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La montagna del sole splendente con Geno e Gian

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Giancarlo Gravili

Giancarlo Gravili
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La montagna del sole splendente con Geno e Gian Foto_l12

Geno e Gian, dopo un lungo meritato periodo di riposo al mare, decidono di recarsi presso un noto rivenditore di legname per fare scorta per l'inverno...
Lungo la strada, presi da una sete improvvisa e disarmante, si fermano presso un parcheggio pubblico, avendo notato nelle vicinanze un piccolo chiosco che vende bibite fresche.
Parcheggiato il mezzo par anfibio e pure paraculo chiedono al gestore del casotto di portargli da bere due maracuja ghiacciati non mescolati ma rintontiti.
Un po' di refrigerio è quello che ci vuole, il caldo ancora regna incontrastato.
Ma, dopo aver ingurgitato d'un fiato le bibite, qualcosa di strano accade loro... Una nebbia improvvisa copre tutto e i due amici avvolti da essa svaniscono senza lasciar traccia...

Tempo dopo, in un anno imprecisato, d'un era imprecisata, d'un luogo imprecisato... Ecco i nostri eroi alle prese con un dio Atzeco!

GENOXTLI & GIANCAPUXLI e la strada per “LA MONTAGNA DEL SOLE SPLENDENTE”

Xutecutli scruta dagli occhi di smeraldo la radura che circonda la
grotta sacra del dio, nel pueblo della sierra incantada.
Nuvole di polvere s'alzano nel deserto, in lontananza una carovana si ferma non distante dalla montagna del sole splendente.
Don Francisco Scaramanga ordina di accamparsi dietro alcune rocce sporgenti.
La spedizione trascorrerà lì la notte.
Bagliori color oro illuminano il cielo.
«Signore disponiamo la guardia per stanotte?»
«Certo Juan predisponi i turni, non voglio sorprese stanotte.»
«Agli ordini. Chico, Pablo sorvegliate il carro con le armi. Pedro domani all'alba organizza una pattuglia per esplorare il sentiero, Don Francisco non tollererà ulteriori ritardi nell'avanzata.»

Sterpi, rovi bruciati dal sole rotolano nella sabbiosa vallata.
Serpenti a sonagli si nascondono nelle pietre in attesa del giorno.
«Signore si svegli è l'alba.»
«Juan hai mandato due uomini a esplorare la pista?»
«Certo signore.»
«Non appena torneranno ci muoveremo, per todos los diablos, non voglio rimanere bloccato!»
«Don Francisco guardi Chico.»
«Madre de Dios cosa è successo?»

Chico dorme al suo posto, sembra una mummia, è divenuto completamente nero e duro come una pietra .
Mai visto nulla di simile.
«Juan seppellite quel poveretto, sangue del diavolo.»
«Signore gli uomini sono spaventati, cosa facciamo?»
«Hombres, l'oro del pueblo di Rio Grande ci attende, saremo tutti ricchi.»

Viva Don Francisco, viva Don Francisco!
Un unico grido risuona nell'aria.
Nel frattempo i due esploratori stanno tornando al campo...
D'improvviso inspiegabilmente s'accasciano al suolo: dei dardi soporiferi li hanno colpiti.
Due losche ombre escono da dietro le rocce, li afferrano e li strascinano verso il pueblo.

Quelle figure sono GENOXTLI e GIANCAPUXLI: sono divenuti ora i guardiani della sacra montagna del sole splendente.

Un guerriero, in alto sulle scale del tempio, attende nel suo grande cappello di piume con un pugnale rituale in mano.
I malcapitati vengono portati, tra due fila di uomini e donne che urlano e danzano, in cima alla costruzione sacra al dio Xutecutli.
Li spogliano, gli mettono in testa dei stranissimi cappelli, li costringono a eseguire un ballo propiziatorio.
I due sono sconvolti, non comprendono, li hanno drogati!
Alla fine del rituale, li afferrano per i piedi e li stendono su una grande pietra.
Alza il pugnale lo sciamano lo conficca nel loro petto e tira fuori con le mani i cuori ancora pulsanti!
Li mostra agli altri in una apoteosi di canti e grida.
I corpi sono scaraventati giù dalla piramide e vengono tagliati loro gambe e braccia.
Saranno mangiate nel banchetto in onore degli dei.
Prendono la pelle dei volti, ne faranno custodie per le armi!
La macabra festa andrà avanti per ore.


Nel campo dei conquistadores intanto il malumore serpeggia.
«Non possiamo attendere ancora, hombres in sella ai cavalli, in fila per due
ci addentriamo nella valle!
Juan due uomini davanti distanziati con i fucili carichi e due dietro.»
«Sì, eseguo immediatamente.»
Procedono lenti verso l'imbocco della montagna attraverso due costoni.
I nativi del pueblo li hanno visti, li attendono nascosti sull'alto delle rocce.
Sono timorosi: chi saranno mai quegli uomini con le armature e quelle barbe folte? E soprattutto cosa sono quegli strani animali su cui sono seduti?

Il capo Atalpax è pronto a scatenare i suoi guerrieri e Genoxtli e Giancapuxli preparano le armi per la difesa della libertà dall'invasore straniero...

Ecco il segnale: centinaia di frecce si riversano sui conquistadores di Don Francisco.
Molti vengono colpiti a morte.
Un'arma però ha il sopravvento: i fucili.
La vista dei cavalli al galoppo spaventa i guerrieri di Atalpax, che si rifugiano all'interno del Pueblo Incantado, nella montagna del sole splendente.

«Grande signore, gli dei malvagi di Xliaturpactan ci vogliono punire non possiamo combattere contro i loro malefici sputafuoco.»

