Storia d’un furto al cimitero
Era un giorno di settembre, uno di quelli in cui l’aria dell’estate si mescola con i sapori della terra e
la campagna offre i suoi frutti in odori di mosto e d’uva.
Il tempo volto alla leggera brezza proveniente dal mare lasciava intorno un alone d’umido che sembrava avvolgerti con un abbraccio particolare…
Il cimitero si presentava vuoto con le sue strade fatte di silenzio e di morti eppure tutto viveva più che mai in quel luogo con i suoi ricordi e i nostalgici pianti interiori di chi vedeva la vita dal lato terreno.
La mia cappella formava un angolo con uno dei tanti viali e sin dal 2015 ospitava una mia poesia
che avevo dedicato ai defunti depositata in una cornice al centro dell’altare che divideva in due l’ambiente.
La presenza dell’aria umida aveva intaccato la pergamena su cui la poesia era stampata per cui avevo deciso di stamparne una nuova…
Ecco questo l’antefatto che racconta una storia di furti e di pietà umana verso chi non rispetta luoghi in cui l’anima o le anime regnano sovrane.
Con la vecchia pergamena sgualcita dal tempo, posta a fianco del mio pc, cominciai la minuziosa opera di riscrittura dell’opera dal titolo “Il tepore al buio sale”.
Una volta finita la stesura passai il testo su una “chiavetta” per poi stamparla su carta pergamena.
A margine posso dire che quel testo aveva commosso molte persone che negli anni avevano visitato la mia cappella e quindi essi stessi potevano tranquillamente essere testimoni della presenza del mio scritto in quel luogo.
Atto primo e scena da tagliare
Come consuetudine aprii qualche ora dopo il pc per pubblicare una mia opera su un sito come solitamente faccio… ed ecco la sorpresa settembrina!
La mia poesia debitamente parafrasata e condita a giusto punto era stata giusto punto pubblicata
da poco sullo stesso sito e con il medesimo nome con cui io avevo archiviato il file contenente l’opera: “Il tepore”.
Or lascio al lettore il testo della mia opera e la pietà umana al malfattore con il giudizio sovrano
personale lasciando anche il link che prelude al nuovo sito cimiteriale dove or il plagio furtivo riposa.
Questa l’opera che si trova all’interno della mia cappella.
«Si posa sull’anima lieve la sera
in sprazzi di luce visioni d’un tempo che era.
Nel buio sottovoce mi parli,
scricchiola una credenza traforata da tarli.
Ti guardo in foto ingiallite
ti cerco in pagine sgualcite.
In sconforto arreso
tra versi mi ritrovo sospeso»
Tutto tace,
un caldo tepore sale
da quel vecchio braciere.
Introno parole di giorni lontani,
nell’oscurità della stanza risuonano.
Dolci melodie nell’aria si diffondono.
Tutto tace,
luce non c’è
e chissà quando verrà.
Scolpite dagli anni le mani
descrivono
raccontano.
Giovani sorrisi d’antico aspetto appaiono
tra fumi che tutto impregnano si dileguano.
Vanno le frasi a scolpire sentenze
sembrano sibille in sperduti anfratti.
Tutto oramai tace
più nessuno c’è.
Più nessuno è accanto a me.
La storia finii così tra verbi passati e narrazione al presente tant’è che rimase il sacrilego furto al cimitero attuato penetrando nella rete del mio pc e sottraendo lecito testo alla dedica personale dei defunti.
Possa la pietà umana accompagnare coloro che dietro falsi nomi perpetrano reati e soprusi non sapendo che il bel tempo non dura mai a lungo tempo.
Tempo è ora di lasciare il link qui sotto dove potrete trovare l’opera camuffata e deturpata.
A voi, cari lettori il giudizio.
