Super Topazzo contro la Dama Nera
Nel frattempo che Silver Furetto aveva coppato di manette Super Topazzo tale individuo losco e molto fosco, con l’aiuto d’una certa Topabona conosciuta al Cazzinger bar, s’era svincolato riuscendo a imbarcarsi come mozzicone di bordo su un cargo di patate peruviane diretto in una grande isola del Mediterraneo.
«Maledetto Silver Furetto mi vendicherò, sempre appena sarà possibile che co sto cappio de covide semo messi in salamoia, intanto me godo sta transoceanica che ci ha pure delle belle tette alla faccia tua.»
L’attraversata immersa nelle patate andò a buon fine e Super Topazzo sbarcò alla banchina numero sette del porto dell’isola ciamata isola granda ciò che par fu fondata da un nobile venessiano sposato co una fenicia molto micia.
«E mo che caspero ce faccio su questa isola, non acconosciu niscinu e me tocca pure de fare perde le traccia all’FBI che me sta dietro, ma nun me scoprirannno mai, però prima de inoltramme saluto la transoceanica che me so spolpacchiato durante er viaggio. Smack, smuck, slurp, sciao bella pupazza, Super Topazzo te saluta, te porterò sempre ner core»
«Sciao bel Topazzo, smackke, smocche ssmok, slurpetto, slurpone, sciao a presto vedecce»
Con una siatica dovuta a un vecchio fattaccio avuto con una asiatica il Super Topazzo, dopo aver fatto il talpone di rito al porto, sempre causa covidde, partì lemme lemme verso la montagna impermeabile e impenetrabile dove a occhio avrebbe potuto passare l’estate in attesa di poter ritornare a Nuova Yorke allorquando si sarebbero calmate le acque…
«Quella villa là su per le colline parvemi un loculo adatto allo mio nascondiglio e poi sembra misteriosamente protetta da spesse recinzioni in filo spellato elettrico e sento pure odore de galline fresche che quasi quasi me la faccio quarcheduna co sta fame che me ritrovo.»
La villa era una residenza oscura con un’alta torre cilindrica che svettava sulla valle e su di essa svettano sempre una famiglia di pipistrelli castrati, cioè senza pipi e quindi molto strelli che erano arrivati in prestito da un parente lontano della misteriosa proprietaria della villa. Pare che questo parente fosse nientepopò e di meno che il nobile Ernestu Nosfigatus I conte di Trans Silvana.
«Ahhhh, vedo lì un bel forno enorme con puro la legna e me ce porto pure sta gallinella che me so piato dall’aia e me la rirostisco che ci ho na famelica che nun te dico. Anzi sai che faccio visto che so un pochetto stanco, mo lego st’ovicolo e intanto me facci un sonnellino e doppo me la pappo,
ronffffff, ronfffff, ronnffffffffffffffff»
Il povero Super Topazzo non sapeva che era finito nelle grinfie della misteriosissima Dama Nera, che dopo essere sfuggita alla grinfie dell’ispettore Selupesco s’era rintanata nelle sua villa super protetta in attesa del suo prossimo misfatto sulla scena internazionale del crimine.
Tramite le sue pollocamere di sorveglianza aveva notato l’ingresso furtivo di Super Topazzo e aveva predisposto il suo piano di cattura dell’intruso con dovizia di cura e di particolari che mo non vi sto a raccontare che nemmanco io li so.
«Uhm, costui lo conosco, l’ho visto al Cazzinger Bar a Nuova Yorke l’anno scorso, certo? È Super Topazzo, un delinquente da strapazzo dedito a bettolami e torture alla vecchiette che cicchettano, almeno così se dice nell’altro racconto. Il poveretto sta ronfando beato nel forno a legna e mo me lo cucino io sto marrano...»
Dopo aver preso qualche tocco di legna e aver sbarrato il forno con un coppo di creta e aver preso un prospero e aver acceso lo stesso medesimo e aver e avemo capito, mo basta co sti averi.
Insomma piò er prospero e dette foco al fasciame legnoso che er povero Super Topazzo se sarebbi sfissiato tutto morto e poco vivo.
«Ahhhh, ma cos’è sto puzzo e che mizzica succede? Tombe e tombini qua me si cucina vivo, oh porca d’una topa siberiana, aiutooooooo, fatemi uscire sto a soffoca e nun potete farme questo su Super Topazzo perdindirindina e… é la fine sto a mori, che fine infiammata. Addio mamma Topazza, questo mondo infame nun m’ha voluto, addioooooo arf arf arffffffffff»
È questa fu la fine di Super Topazzo che per sfuggire a Silver Furetto e non s’era andato a infilare nelle grinfie della più grande dama criminala della malavita internazionale che non perdonava nessuno e poi siccome che era misteriosa nessuno l’aveva mai vista in faccia essendo ellula sempre vestita tutta de nero.
Informata da un informatore d’oltreoceano l’amica di Super Topazzo, Topabona la m’ignota passeggiatrice del molo de Nuova Yorke presa da un rantolo di dispiacere se buttò a mare co na corda taccata a un tufo e di lei ne seppero traccia i granchi e le granseole che se la spolpattero de brutto.
