Una scuola per personaggi
Bisognerebbe istituire una scuola per “personaggi” dove i suddetti potrebbero imparare le buone maniere. E soprattutto l’obbedienza all’autore che ha dato loro la vita.
Uno inventa una trama e poi mette al mondo (in quel mondo lì si capisce) i personaggi che dovranno portarla a termine; e loro cosa si permettono di fare? Disubbidiscono. Ecco cosa fanno. Prendiamo un autore a caso, per esempio me. Dopo un vita di produzione di personaggi “buoni” (sì passatemi la parola lo so che il concetto è ambiguo) mi viene la voglia di produrre personaggi “cattivi” (vedi nota sopra). Preparo l’ambiente con cura e poi li metto in campo. Cerco di incattivirmi anch’io, scopiazzando un po’ qua e un po’ là, e poi parto. Ti creo il ladro, l’assassino, li descrivo, le premesse sono buone ma poi… mi fregano. Si redimono o, comunque, si trattengono dal colpo finale. Non ne vogliono sapere della mia trama. Non gliene importa un fico secco della madre che li ha creati. Sono peggio dei figli veri. Fanno di testa loro. Vogliono essere buoni, forse per la speranza di un Paradiso per personaggi fittizi. Si montano la testa, credono di essere autonomi. Ma io li posso cancellare quando voglio, così imparano!
Bisognerebbe istituire una scuola per “personaggi” dove i suddetti potrebbero imparare le buone maniere. E soprattutto l’obbedienza all’autore che ha dato loro la vita.
Uno inventa una trama e poi mette al mondo (in quel mondo lì si capisce) i personaggi che dovranno portarla a termine; e loro cosa si permettono di fare? Disubbidiscono. Ecco cosa fanno. Prendiamo un autore a caso, per esempio me. Dopo un vita di produzione di personaggi “buoni” (sì passatemi la parola lo so che il concetto è ambiguo) mi viene la voglia di produrre personaggi “cattivi” (vedi nota sopra). Preparo l’ambiente con cura e poi li metto in campo. Cerco di incattivirmi anch’io, scopiazzando un po’ qua e un po’ là, e poi parto. Ti creo il ladro, l’assassino, li descrivo, le premesse sono buone ma poi… mi fregano. Si redimono o, comunque, si trattengono dal colpo finale. Non ne vogliono sapere della mia trama. Non gliene importa un fico secco della madre che li ha creati. Sono peggio dei figli veri. Fanno di testa loro. Vogliono essere buoni, forse per la speranza di un Paradiso per personaggi fittizi. Si montano la testa, credono di essere autonomi. Ma io li posso cancellare quando voglio, così imparano!