Sinfuth immersa nelle gelide acque della grande fossa dei peccati in cui era caduta, non udì l’urlo del suo amato Poseidon e stordita dal gelo che le attanagliava le ossa, rimase inerme quando il guardiano alato la prese per mano per condurla nel regno sommerso di Ashton.
Stupefatta si ritrovò in un mondo somigliante alla terra, troneggiava per imponenza una gigantesca grotta ricavata nelle pareti rocciose della fossa isolata dalle acque torbide che non avevano potere di penetrare all’interno.
Ciò che vide non la tranquillizzò: Ashton era una potente divinità antagonista di Poseidon che risiedeva nelle profonde viscere sommerse della terra ed era il padrone assoluto delle tenebre che vi risiedevano.
Le vennero incontro delle mostruosità dai lunghi artigli con viso di donna e corpo d’uccello, simili a corvi neri, pronti ad afferrare la loro preda.
La condussero al cospetto del padrone graffiandole con affilate unghie le delicate e candide braccia che presero a sanguinare. Intanto una miriade di pipistrelli assetati si staccarono dalle buie pareti della fossa e svolazzarono su di lei leccando quelle gocce rosse che luccicavano, vogliosi di sangue vergine, assatanati e assetati dai lunghi digiuni a cui la tetra divinità li costringeva.
Ashton era d’aspetto orribile, viso somigliante a un topo di fogna, corpo gigantesco,le sorrideva e i baffi ispidi ondeggiavano rendendolo ancor più temibile e disgustoso.
Le impose di dividere con lui il regno delle tenebre, aveva bisogno d’un erede e lei era la sposa adatta .
Sinfuth sconvolta lo supplicò di renderle la libertà: non avrebbe mai potuto farsi sfiorare da un simile mostro. Al rifiuto di Ashton, in preda al disgusto,” quel muso di topo aveva cercato di baciarla” lo sputò in un occhio mostrandogli tutto il suo disprezzo.
La fece rinchiudere nelle segrete più oscure del regno mentre infuriato si asciugava il volto con alghe essicate .
Alla povera sfortunata non restava che attendere la morte.
Al pensiero del suo amato Poseidon pianse.
Pensò alle placide acque a cui era stata strappata, ai caldi raggi del sole che mai più avrebbero sfiorato il suo corpo, in un fiume di lacrime, Sinfuth s’addormentò…
continua…