Lyciagat
Nella regione dei grandi laghi d'argento v'era un piccolo villaggio con tante casine colorate a forma di sfera.
Gli esseri che abitavano quei luoghi erano tutti omini fatti come una buffa pallina.
Il capo del villaggio era il pallomastro, poi vi era il pallostino, che consegnava la posta, la pallivendola, che vendeva il pesce, il pallozziotto, che catturava i ladri, il palluncolo, che faceva il ladro, la pallucchiera, per i capelli, il pallonaio, che faceva il pane, la pallotolattaia che vendeva il latte, la pallottovandaia, che gestiva una lavanderia e tanti altri buffi pallottoli.
In questo villaggio vivevano anche tanti animaletti: il pallotopo, la pallomucca, la pallocapretta, il pallocane e il pallogallo, ma più di tutti v'erano moltissimi pallogatti, che erano amatissimi e coccolatissimi da tutti.
Il nostro villaggio aveva una strana caratteristica, quando scendeva la sera, nel cielo apparivano mille lune e la loro luce illuminava i laghi che lo circondavano, creando innumerevoli scie d'argento sull'acqua.
I pallogatti uscivano tutti insieme e andavano a sedersi sulle rive del lago grande. Il pallogattocapo a quel punto iniziava a miagolare e tutti in coro lo seguivano...
Il loro canto era dolcissimo e faceva addormentare in un profondo sonno tutti gli abitanti del villaggio delle mille lune.
Questa bellissima nenia durava fino al sorgere dei cento soli.
Allora i gatti, per non sciupare il loro meraviglioso manto color oro, correvano a rintanarsi nelle grotte dei sogni infiniti.
Una piccola gatta, dal nome Lycia, non partecipava mai al coro e rimaneva in silenzio seduta sulla riva... osservando le scie che la luce, emanata dalle mille lune, creava sulle acque del lago grande.
I pallotolli del villaggio la chiamavano amorevolmente Lyciagattina
Il suo sguardo era sempre triste e sognante e nessuno aveva mai udito la sua vocina.
Una sera il pallogattocapo, stufo di vederla in disparte, le chiese.
“Perchè non miagoli mai insieme a noi alle lune?”
Ma Lyciagattina rimase muta.
La sera successiva ancora la stessa domanda... ma nessuna risposta.
Continuò così per molto tempo, fino a quando una notte, Lyciagattina cominciò a cantare con una vocina soave e bellissima mentre osservava un filo d'argento che spariva all'orizzonte e tutte le lune sembravano tuffarsi nel lago.
Gli altri pallogatti, stupiti, rimasero a muso per aria e tutti s'incantarono nell'ascoltar tali suoni incredibili.
Lyciagattina era una trovatella e nessuno aveva mai badato a lei, quella sera invece tutti la osservavano con stupore e ammirazione.
Da allora e per tanti anni a seguire nessuno pallogatto osò più cantare.
Le sere erano scandite solo dal miagolare della gattina.
Una notte, preso il coraggio a quattro zampe, il pallogattocapo le chiese come mai prima non avesse mai voluto miagolare insieme agli altri.
Lyciagattina così rispose: “quando la mia mammina mi lasciò sola su questa terra e volò in cielo mi disse che, quando avrei visto le lune abbracciare il lago e la luce d'argento confondersi con l'orizzonte, allora lei sarebbe stata nuovamente accanto a me e solo allora la voce del cuore avrebbe ripreso a parlare”
Quando sembra che il buio spenga per sempre i sorrisi nel mondo... una luce dal cielo stellato appare sempre a illuminare d'argento i cuori e... allora la voce dell'amore torna soavemente a farsi udire sull'acque impenetrabili della notte.
Cercate la luce d'argento nella vostra notte e non sarete mai più soli...