ll Cronovisore di Padre Pellegrino Ernetti
Posted by Anonimo Casanova on Dic 16, 2018 in CURIOSITA', Personaggi famosi a Venezia
Il cronovisore è un “fantascientifico” strumento, simile ad un televisore, in grado di captare e riprodurre immagini e suoni del passato. Padre Pellegrino Ernetti, monaco benedettino del monastero dell’isola veneziana di San Giorgio Maggiore, laureato in fisica, nel 1972 dichiarò di essere riuscito a costruirne uno.
Era costituita di tre elementi. Il primo blocco comprendeva una moltitudine d’antenne, adatte a captare tutte le lunghezze d’onda possibili ed immaginabili. Queste antenne erano fatte con leghe che comprendevano tutti i metalli, ed erano collegate tra loro. Il secondo blocco era un selettore che lavorava alla velocità della luce. Poteva essere regolato in una sorta di circuito chiuso sul luogo, la data e la persona di nostra scelta. In virtù di ciò, l’apparecchio poi la seguiva dappertutto. Infine, la terza parte era semplicemente costituita da un apparato visore che permetteva di registrare le immagini ed i suoni ottenuti.
Il cronovisore avrebbe la capacità di riprodurre immagini (tridimensionali) e suoni di avvenimenti del passato e anche del futuro.
In un certo senso, passato, presente, futuro coesistono, non ora, nel nostro tempo, ma in una sorta di zona fuori del tempo. Se dunque si potesse raggiungere questa zona, questo livello della realtà, si dovrebbe avere la possibilità di ritrovare tutto il passato e persino tutto il futuro.
Francois Brune, nel suo libro del 2002, dichiara di aver conosciuto per caso Padre Ernetti in un imbarcadero di Venezia (fermata dell’isola di San Giorgio Maggiore), mentre aspettava il vaporetto, e di avere iniziato a parlare di teologia e precisamente del valore reale di quanto scritto nei testi sacri. I due si sarebbero poi incontrati molte altre volte successivamente, e padre Ernetti avrebbe rivelato a Brune che la macchina del tempo sarebbe stata progettata e realizzata tra Roma e Venezia, in collaborazione con molti altri scienziati, tra cui spiccano i nomi di Enrico Fermi, Wernher von Braun e Agostino Gemelli. Padre Ernetti, inoltre, spiegò perché la sua macchina non fu mai mostrata in pubblico: il Vaticano decise per il bene dell’umanità che la sua esistenza dovesse essere tenuta nascosta.
– Cosa avete visto in questo modo, dunque?
– … Abbiamo visto tutto: l’agonia nell’orto degli Ulivi, il tradimento di Giuda, il processo, il Calvario. Gesù era già sfigurato quando viene condotto innanzi a Pilato. Abbiamo visto la salita al Calvario, la Via Crucis. La pietà medievale, tuttavia, l’ha un poco deformata, aggiungendovi degli episodi. Il Cristo non è mai caduto, d’altronde non portava tutta la croce …
– E la Resurrezione, avete visto anche quella?
– Sì! È molto diffìcile da descrivere. Era come sagoma, una forma attraverso una sottile lamella di alabastro illuminato, o come attraverso un cristallo… Poco a poco abbiamo poi visto tutto il resto della vita del Cristo, le apparizioni dopo la sua Resurrezione…
– È rimasta una qualche traccia di tutto questo?
– Sì, abbiamo filmato tutto. In tal modo perdevamo il rilievo, evidentemente, ma era il solo mezzo di conservare una testimonianza. Ciò ci ha permesso di mostrarlo in seguito a Papa Pio XII. Erano presenti anche il presidente della Repubblica, il ministro della Pubblica Istruzione, i membri dell’Accademia pontifìcia…
– Ed ora, cosa ne è dell’apparecchio?
– Smontato, ma in luogo sicuro. Inoltre, ne ho depositato gli schemi presso un notaio, in Svizzera, ed altri in Giappone. Naturalmente ce n’è anche una copia a Roma.