I nostri eroi combattono senza paura al fianco di Atalpax ma i conquistadores sembrano inarrestabili nella loro avanzata.

«Miei guerrieri indomiti il dio Xutecutli ci proteggerà, non entreranno mai nella montagna, nessuno è a conoscenza dell'ingresso segreto.»

All'imbocco della valle Don Francisco conta gli uomini rimasti, ben pochi a dire il vero.
La fame dell'oro è superiore alla ragione, egli non demorde, non abbandonerà mai l'impresa.
Il fido Juan è ancora vivo e attende gli ordini del suo comandante.
Un vento freddo scende dal pueblo incantado, insinuandosi nel canyon che conduce a esso: è il vento gelido della morte!

«Juan ti ricordi di quella mappa disegnata da Don Manuel della Roja qualche anno fa? Indicava con precisione l'ingresso del pueblo?»
«Certo signore accompagnai io stesso Don Manuel in questi luoghi... Allora nessuno ci attaccò e potemmo tracciare la mappa, l'ho qui con me!»
«Benissimo.»

All'epoca di quella spedizione i conquistadores non potevano sapere che i nativi si erano spostati nelle montagne vicine per la stagione della caccia, lasciando il pueblo deserto, ignari del pericolo che incombeva su di loro.
Il buon senso di Don Manuel, di annotare su pergamena la natura dei luoghi e di allontanarsi in fretta, li aveva salvati.

«Maldidos senza Dio li sterminerò todos! Non si aspettano un attacco dall'interno.
Accampiamoci qui, stanotte penetreremo all'interno della montagna, sotto la grande statua con gli occhi di smeraldo c'è una grotta che porta all'interno delle costruzioni.»

Il riposo è breve per i pochi uomini rimasti, nulla li fermerà pur di impadronirsi del tesoro del pueblo incantado.
Don Francisco è sicuro di trovarlo.
I pochi indigeni catturati in passato, indossavano moltissimi monili d'oro.
Notte: è l'ora della verità per tutti.

«Juan vai avanti piano, addentriamoci nella grotta, accendete le torce hombres.»

Lo sparuto gruppo si incammina all'interno del cunicolo di roccia.
Brillano gli occhi di smeraldo della statua di Xutecutli come mai in passato.

«Signore quelli sono due smeraldi enormi!»
«Non c'è tempo Juan li prenderemo al ritorno.»

D'improvviso dalle pareti una pioggia di dardi avvelenati si scaglia contro gli invasori.

«Tutti a terra, presto.»

Juan si volta verso il suo comandante ma viene colpito al collo da una di esse.

E' un dardo scagliato da Genoxtli...

Immediatamente il suo corpo si mummifica, trasformandosi in un aspetto terrificante.
Don Francisco non si scompone, ha in testa solo l'oro.

«Procediamo con cautela, avanti nulla ci fermerà più adesso.»

Aiutati dal buio, sbucano ai piedi del grande tempio e fanno strage di donne, bambini e guerrieri che riposano.
Lo sciamano Matuptexli, svegliato dalle grida, suona il tamburo di guerra nella speranza di avvisare gli altri.
Genoxtli e Giancapuxli brandiscono le loro spade.
In aria volano teste, sangue scorre, i due però sono costretti a retrocedere.
Il Capo Atalpax s'alza dal giaciglio dove dormiva con la sposa Seclix afferra le armi e esce fuori nella piana.
Tutto è perduto per il popolo del pueblo incantado.
Matuptexli vede il capo, gli urla di seguirlo all'interno del tempio.
Con un rituale magico pronuncia tre parole:

«Ataualpa, matu , uru»


Una lastra di pietra d'improvviso si apre e i due si rifugiano all'interno, seguiti da Genoxtli e Giancapuxli.
Don Francisco assiste alla scena: corre verso l'ingresso ma non arriva in tempo.
La grande pietra ai piedi dei gradini che portano in cima al tempio si è chiusa.

«Hombres dobbiamo trovare l'ingresso, l'oro e lì dentro ne sono sicuro!»

Intanto, dentro la piramide, Atalpax maledice gli invasori:
«Possa il dio Xutecutli incenerire chi ha violato il sacro pueblo incantado!
Matuptexli è ora di congiungerci alla terra.»

Dette queste parole, i due si sdraiano ai piedi d'una grande statua del dio posta all'interno della grande piramide tronca e lo sciamano tira un grande anello posto alla base.

«Morirete tutti maledettiiiiiiii!» Le Ultime grida di Atalpax.

Nel frattempo Genoxtli e Giancapuxli proteggono l'ingresso del tempio...

All'esterno gli uomini di Don Francisco tentano di forzare l'entrata.

«L'oro ci aspetta, saremo i padroni del mondo!» Urla Don Francisco.
Queste parole rimbombano all'interno del pueblo, quando, d'improvviso,
la montagna comincia a tremare la terra si sgretola, le case crollano,
in pochi istanti tutto sprofonda in un gigantesco baratro,
seppellendo la montagna del sole splendente e i conquistadores e custodendo così per sempre il suo segreto.

La maledizione del dio Xutecutli è compiuta!

«Ataualpa, matu, uru!»

E i nostri due poveri eroi che fine avranno fatto?

Si alza il polverone... le nebbie si diradano e... Geno e Gianca sono tranquillamente sono seduti al tavolino: bevono il loro maracuja in santa pace parlando di poemi e libri!
Ma sarà stato un sogno o tutta immaginazione poetica?
Chi lo sa, con quei due tutto è possibile!

Alle prossime avventure di Genoxtli e Giancapuxli.

A Genoveffa Frau piace questo messaggio.

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Licia

Licia
Mamma Orsa
Mamma Orsa

Cari autori la fantasie non vi manca di sicuro!

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