Nel frattempo che Silver Furetto aveva coppato di manette Super Topazzo tale individuo losco e molto fosco, con l’aiuto d’una certa Topabona conosciuta al Cazzinger bar, s’era svincolato riuscendo a imbarcarsi come mozzicone di bordo su un cargo di patate peruviane diretto in una grande isola del Mediterraneo.
«Maledetto Silver Furetto mi vendicherò, sempre appena sarà possibile che co sto cappio de covide semo messi in salamoia, intanto me godo sta transoceanica che ci ha pure delle belle tette alla faccia tua.»
L’attraversata immersa nelle patate andò a buon fine e Super Topazzo sbarcò alla banchina numero sette del porto dell’isola ciamata isola granda ciò che par fu fondata da un nobile venessiano sposato co una fenicia molto micia.
«E mo che caspero ce faccio su questa isola, non acconosciu niscinu e me tocca pure de fare perde le traccia all’FBI che me sta dietro, ma nun me scoprirannno mai, però prima de inoltramme saluto la transoceanica che me so spolpacchiato durante er viaggio. Smack, smuck, slurp, sciao bella pupazza, Super Topazzo te saluta, te porterò sempre ner core»
«Sciao bel Topazzo, smackke, smocche ssmok, slurpetto, slurpone, sciao a presto vedecce»
Con una siatica dovuta a un vecchio fattaccio avuto con una asiatica il Super Topazzo, dopo aver fatto il talpone di rito al porto, sempre causa covidde, partì lemme lemme verso la montagna impermeabile e impenetrabile dove a occhio avrebbe potuto passare l’estate in attesa di poter ritornare a Nuova Yorke allorquando si sarebbero calmate le acque…
«Quella villa là su per le colline parvemi un loculo adatto allo mio nascondiglio e poi sembra misteriosamente protetta da spesse recinzioni in filo spellato elettrico e sento pure odore de galline fresche che quasi quasi me la faccio quarcheduna co sta fame che me ritrovo.»
La villa era una residenza oscura con un’alta torre cilindrica che svettava sulla valle e su di essa svettano sempre una famiglia di pipistrelli castrati, cioè senza pipi e quindi molto strelli che erano arrivati in prestito da un parente lontano della misteriosa proprietaria della villa. Pare che questo parente fosse nientepopò e di meno che il nobile Ernestu Nosfigatus I conte di Trans Silvana.
«Ahhhh, vedo lì un bel forno enorme con puro la legna e me ce porto pure sta gallinella che me so piato dall’aia e me la rirostisco che ci ho na famelica che nun te dico. Anzi sai che faccio visto che so un pochetto stanco, mo lego st’ovicolo e intanto me facci un sonnellino e doppo me la pappo,
ronffffff, ronfffff, ronnffffffffffffffff»
Il povero Super Topazzo non sapeva che era finito nelle grinfie della misteriosissima Dama Nera, che dopo essere sfuggita alla grinfie dell’ispettore Selupesco s’era rintanata nelle sua villa super protetta in attesa del suo prossimo misfatto sulla scena internazionale del crimine.
Tramite le sue pollocamere di sorveglianza aveva notato l’ingresso furtivo di Super Topazzo e aveva predisposto il suo piano di cattura dell’intruso con dovizia di cura e di particolari che mo non vi sto a raccontare che nemmanco io li so.
«Uhm, costui lo conosco, l’ho visto al Cazzinger Bar a Nuova Yorke l’anno scorso, certo? È Super Topazzo, un delinquente da strapazzo dedito a bettolami e torture alla vecchiette che cicchettano, almeno così se dice nell’altro racconto. Il poveretto sta ronfando beato nel forno a legna e mo me lo cucino io sto marrano...»
Dopo aver preso qualche tocco di legna e aver sbarrato il forno con un coppo di creta e aver preso un prospero e aver acceso lo stesso medesimo e aver e avemo capito, mo basta co sti averi.
Insomma piò er prospero e dette foco al fasciame legnoso che er povero Super Topazzo se sarebbi sfissiato tutto morto e poco vivo.
«Ahhhh, ma cos’è sto puzzo e che mizzica succede? Tombe e tombini qua me si cucina vivo, oh porca d’una topa siberiana, aiutooooooo, fatemi uscire sto a soffoca e nun potete farme questo su Super Topazzo perdindirindina e… é la fine sto a mori, che fine infiammata. Addio mamma Topazza, questo mondo infame nun m’ha voluto, addioooooo arf arf arffffffffff»
È questa fu la fine di Super Topazzo che per sfuggire a Silver Furetto e non s’era andato a infilare nelle grinfie della più grande dama criminala della malavita internazionale che non perdonava nessuno e poi siccome che era misteriosa nessuno l’aveva mai vista in faccia essendo ellula sempre vestita tutta de nero.
Informata da un informatore d’oltreoceano l’amica di Super Topazzo, Topabona la m’ignota passeggiatrice del molo de Nuova Yorke presa da un rantolo di dispiacere se buttò a mare co na corda taccata a un tufo e di lei ne seppero traccia i granchi e le granseole che se la spolpattero de brutto.
Ultima modifica di Giancarlo Gravili il Mer Apr 07, 2021 6:24 am - modificato 1 volta.