– Ma perché? Perché nascondere una scoperta simile, capace di sconvolgere il mondo, di risvegliare la fede che va perdendosi un po’ dappertutto?
– Quest’apparecchio può captare tutto il passato di ciascuno, integralmente, senza eccezione. Non c’è più alcun segreto di Stato, alcun segreto scientifico, industriale, commerciale, diplomatico; non c’è più vita privata … E uno “sconvolgimento”, come dice lei, ma così totale che ad alcuni fa paura. È la porta aperta alla dittatura più spaventosa che la Terra abbia mai conosciuto. Alla fine, siamo stati tutti d’accordo nello smontare il cronovisore.
La figura di Padre Pellegrino Ernetti (1925-1994) appare oggi circondata da un fitto mistero. Oltre che appassionato di musica antica, Ernetti era, infatti, anche l’esorcista ufficiale della diocesi di Venezia. Le sue affermazioni sono state, in ogni modo, confutate. Le foto di Cristo, prodotte dalla sua macchina del tempo, ad esempio, sono tratte da un crocifisso e da un quadro di Johannes Raphael Wehle (1848-1936), intitolato Gesù sul Lago di Tiberiade.
Foto di Gesù prodotta dal Cronovisore di Ernetti
La celebre foto di Gesù prodotta dal Cronovisore di Ernetti; in realtà tratta da un’opera pittorica di Johannes Raphael Wehle
Altro fatto importante da tenere presente è la somiglianza tra quanto raccontato da padre Ernetti e la trama del racconto Il cronoscopio (The Dead Past), scritto da Isaac Asimov e pubblicato nell’aprile del 1956: in entrambi l’invenzione del cronoscopio viene nascosta per proteggere la civiltà umana. Secondo quanto raccontato da Ernetti, la macchina del tempo era già pronta tra il 1952 e il 1953, ma questa è la sua versione della storia. Molto più probabile che il monaco benedettino si sia ispirato al racconto di Asimov.
E ancora più importante, se davvero questa macchina del tempo esiste, per quale motivo nessuno degli altri scienziati, che parteciparono alla sua realizzazione, ne ha mai parlato?
Posted by Anonimo Casanova on Dic 16, 2018 in CURIOSITA', Personaggi famosi a Venezia
Il cronovisore è un “fantascientifico” strumento, simile ad un televisore, in grado di captare e riprodurre immagini e suoni del passato. Padre Pellegrino Ernetti, monaco benedettino del monastero dell’isola veneziana di San Giorgio Maggiore, laureato in fisica, nel 1972 dichiarò di essere riuscito a costruirne uno.
Era costituita di tre elementi. Il primo blocco comprendeva una moltitudine d’antenne, adatte a captare tutte le lunghezze d’onda possibili ed immaginabili. Queste antenne erano fatte con leghe che comprendevano tutti i metalli, ed erano collegate tra loro. Il secondo blocco era un selettore che lavorava alla velocità della luce. Poteva essere regolato in una sorta di circuito chiuso sul luogo, la data e la persona di nostra scelta. In virtù di ciò, l’apparecchio poi la seguiva dappertutto. Infine, la terza parte era semplicemente costituita da un apparato visore che permetteva di registrare le immagini ed i suoni ottenuti.
Il cronovisore avrebbe la capacità di riprodurre immagini (tridimensionali) e suoni di avvenimenti del passato e anche del futuro.
In un certo senso, passato, presente, futuro coesistono, non ora, nel nostro tempo, ma in una sorta di zona fuori del tempo. Se dunque si potesse raggiungere questa zona, questo livello della realtà, si dovrebbe avere la possibilità di ritrovare tutto il passato e persino tutto il futuro.
Francois Brune, nel suo libro del 2002, dichiara di aver conosciuto per caso Padre Ernetti in un imbarcadero di Venezia (fermata dell’isola di San Giorgio Maggiore), mentre aspettava il vaporetto, e di avere iniziato a parlare di teologia e precisamente del valore reale di quanto scritto nei testi sacri. I due si sarebbero poi incontrati molte altre volte successivamente, e padre Ernetti avrebbe rivelato a Brune che la macchina del tempo sarebbe stata progettata e realizzata tra Roma e Venezia, in collaborazione con molti altri scienziati, tra cui spiccano i nomi di Enrico Fermi, Wernher von Braun e Agostino Gemelli. Padre Ernetti, inoltre, spiegò perché la sua macchina non fu mai mostrata in pubblico: il Vaticano decise per il bene dell’umanità che la sua esistenza dovesse essere tenuta nascosta.
