incommensurabile gioia, la nostra agenzia si trasferisce all’inferno e riaprirà al termine delle ferie accogliente come prima»

Voltai le spalle all’angelo e affissi un cartello “Affittasi anti bagno con annessa agenzia”

A Genoveffa Frau piace questo messaggio.

https://thejarofpoetry.forumattivo.com

Licia

Licia
Mamma Orsa
Mamma Orsa

Brano di protesta e grido di dolore, non poesia né racconto come indica il titolo. Protesta contro la vita, non solo la propria ma quella di tutti.
Colgo: "si vive in mondi diversi pur vivendo nello stesso e di te chi pensa?" E' lo stesso tormento che abbiamo tutti: l'estraneità. Siamo, pensiamo, parliamo,amiamo , odiamo ma tutto all'interno di noi perché gli altri sono occupati a fare la stessa cosa al loro interno.
Affiora anche un ricordo del passato mai digerito.
Lo stile è sempre quello preferito dall'autore e inimitabile

Genoveffa Frau

Genoveffa Frau
Master of Horse
Master of Horse

Ma si mandiamo tutti a fancucù e viviamo alla giornata, senza confessionali o confessori, senza problemi di sorta, tanto i problemi ci sono e ci saranno sempre nonostante si cambi tutto a nuovo, il marcio continua a marcire, allora tutti a fancucù e vaiiiiiiiii.

Licia

Licia
Mamma Orsa
Mamma Orsa

Ci sono momenti nei quali un piccolo sfogo è necessario ma per carità non sia uno stile di vita! al meno per noi cosi detti cristiani. Ci vuol perdono, comprensione, compassione....

Giò


New entry
New entry

Gian, ma si, che andassero tutti a... fancuuuuucù Twisted Evil
Ah, quando vuoi leggere il tufo, io ho degli archi in casa che sorreggono il palazzo. Quando sei a corto di lettura non farti problema, ti aspetto! Smile

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