Io e il mio amico Caronte
È notte,
arida e umida.
Un filo di canapa lega i tigli.
Vento e calma
attraverso i vetri.
Muove qua e là
un lampione la sua figura.
Un coglione di turno piscia sulla strada.
La luce a led dell'illuminazione pubblica
poco s'addice alla poesia.
Una puttana litiga col suo protettore.
Un piccione con la valigia in mano
cerca un altro palo da smerdare.
Un venditore d'anime propone caramelle al petrolio
in cambio di lecca lecca all'incenso.
Transfughi dai letti matrimoniali cercano preservativi
preservandosi dal covid con mascherine,
eppure non c'è un cazzo da preservare.
Nani alti due metri ricordano
i primi amori sotto i lampioni
ma non è poesia stasera,
solo piscio di cani.
Eccomi allora
in questa notte appaio
alla fermata dell'autobus
E aspetto,
mi faccio un vomito sul marciapiede
E…
Ecco il pullman vuoto arrivare,
ma dico io, se è un pullman
come fa a essere vuoto?
Faccio il biglietto a bordo
Mi costa un'anima, la mia.
Caronte alla guida mi schernisce
perché il mio scheletro non ha la mascherina.
Va beh, non si puoi avere tutto.
Si parte e lascio mal volentieri il lampione e intanto
il solito consumatore seriale di farmaci
piscia al solito orario e sempre il solito lampione.
Fottuta notte d'autobus...
E i vetri seguono il tergicristallo
e Caronte mi racconta di quella volta che ha fottuto a briscola Dante
e ridiamo e le ruote vanno,
e piove
o comincia a farlo.
Ma dove cazzo va questo autobus?
Ricordo e mi trasformo in un nano alto due metri
E...
Scrivania bianca.
Caronte mi passa un fazzoletto,
sì, piango.
No è la notte che piange
e le sue lacrime bagnano le ruote
e non vi sono fermate per il mio autobus
perché questa è la strada per l'inferno.
È notte,
arida e umida.
Un filo di canapa lega i tigli.
Vento e calma
attraverso i vetri.
Muove qua e là
un lampione la sua figura.
Un coglione di turno piscia sulla strada.
La luce a led dell'illuminazione pubblica
poco s'addice alla poesia.
Una puttana litiga col suo protettore.
Un piccione con la valigia in mano
cerca un altro palo da smerdare.
Un venditore d'anime propone caramelle al petrolio
in cambio di lecca lecca all'incenso.
Transfughi dai letti matrimoniali cercano preservativi
preservandosi dal covid con mascherine,
eppure non c'è un cazzo da preservare.
Nani alti due metri ricordano
i primi amori sotto i lampioni
ma non è poesia stasera,
solo piscio di cani.
Eccomi allora
in questa notte appaio
alla fermata dell'autobus
E aspetto,
mi faccio un vomito sul marciapiede
E…
Ecco il pullman vuoto arrivare,
ma dico io, se è un pullman
come fa a essere vuoto?
Faccio il biglietto a bordo
Mi costa un'anima, la mia.
Caronte alla guida mi schernisce
perché il mio scheletro non ha la mascherina.
Va beh, non si puoi avere tutto.
Si parte e lascio mal volentieri il lampione e intanto
il solito consumatore seriale di farmaci
piscia al solito orario e sempre il solito lampione.
Fottuta notte d'autobus...
E i vetri seguono il tergicristallo
e Caronte mi racconta di quella volta che ha fottuto a briscola Dante
e ridiamo e le ruote vanno,
e piove
o comincia a farlo.
Ma dove cazzo va questo autobus?
Ricordo e mi trasformo in un nano alto due metri
E...
Scrivania bianca.
Caronte mi passa un fazzoletto,
sì, piango.
No è la notte che piange
e le sue lacrime bagnano le ruote
e non vi sono fermate per il mio autobus
perché questa è la strada per l'inferno.
Ultima modifica di Giancarlo Gravili il Mer Apr 21, 2021 8:32 am - modificato 1 volta.