– Cosa avete visto in questo modo, dunque?
– … Abbiamo visto tutto: l’agonia nell’orto degli Ulivi, il tradimento di Giuda, il processo, il Calvario. Gesù era già sfigurato quando viene condotto innanzi a Pilato. Abbiamo visto la salita al Calvario, la Via Crucis. La pietà medievale, tuttavia, l’ha un poco deformata, aggiungendovi degli episodi. Il Cristo non è mai caduto, d’altronde non portava tutta la croce …
– E la Resurrezione, avete visto anche quella?
– Sì! È molto diffìcile da descrivere. Era come sagoma, una forma attraverso una sottile lamella di alabastro illuminato, o come attraverso un cristallo… Poco a poco abbiamo poi visto tutto il resto della vita del Cristo, le apparizioni dopo la sua Resurrezione…
– È rimasta una qualche traccia di tutto questo?
– Sì, abbiamo filmato tutto. In tal modo perdevamo il rilievo, evidentemente, ma era il solo mezzo di conservare una testimonianza. Ciò ci ha permesso di mostrarlo in seguito a Papa Pio XII. Erano presenti anche il presidente della Repubblica, il ministro della Pubblica Istruzione, i membri dell’Accademia pontifìcia…
– Ed ora, cosa ne è dell’apparecchio?
– Smontato, ma in luogo sicuro. Inoltre, ne ho depositato gli schemi presso un notaio, in Svizzera, ed altri in Giappone. Naturalmente ce n’è anche una copia a Roma.
– Ma perché? Perché nascondere una scoperta simile, capace di sconvolgere il mondo, di risvegliare la fede che va perdendosi un po’ dappertutto?
– Quest’apparecchio può captare tutto il passato di ciascuno, integralmente, senza eccezione. Non c’è più alcun segreto di Stato, alcun segreto scientifico, industriale, commerciale, diplomatico; non c’è più vita privata … E uno “sconvolgimento”, come dice lei, ma così totale che ad alcuni fa paura. È la porta aperta alla dittatura più spaventosa che la Terra abbia mai conosciuto. Alla fine, siamo stati tutti d’accordo nello smontare il cronovisore.
La figura di Padre Pellegrino Ernetti (1925-1994) appare oggi circondata da un fitto mistero. Oltre che appassionato di musica antica, Ernetti era, infatti, anche l’esorcista ufficiale della diocesi di Venezia. Le sue affermazioni sono state, in ogni modo, confutate. Le foto di Cristo, prodotte dalla sua macchina del tempo, ad esempio, sono tratte da un crocifisso e da un quadro di Johannes Raphael Wehle (1848-1936), intitolato Gesù sul Lago di Tiberiade.
Foto di Gesù prodotta dal Cronovisore di Ernetti
La celebre foto di Gesù prodotta dal Cronovisore di Ernetti; in realtà tratta da un’opera pittorica di Johannes Raphael Wehle
Altro fatto importante da tenere presente è la somiglianza tra quanto raccontato da padre Ernetti e la trama del racconto Il cronoscopio (The Dead Past), scritto da Isaac Asimov e pubblicato nell’aprile del 1956: in entrambi l’invenzione del cronoscopio viene nascosta per proteggere la civiltà umana. Secondo quanto raccontato da Ernetti, la macchina del tempo era già pronta tra il 1952 e il 1953, ma questa è la sua versione della storia. Molto più probabile che il monaco benedettino si sia ispirato al racconto di Asimov.
E ancora più importante, se davvero questa macchina del tempo esiste, per quale motivo nessuno degli altri scienziati, che parteciparono alla sua realizzazione, ne ha mai parlato?
