Mattinata nera.
“Mamma non riesco ad allacciarmi le scarpe”
“Mi dispiace ma oggi uscirai con le scarpe slacciate. Siamo in ritardo pauroso. Piuttosto: hai messo tutto nella cartella?”
Momento di panico
“sssii…”
“Allora andiamo, su dai svelto”
Un’occhiata allo specchio, Smartphone nella borsa, ascensore occupato, quel pirla del quinto che lo lascia sempre aperto.
“Andiamo a piedi, muoviti o troveremo la scuola chiusa”
Inciampa nei lacci. Cade. Ginocchio sbucciato. Madre furiosa con lui e con il destino. Scuola chiusa. Bisogna suonare e fare la solita brutta figura con il bidello dalla faccia da padreterno intinto nella merda di in un sorriso ironico.
“Scusi sa, si è fatto male, non è colpa nostra. Anzi veda se avete un cerotto e un po’ di acqua ossigenata.”
“Fa vedere qua questo ginocchio”
Gli viene da piangere povero piccolo e la mamma se ne è andata con un rapido ciao. Nonna dove sei tu che mi vuoi tanto bene?
“Niente di grave, giovanotto, ma tua mamma non ti ha insegnato ad allacciarti le scarpe?”
“Mamma è sempre impegnata con l’ufficio e con la Parrocchia”
Piccolo singhiozzo che scioglie il cuore del padreterno scolastico.
“Dai mettiamo il cerotto, allacciamo le scarpe e corriamo dalla tua maestra che ti starà aspettando”
*************************************************************************************
Atto secondo.
Madre infuriata. La macchina non riparte.
“Quel tre volte stronzo di un meccanico! Ne facesse una di buona! E ora che faccio? Chi glielo va a dire cosa è successo a quell’altro stronzo del boss che mi odia da quando ho vinto io il premio per il miglior progetto?”
Testa appoggiata sul volante. Clacson che suona. Gente che si volta a guardare.
“Si chiama disperazione da madre in carriera e bimbo infelice.”
“Mamma non riesco ad allacciarmi le scarpe”
“Mi dispiace ma oggi uscirai con le scarpe slacciate. Siamo in ritardo pauroso. Piuttosto: hai messo tutto nella cartella?”
Momento di panico
“sssii…”
“Allora andiamo, su dai svelto”
Un’occhiata allo specchio, Smartphone nella borsa, ascensore occupato, quel pirla del quinto che lo lascia sempre aperto.
“Andiamo a piedi, muoviti o troveremo la scuola chiusa”
Inciampa nei lacci. Cade. Ginocchio sbucciato. Madre furiosa con lui e con il destino. Scuola chiusa. Bisogna suonare e fare la solita brutta figura con il bidello dalla faccia da padreterno intinto nella merda di in un sorriso ironico.
“Scusi sa, si è fatto male, non è colpa nostra. Anzi veda se avete un cerotto e un po’ di acqua ossigenata.”
“Fa vedere qua questo ginocchio”
Gli viene da piangere povero piccolo e la mamma se ne è andata con un rapido ciao. Nonna dove sei tu che mi vuoi tanto bene?
“Niente di grave, giovanotto, ma tua mamma non ti ha insegnato ad allacciarti le scarpe?”
“Mamma è sempre impegnata con l’ufficio e con la Parrocchia”
Piccolo singhiozzo che scioglie il cuore del padreterno scolastico.
“Dai mettiamo il cerotto, allacciamo le scarpe e corriamo dalla tua maestra che ti starà aspettando”
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Atto secondo.
Madre infuriata. La macchina non riparte.
“Quel tre volte stronzo di un meccanico! Ne facesse una di buona! E ora che faccio? Chi glielo va a dire cosa è successo a quell’altro stronzo del boss che mi odia da quando ho vinto io il premio per il miglior progetto?”
Testa appoggiata sul volante. Clacson che suona. Gente che si volta a guardare.
“Si chiama disperazione da madre in carriera e bimbo infelice.”